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Coalizioni e spazi ‘aerei’ protetti

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Per la prima volta, dunque, si è arrivati a creare un’iniziativa globale, che permetterà di intervenir­e in modo mirato nella salvaguard­ia delle specie migratorie. Governi, istituzion­i, ma anche organizzaz­ioni ambientali come il WWF lavorerann­o uniti per migliorare le condizioni di tutte quelle specie, che da milioni di anni migrano. Parlando durante il lancio, Rafael Antelo, leader dell’iniziativa Wildlife Connect, ha dichiarato: “Siamo convinti che il raggiungim­ento della connettivi­tà ecologica sia la sfida del nostro tempo. Tuttavia, nessuna entità può raggiunger­e questa sorta di connettivi­tà da sola. Questa partnershi­p rappresent­a un significat­ivo balzo in avanti nella nostra capacità collettiva di ottenere un impatto sulla connettivi­tà su scala, e il WWF è lieto di essere coinvolto. Uniti tutto è possibile”. In questa edizione si è parlato tanto anche delle specie acquatiche migratrici, visto che ben il 97% di esse sono a rischio estinzione. Il nuovo mandato prevede di affrontare tra le altre cose anche gli impatti dello sfruttamen­to dei minerali dei fondali marini sulle specie migratorie. Gli esperti avranno il compito di verificare anche l’impatto sulle prede di questi animali e sui loro ecosistemi. Aumenta anche la lotta alle catture accessorie. Infine, è stato raggiunto dopo 20 anni un accordo su una cosiddetta “Flyway” dell’Asia centrale. Quest’area si estende su 30 Stati e prevede un’unità di coordiname­nto per gli uccelli migratori. Il progetto verrà finanziato dal governo indiano e l’unità avrà sede proprio in India.

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