La passione secondo Lugano e Ambrì
Il traguardo è lì, a portata di mano, quando mancano centoventi minuti al termine di una massacrante regular season inaugurata la sera di mercoledì 13 settembre. Il Lugano ha 79 punti tanti quanti ne ha il Davos, che però gli sta davanti (da sesto, e per ora ultimo passeggero sul treno in partenza per i playoff) grazie al fatto di aver vinto tre scontri diretti su quattro. L’Ambrì, invece, è ottavo e di punti ne ha 73 esattamente come il Servette, con cui si trova tuttavia in parità a livello di risultati negli scontri diretti, di conseguenza nella fattispecie a pesare è la miglior differenza globale degli uomini di Luca Cereda rispetto ai campioni svizzeri (-3 contro -13). Insomma, se il campionato finisse adesso, giovedì prossimo, quando andrà in scena la sfida d’andata dei ‘ play-in’, bianconeri e biancoblù si ritroverebbero di fronte per un derby a dir poco avvincente sul ghiaccio della Gottardo Arena.
Ma non siamo ancora a quel punto. Due partite sono pur sempre due partite, e pesano come macigni nell’economia di una stagione combattuta al punto tale che a due giornate dal termine le squadre tra il quinto e l’undicesimo posto non sanno ancora quale destino toccherà loro fra solo un paio di giorni. Sarà anche vero che la formula è un po’ astrusa, che negli ultimi anni s’è cominciato a giocare praticamente tutte le sante sere o quasi (e la prossima stagione non andrà meglio, siccome si mormora che i posticipi televisivi della domenica verranno spostati al giovedì) e che, soprattutto, la classifica è impossibile da leggere fin quasi al termine della stagione a causa della differenza del numero di partite delle varie squadre: tuttavia, a conti fatti il risultato dice che da qualche anno a questa parte ormai, a conclusione di ogni regular-season bisogna armarsi di pazienza e munirsi di calcolatrice, se non addirittura mettersi a scrutare le stelle provando a immaginare come finirà.
A qualche ora dall’ingaggio d’inizio di Ambrì-Friborgo e Bienne-Lugano, la differenza tra biancoblù e bianconeri è sostanzialmente una sola (anche perché, almeno teoricamente, i ragazzi di Cereda possono ancora ambire a chiudere tra le prime sei, pur se servirebbe una serie di combinazioni a loro favorevoli): i primi hanno pienamente il loro destino tra le mani, i secondi invece no. Per arrivare almeno ottavo – e avere così due chance per accedere ai playoff dalla porta di servizio (o, se preferite, per guadagnarsi la postseason vincendo semplicemente due partite, tutto dipende da come uno guarda alle cose) –, l’Ambrì deve sostanzialmente fare almeno gli stessi punti che totalizzerà il Servette nelle ultime due giornate, in un menu che offre ai biancoblù le sfide contro un Friborgo che i ticinesi affronteranno anche senza Zwerger (vittima di uno scontro di gioco alle Vernets) oltre che Heim, e un Kloten che alla sua classifica lunedì non avrà più nulla da chiedere. Viceversa, scavalcato all’ultimo, giovedì sera, da un Davos vittorioso ai rigori in una Tissot Arena sull’orlo di una crisi, nelle prossime due serate – di fronte a un Bienne che sente puzza di vacanze, e un Rapperswil che il catalogo della Kuoni lo sta sfogliando già da un po’ – il Lugano dovrà fare almeno un punto in più dei grigionesi che se la vedranno con Zurigo e Ajoie, oppure, in alternativa, sperare in un non poi così impossibile passo falso del Berna, che in classifica si trova sì due punti più sopra, ma che stasera riceve un Losanna che è la squadra più in palla del momento, mentre lunedì andrà a Friborgo per un ‘Zähringer derby ’ che non necessita certo di presentazioni. Insomma, sarà un altro imprevedibile, ma stavolta pure decisivo ‘weekend’ all’insegna della passione, in cui si deciderà un po’ tutto all’ultimo. A dimostrazione di quanto avvincente e imprevedibile sia il prodotto hockey.