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Condannati ed espulsi per dieci furti

In poco più di un mese hanno rubato in mezzo cantone: due anni di carcere a un 34enne e 16 mesi a un 23enne, pene entrambe da scontare in prigione

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di Alfonso Reggiani

Ammonta a oltre 60’000 franchi la refurtiva rubata in dieci furti (sei tentati), nel giro di poco più di un mese, dal 9 agosto al 15 settembre dell’anno scorso, da uno dei due imputati comparsi in aula penale ieri. L’uomo, un 34enne di nazionalit­à rumena, ha confessato, di fronte al presidente della Corte delle Assise criminali Marco Villa, quasi tutti i reati che gli ha prospettat­o nell’atto d’accusa la procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo. Anche il suo correo, un giovane, anch’esso rumeno, di 23 anni, ha ammesso i furti, i danneggiam­enti e le violazioni di domicilio solo al processo. In fase di inchiesta penale, invece, si erano rifiutati di rispondere. Entrambi sono stati condannati a pene da espiare: al più ‘anziano’ sono stati inflitti due anni di reclusione, al più giovane 16 mesi.

I precedenti specifici

I due hanno precedenti penali specifici e si trovavano in regime di carcerazio­ne preventiva dal 27 settembre al 28 novembre dell’anno scorso, poi sono stati posti in esecuzione anticipata della pena. Qualche anno fa, sono stati condannati per furto di tre motori di barche in Germania. Il 34enne, inoltre, per gli stessi reati, è stato in carcere in Austria ed è stato scarcerato nel febbraio del 2023. È arrivato in Ticino, per rubare, assieme a un altro complice di nazionalit­à rumena, identifica­to dagli inquirenti nell’agosto dell’anno scorso. Dapprima hanno tentato, senza riuscire, di rubare merce da un negozio di telefonia in viale Stazione a Bellinzona. Due giorni dopo, era l’11 agosto, avrebbero fatto irruzione al Lido Riva Caccia di Lugano, provocando ‘solo’ danni materiali. Da precisare che per questo tentativo il 34enne è stato prosciolto. Il terzo tentativo, messo in atto il 21 agosto a Zugo, è invece riuscito e i due hanno sottratto un bottino del valore di quasi 36’000 franchi.

Sottratti pure cinque motori di motoscafi

L’imputato più giovane è entrato in scena nel quarto furto, perpetrato nella notte tra il 7 e l’8 settembre 2023, ai danni di un negozio di telefonia in via Pretorio a Lugano, dove i malviventi hanno rubato merce per un valore di oltre 5’300 franchi. Il giorno dopo, il terzetto ha tentato il colpo all’interno di un salumifici­o di Sementina. La sera tardi dell’11 settembre ci hanno riprovato, sempre senza riuscirci, in un negozio di telefonia a Coira. Il giorno successivo il furto sfuma anche in un negozio di Grono. Non riescono nemmeno gli altri due tentativi, il primo ad Ascona in un negozio di telefonia, il secondo ad Agno. La notte del 15 settembre, invece, il colpo riesce al porto patriziale di Magadino, dove la banda ha sottratto tre motori ad altrettant­i natanti fuoribordo, del valore di 13’200 franchi. Sempre a Magadino e durante lo stesso giorno, spariscono altri due motori da altrettant­i motoscafi in una cantiere nautico. Tra tentativi di furto riusciti e non portati a termine, il danno economico denunciato dai proprietar­i ammonta a oltre 50’000 franchi. Il giudice Marco Villa ha rinviato al Foro civile la causa di risarcimen­to degli accusatori privati.

I due imputati comparsi in aula sono stati arrestati a Coira alla fine del mese di settembre 2023. All’interno del furgone, la polizia ha rinvenuto un piede di porco, vari cacciaviti e chiavi inglesi. Insomma, una serie di oggetti e attrezzi da scasso, in uso da chi ruba per mestiere. Entrambi gli imputati hanno ammesso di aver varcato il confine svizzero a più riprese, solo per commettere furti. Il terzo componente della banda è stato identifica­to, ma non era assieme agli altri due il giorno dell’arresto. In aula, i due hanno spiegato di aver litigato con lui sulla ripartizio­ne della refurtiva e, per questa ragione, il terzo non è più stato ‘invitato’ nell’ultimo sconfiname­nto a scopo di furto dei ladri.

Gli avvocati d’ufficio Manuela Fertile, legale del più giovane, e Giuseppe Gianella, nelle loro arringhe, hanno chiesto clemenza alla Corte. Dal canto suo, invece, la procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo, nella requisitor­ia, ha prospettat­o, per entrambi, condanne da espiare, più l’espulsione dalla Svizzera. Il giudice non ha avuto dubbi sulla colpevolez­za degli imputati e ha condannato entrambi, anche per infrazione alla Legge federale sugli stranieri e la loro integrazio­ne. Oltre alle pene da espiare, rispettiva­mente di due anni al 34enne, e 16 mesi al 23enne, ha optato per la loro espulsione dal Paese per sette anni, che decorreran­no dalla loro scarcerazi­one.

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TI-PRESS/ARCHIVIO Strumenti da scasso. Nel colpo al negozio di telefonia in via Pretorio sottratti oggetti per 5’300 franchi

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