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Da quinto a settimo in una serata storta

Contro il Friborgo il Lugano non riesce a gestire un doppio vantaggio e si vede scavalcare da Berna e Davos: Canonica: ‘Castigati a ogni singolo errore’

- di Valdo Baumer e Daniele Neri

Lugano – Qualche minuto dopo il termine della partita del Lugano alla Cornèr Arena si sente qualche imprecazio­ne. Nulla però a che fare con la partita dei bianconeri. È infatti appena arrivata la notizia del pareggio del Davos a Bienne. E non è l’ultima brutta notizia di una serata storta che i bianconeri iniziano quinti e concludono settimi, visto il successo dei grigionesi ai rigori e i contempora­nei tre punti conquistat­i dal Berna a Porrentruy. Anche se potrebbe pure andare peggio, visto che solo il palo colpito da Corvi a cinque secondi dal 60’ impedisce al Davos di portare a casa la posta piena. Con gli Orsi a 81 punti e Stambecchi e luganesi appaiati a 79 (ma con gli scontri diretti in favore dei primi), gli uomini di Gianinazzi non hanno dunque più il destino nelle loro mani. Il Lugano intanto però almeno un punto lo avrebbe tranquilla­mente meritato e potuto guadagnare. Ma il doppio vantaggio costruito da Andersson e Thürkauf, nei primi cinque minuti del periodo centrale, svanisce a causa di alcuni episodi. Dapprima Andersson dimentica Schmid, libero di insaccare il 2-1, poi Hausheer perde un contrasto dietro alla sua porta che conduce al pareggio di DiDomenico e una penalità dello stesso numero 41 permette a Wallmark di infilare il 3-2 decisivo. Al resto ci pensa un Berra in stato di grazia e il Lugano mastica amaro.

Ancora una volta a mancare è il contributo del powerplay (anche se il 2-0 arriva in situazione di penalità differita), andato in bianco in quattro occasioni su quattro. Tuttavia bisogna sottolinea­re come al 29’ ci voglia un autentico miracolo del portiere burgundo per negare il 3-1 a Carr, ma anche come quella sia l’unica vera occasione da rete creata in superiorit­à numerica. In questo senso l’assenza di Fazzini si è indubbiame­nte fatta sentire, nonostante il ritorno dopo cinque mesi di Marco Müller. I bianconeri possono sicurament­e rallegrars­i per aver messo sotto per 40’ una delle migliori squadre della lega, tuttavia in questo hockey già da playoff è necessaria maggiore concretezz­a. I tredici minuti rimanenti dopo il punto del 3-2 vedono infatti Berra dover compiere numerosi interventi sì, ma pochissimi difficili, con traffico o deviazioni di fronte a lui.

«Nel secondo e terzo tempo abbiamo avuto le occasioni più ghiotte, ma il Friborgo, la classifica non mente, ha fatto la sua ‘normale’ partita, sfruttando le nostre ingenuità – si rammarica Lorenzo Canonica –. Contro queste squadre non puoi mollare un centimetro, al primo errore ti castigano. I suoi top player sono veramente tosti e spesso e volentieri fanno la differenza, ribadisco non è un caso che si trovi al secondo posto». Andare a Bienne a fare punti è sicurament­e possibile, ma per nulla evidente, visto oltretutto che con il solo punto guadagnato ieri i Seeländer rimangono alle spalle del Langnau per gli scontri diretti e quindi si presentera­nno assetatiss­imi di sangue. Insomma il Lugano deve assolutame­nte dimenticar­e le assenze, la fatica e tutte le legittime giustifica­zioni che questa squadra ha, per cambiare marcia al momento giusto ed evitare di dover passare dai play-in. Mai come ora l’estetica deve essere lasciata da parte a favore dell’efficacia.

«Peccato per questa sconfitta, ora però non dobbiamo piangerci addosso, ma pensare subito alle prossime partite, sabato a Bienne e lunedì in casa con i Lakers. Alla Tissot Arena dobbiamo assolutame­nte portare tutto il positivo che abbiamo mostrato sul ghiaccio di casa. Purtroppo ieri il disco tante volte non voleva entrare, ma sono fiducioso che faremo il possibile per cambiare questo sfortunato trend».

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TI-PRESS/GIANINAZZI La parata di Berra su Carr al 29’ ha cambiato l’inerzia delconfron­to

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