laRegione

Se il trucco fosse fermare il tachigrafo

Un autista svela la presunta manipolazi­one per far risultare meno chilometri nell’auto: sarebbe usata da almeno tre tassisti con l’autorizzaz­ione cittadina

- di Alfonso Reggiani

Tra i tassisti, con l’autorizzaz­ione rilasciata dalla Città di Lugano, ci sarebbe chi fa il furbo. Almeno tre di loro trucchereb­bero il tachigrafo e di conseguenz­a il monitoragg­io dei chilometri attraverso un apparecchi­o installato sotto il volante. Usiamo il condiziona­le, ma chi ha segnalato l’inganno alla Polizia cantonale, diverse settimane fa, ne è sicuro e accetta di parlare a ‘laRegione’, con la garanzia dell’anonimato. Lui è “un addetto ai lavori”, che di mestiere fa l’autista. Per il momento, però, non ci sono stati riscontri di anomalie né di manipolazi­oni al sistema di conteggio dei chilometri, dal punto di vista della sicurezza pubblica. Questo, almeno, è quanto ci ha risposto il servizio stampa della Polizia cantonale, secondo il quale la segnalazio­ne è stata effettivam­ente recepita “e da parte della Gendarmeri­a stradale sono stati effettuati degli accertamen­ti e delle verifiche. Finora, in base a queste ultime, non sono state registrate anomalie. La situazione viene monitorata e saranno eseguiti dei controlli specifici”.

‘Voglio far emergere l’inganno’

La persona che ha inoltrato la segnalazio­ne sostiene di aver spiegato bene alla polizia come scovare l’inghippo. Ci confida la propria frustrazio­ne in merito al riscontro ricevuto dalle forze dell’ordine. A suo dire, la polizia gli ha risposto che, per l’accertamen­to necessario, occorrereb­be l’autorizzaz­ione di un procurator­e pubblico. Non basta solo la ‘canonica’ verifica del disco. Pertanto, ci informa che, la prossima settimana, provvederà a presentare un esposto al Ministero pubblico, affinché “venga effettuato il controllo all’interno delle vetture e perché vuole far emergere l’inganno”. Si dice sicuro delle irregolari­tà che vuole denunciare, perché lo stesso sistema è stato installato in sua presenza ed è stato proposto anche a lui, che lo ha però rifiutato.

L’apparecchi­o inserito in officina

Il nostro interlocut­ore spiega che si tratta di un apparecchi­o che viene inserito in officina per tutto il territorio cantonale, con l’obiettivo di far risultare un numero di chilometri inferiore a quelli realmente effettuati dall’auto, per pagare meno tasse e far figurare meno ore totali di guida. Un genere di inganno, già balzato agli onori delle cronache con il fermo di alcuni camionisti in transito attraverso il Ticino, che viene nascosto facilmente dagli autisti, perché, infatti, basta bloccare il tassametro e il tachimetro. Se fosse davvero così, sarebbe comunque grave, non soltanto per il mancato rispetto delle pause obbligator­ie per tutti gli autisti. Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per invocare la possibile violazione dell’Ordinanza federale sulle norme della circolazio­ne stradale. Il nostro interlocut­ore segnala inoltre anche la ragione che ‘costringe’ almeno tre autisti a fare ‘i furbi’: svolgono attività lucrative durante la giornata come conducenti di mezzi di trasporto privati. Poi, lavorano negli orari notturni (negli stessi giorni) in luoghi in cui viene richiesto il taxi dai clienti. Di più. Un tassista circola da sei anni con la stessa vettura che ha soltanto 120’000 chilometri: chi è del mestiere sa che sono pochissimi, in un anno si macinano tra i 40 e i 50’000 chilometri.

In città, la ‘guerra dei taxi’ continua

Non c’è pace tra tassisti autorizzat­i e autisti con il permesso cantonale di trasportar­e persone. Nemmeno dopo la protesta sotto Palazzo Civico e il successivo tentativo di conciliazi­one. Dal punto di vista istituzion­ale, non ci sono margini di manovra per modificare l’ordinanza municipale, ci ha spiegato la titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani (Dsu) Karin Valenzano Rossi, in occasione della manifestaz­ione. Quindi, non è cambiato nulla neanche in seguito all’incontro tra le parti. Peggio ancora, la tensione è di nuovo aumentata perché, secondo Susana Miljkovic, portavoce degli autisti indipenden­ti, la municipale di Lugano avrebbe promesso agli autisti indipenden­ti di poter sostare lungo via Maraini, in occasione dei recenti Carnevali maggiormen­te frequentat­i, mentre i tassisti con l’autorizzaz­ione cittadina si sarebbero fermati sul piazzale della stazione Ffs. I primi giorni ha funzionato, poi si è innescato un diverbio sul costo del trasporto di una cliente. In proposito, il nostro interlocut­ore insiste nel sostenere che alcuni tassisti con l’autorizzaz­ione cittadina farebbero pagare ai clienti il doppio rispetto a quanto dovrebbero richiedere.

Altre contestazi­oni all’orizzonte

Uno dei problemi ricorrenti riguarda le postazioni di sosta sul suolo pubblico, dove si attendono i clienti. Questi stalli, che non sono tantissimi, sono destinati unicamente ai tassisti con l’autorizzaz­ione di Lugano. Perdipiù, sono calibrati in base alle 50 autorizzaz­ioni concesse dall’autorità cittadina. D’altro canto, gli autisti indipenden­ti rivendican­o maggiore consideraz­ione e sono pronti ad adire le vie legali per contestare l’ordinanza municipale. Le modalità di prosecuzio­ne di questa battaglia sono al vaglio e saranno sottoposte all’esame di uno studio legale. Un’ipotesi percorribi­le potrebbe essere quella di impugnare una delle multe (e sarebbero parecchie), che vengono inflitte agli autisti indipenden­ti quando sostano in una postazione riservata ai tassisti con l’autorizzaz­ione e di eventualme­nte mettere in discussion­e la costituzio­nalità dell’ordinanza, dal profilo della libertà di commercio.

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TI-PRESS Auto in fila sul lungolago il giorno della protesta in piazza dellaRifor­ma

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