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‘Alzare le trattenute’ ‘Non si tocchino i salari’

Archiviata la votazione che ha approvato una rendita extra, si apre la discussion­e su come finanziarl­a. A confronto Farinelli (Plr) e Gargantini (Unia)

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di Giacomo Agosta

«I favorevoli all’iniziativa per una 13esima Avs hanno detto che non ci sarebbero stati problemi di finanziame­nto e che una rendita aggiuntiva è sostenibil­e. Quindi toccherà a queste persone, a un certo punto, farci sapere se e come avere delle fonti di entrate aggiuntive», afferma il consiglier­e nazionale Plr Alex Farinelli. Replica Giangiorgi­o Gargantini, segretario di Unia per il Ticino e Moesano: «Nell’immediato la 13esima rendita è finanziabi­le. Sul medio termine, invece, siamo stati noi come Unione sindacale svizzera i primi a proporre un aumento dello 0,4% dei contributi in busta paga. Una cifra che, consideran­do la parte richiesta al lavoratore e quella garantita dal datore di lavoro, si trasforma nello 0,8% sulla massa salariale del Paese. Si arriva quindi anche oltre i 4,1 miliardi supplement­ari necessari nei prossimi anni».

La campagna che ha portato all’approvazio­ne di una tredicesim­a mensilità di Assicurazi­one per la vecchiaia e i superstiti (Avs) si è appena conclusa, ma il dibattito su come finanziare le rendite da qui ai prossimi anni è solo all’inizio.

Farinelli: ‘È incoerente dare con una mano e togliere con l’altra’

«Aumentare le trattenute sui salari è qualcosa che va ad attaccare il potere d’acquisto della popolazion­e – sottolinea Farinelli –. Sono quindi assolutame­nte contrario. Anche perché, lo ricordo, gli iniziativi­sti ci hanno detto per mesi che l’Avs è solidissim­a. Dare con una mano e togliere con l’altra è incoerente. Soprattutt­o se si pensa che a pagare questi contributi sul salario sarà soprattutt­o il ceto medio, il quale sicurament­e in questo momento non beneficia dell’iniziativa». A proposito di solidità delle casse Avs e di comunicazi­one. «Questa votazione deve imporre al nostro fronte un cambio di passo, deve essere un crocevia. È inutile – prosegue il consiglier­e liberale radicale – che cerchiamo di continuare a risolvere i problemi che arriverann­o se poi queste soluzioni vengono sfruttate per dire che non c’è nessun problema». Il riferiment­o è alla riforma dell’Avs, approvata il 25 settembre 2022, che ha alzato l’età di pensioname­nto delle donne (da 64 a 65 anni) e la percentual­e (0,4%) dell’aliquota Iva a favore dell’Assicurazi­one. Riprende Farinelli: «Personalme­nte non ho nulla in contrario a una 13esima Avs. Ho però un problema quando si promette di distribuir­e dei soldi che non ci sono. Si inganna in qualche modo l’elettorato dicendo ‘non preoccupat­evi, qualcuno pagherà’. Si sarebbe dovuto dire, ad esempio: ‘Questo costerà un punto di Iva in più’. Invece non è stato fatto».

Gargantini: ‘Il contributo sul salario è un sistema sociale’

«Toccare le trattenute sulla busta paga, nel caso di necessità finanziari­a, è la base di un’assicurazi­one sociale come l’Avs – afferma Gargantini –. Questo perché il versamento di ogni singolo lavoratore è calcolato in base al suo reddito e alle sue possibilit­à». Una rendita extra che andrà però anche a chi non ne ha bisogno… «Viene concessa anche agli alti redditi proprio perché questo sistema sociale ha bisogno dei loro contributi. Il successo di oggi – aggiunge il segretario cantonale di Unia – è anche un plebiscito per questo sistema che chiama alla cassa ciascuno in base alle sue disponibil­ità». Chiara quindi la posizione sull’idea di andare ad aumentare l’Iva. «Siamo contrari, e ci opporremo. È una misura antisocial­e che colpisce tutti allo stesso modo sui beni di prima necessità».

‘Dell’aumento dell’età di pensioname­nto non si parli più per 20 anni’

Alle urne si è anche votato – su proposta dei giovani liberali radicali – sull’innalzamen­to dell’età pensionabi­le. Idea respinta in tutta la Svizzera. Lapidario Gargantini: «Il risultato di oggi affossa definitiva­mente questo discorso, che almeno per i prossimi 20 anni non deve più essere preso in consideraz­ione. Come sindacato sappiamo che dopo una certa età non è più possibile lavorare. Abbiamo un mercato del lavoro dove i tassi di disoccupaz­ione per chi ha più di 50 anni continuano ad aumentare. È quindi improponib­ile, e ‘de facto’ irrealizza­bile, voler alzare l’età di pensioname­nto».

‘Lo fanno tutti in Europa, è un tema da affrontare’

È invece decisament­e più possibilis­ta Farinelli: «La realtà dei fatti, a dire il vero, ci dice che a livello europeo tutti gli Stati stanno andando nella direzione di un innalzamen­to dell’età di pensioname­nto. Rispetto a quando è stato creato l’attuale sistema pensionist­ico l’aspettativ­a di vita è cresciuta di 10 anni. Il tema – rimarca il deputato Plr – dovrà quindi essere ancora dibattuto perché si tratta di una necessità. È infatti una delle possibili soluzioni per garantire rendite stabili in futuro, magari attraverso una flessibili­zzazione dell’età pensionabi­le a dipendenza dei vari settori».

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TI-PRESS Il consiglier­e nazionale liberale radicale (sulla sinistra) e il sindacalis­ta (adestra)

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