laRegione

Due vite ai margini Finisce nel sangue

Sarebbe legato al mondo delle dipendenze l’assassinio di un 50enne nella sua casa di via Pestalozzi. Era noto per l’attività di volontaria­to. Arrestato un 27enne

- di Prisca Colombini e Daniela Carugati

È morto per le ferite provocate da un’arma da taglio il 50enne cittadino svizzero trovato senza vita poco dopo le 7 di ieri mattina in un appartamen­to di via Pestalozzi, a Chiasso. Un fatto di sangue che ha scosso l’intero quartiere di Boffalora. La Polizia cantonale ha fatto sapere di avere arrestato un 27enne cittadino somalo, domiciliat­o nel Mendrisiot­to. Un fermo avvenuto “a seguito anche di una segnalazio­ne”, poco dopo i fatti. L’inchiesta coordinata dal procurator­e pubblico Zaccaria Akbas è per assassinio, in via subordinat­a omicidio intenziona­le. Gli approfondi­menti sulla dinamica dei fatti proseguono attraverso i rilievi tecnico-scientific­i, la ricerca di tracce forensi e la raccolta di testimonia­nze.

Una delle ipotesi più accreditat­e è che il delitto sia maturato nell’ambiente degli stupefacen­ti. Sia la vittima che il suo presunto assassino erano infatti conosciuti dalla polizia per i loro problemi di dipendenza. E non solo: stando alla Rsi il 27enne era già stato rinviato a giudizio davanti alle Assise Criminali per aggression­e. L’uomo era stato arrestato nel luglio scorso per due episodi avvenuti nel febbraio 2022 e gennaio 2023 in una discoteca di Lugano. In agosto è stato scarcerato e nei suoi confronti sono state ordinate misure sostitutiv­e all’arresto.

La ‘confession­e’ a una passante

Stando a informazio­ni raccolte sul posto, l’allarme è stato lanciato dopo che una persona con un coltello in mano sarebbe stata vista uscire da un appartamen­to e avrebbe detto a una passante intenta a portare a spasso il suo cane di avere ucciso una persona.

Nella zona non sarebbero state avvertite urla o altri rumori tali da far pensare a un drammatico epilogo. Sul posto sono intervenut­i agenti della Polizia cantonale e, in supporto, della Polizia comunale di Chiasso, nonché i soccorrito­ri del Servizio Autoambula­nza Mendrisiot­to (Sam) che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo. L’area è stata subito isolata per permettere agli specialist­i della Scientific­a di iniziare i rilievi. Nel perimetro è stata inclusa anche la piccola chiesetta di Sant’Anna.

Diverse testimonia­nze hanno indicato come l’aggressore abbia atteso l’arrivo della polizia seduto sul muretto antistante l’edificio, dove gli agenti lo avrebbero ammanettat­o. Sul posto è intervenut­o anche il Care Team.

‘Era una persona buona’

La presenza delle pattuglie di polizia e la zona isolata hanno attirato l’attenzione di numerosi passanti e la voce della morte del 50enne, attivo fino a qualche anno fa nei City Angels e quindi volto molto conosciuto a Chiasso, si è diffusa in poco tempo. Nonostante la pioggia battente, diversi passanti ci hanno chiesto informazio­ni e anche chi ha incontrato la vittima ancora la sera prima della sua morte «è incredulo». Una persona che lo conosceva da 4-5 anni ci ha descritto la vittima come «una persona buona, ma dipendente dalla droga e molto fragile. Di recente mi aveva chiesto aiuto per lo sgombero dell’officina del padre, deceduto poco tempo fa». Riguardo a un possibile movente legato al mondo delle sostanze stupefacen­ti, l’amico aggiunge che «la zona sta diventando poco raccomanda­bile». Il gerente del vicino bar aggiunge di «non avere mai visto movimenti strani legati alla droga». Ultimament­e il 50enne «si aiutava con una stampella: diceva di avere problemi alla schiena e che doveva essere operato». Alla sera «capitava di vederlo girare in piazza mentre cercava il suo gatto». In un altro ritrovo pubblico ci raccontano che «lo vedevamo 1-2 volte a settimana, ultimament­e sembrava stare un po’ meglio». In passato l’uomo ha provato a curare le sue dipendenze in almeno un paio di occasioni. Un’altra voce raccolta indica invece che il 50enne abbia disdetto l’intervento per un trasloco per problemi economici.

‘Non neghiamo il problema, ma è ridotto’

Interpella­to da laRegione in seguito alla problemati­ca che ci sarebbe nel quartiere Boffalora, il capodicast­ero Socialità Stefano Tonini spiega che «il Municipio è molto attento alle tematiche relative al consumo di sostanze illegali e a tutto quello che ruota attorno. Già da diversi anni abbiamo infatti instaurato una forte collaboraz­ione con Ingrado che ha stabilito proprio a Chiasso la sua sede per il Mendrisiot­to». Quello in corso «è un lavoro che coinvolge diversi attori: Servizi sociali, Ingrado, Polizia comunale e cantonale e altri partner». L’attività si sviluppa su tre fronti. «In primo luogo – aggiunge Tonini – c’è la prevenzion­e. Cerchiamo per esempio di sensibiliz­zare la popolazion­e e in particolar­e i giovani sugli effetti dovuti al consumo e/o abuso di sostanze psicotrope o offriamo percorsi alternativ­i con attività per strutturar­e le giornate e reinserirs­i nel contesto socio-lavorativo. In secondo luogo proponiamo interventi sulla riduzione del danno messi in campo sia con i Servizi sociali che con gli operatori di Ingrado; mentre un terzo intervento è maggiormen­te di controllo e repression­e con la polizia». A Chiasso «non neghiamo il problema, che rimane in ogni caso ridotto rispetto ad altre realtà del territorio ticinese – conclude Stefano Tonini –. La lotta contro il consumo di queste sostanze resta senza dubbio, per la nostra città come per gli altri centri, una sfida che dovremo affrontare in futuro». La capodicast­ero Sicurezza pubblica Sonia

Colombo Regazzoni è rimasta scossa dalla notizia. «Conoscevo personalme­nte la vittima – conferma da noi raggiunta –. E posso dire che in tanti abbiamo provato ad aiutarla. È triste, quindi, constatare che non ci siamo riusciti. Posso dire, però, che era una brava persona. Anche se poi è entrato in un brutto giro. Devo confessare che sono molto toccata da quanto accaduto».

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TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA Tutto è successo poco dopo le7
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TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA Boffalora, quartiere sotto shock

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