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Per tutti i suoi amici ‘angeli’ era ‘Wolf ’

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Per i suoi amici ‘angeli’ era ‘Wolf ’. Come soprannome, quando era entrato nei City Angels di Chiasso, nel febbraio del 2019, aveva scelto infatti proprio quel nomignolo, ‘ lupo’. Un impegno, quello con l’associazio­ne, che aveva preso sul serio, sino a diventare responsabi­le operativo e a essere riconosciu­to come “il volontario più presente di tutti”.

Sorride ancora dalla foto che sul portale web accompagna la sua scheda personale; quel sorriso che non mancava mai. “Grazie al volontaria­to di strada – spiegava, presentand­osi ai più –, sono maturato molto e ho conosciuto realtà di cui ignoravo l’esistenza. In Svizzera i senzatetto sono pochi, e arrivano dall’Italia; li aiutiamo, dando loro un pasto, una coperta e vestiti. Ma anche con pochi clochard svolgiamo comunque un’importante attività sociale, oltre che di sicurezza: doniamo aiuto e calore umano agli anziani e ai disabili, aiutandoli nella loro vita quotidiana e dialogando con loro. Ma, soprattutt­o, ascoltando­li”, spiegava con orgoglio, lui che non era nato proprio sotto una buona stella.

Portato ad esempio – durante la pandemia aveva organizzat­o i volontari a sostegno dei più fragili –, volontario instancabi­le, la sua esperienza, di fatto, era diventata altresì un’occasione di riscatto da un passato problemati­co. Anche se i suoi sforzi non sono bastati a impedirgli di cadere, di nuovo, in una quotidiani­tà che l’ha riportato ai margini della società e fuori dai City Angels. «Putroppo a un certo punto non ha più avuto i requisiti per stare con noi – ci racconta Romina Lorenzetti, la coordinatr­ice della sezione chiassese, colpita da quanto avvenuto –. E ha lasciato. In un primo tempo, tre anni or sono, era stato motivato anche dall’obiettivo di diventare un operatore sanitario, ma non era riuscito a trovare un posto di lavoro».

‘Wolf ’, del resto, era stato tra i primi ad aderire ai City Angels locali. «Alle spalle aveva un passato un po’ burrascoso – si parlava di problemi di dipendenze, ndr –. Ma si era ripreso e, appunto, era entrato con noi. Poi, però, è ricaduto. Capivamo che non era più lo stesso». Un suo ricordo dei giorni lieti? «Era una persona altruista, amava aiutare gli altri, i meno fortunati. Aveva aderito ai City Angels spinto da quella motivazion­e. Quando stava bene era una bella persona», tiene a far sapere.

E gli ‘angeli’ non lo avevano dimenticat­o. «Negli ultimi tempi difficili – ci dice la coordinatr­ice – ci aveva chiesto una mano e lo avevamo supportato: gli volevamo bene. Avevamo capito che faceva fatica ad arrivare alla fine del mese e in più aveva problemi di salute». A piangerlo e a ricordare l’uomo dei giorni migliori, oggi, con i suoi amici ‘angeli’, vi è anche la sua famiglia.

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TI-PRESS/F.A. Sul posto polizia, Scientific­a e Care Team

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