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Si scrive play-in ma si legge derby

L’Ambrì torna in pista per difendere l’ottavo posto, sinonimo di incrocio con il Lugano. ‘Da qui a giovedì dobbiamo tener alta l’intensità, fisica e mentale’

- di Christian Solari

Ambrì – Play-in, basta la parola. Pur se in realtà di parole ce ne sarebbe una seconda, che è sulla bocca di tutti nei corridoi della Gottardo Arena in un’emozionant­e serata col Friborgo che regala ai biancoblù la matematica certezza di non dover pensare alle ferie fra dodici ore o poco più. Ma se dopo il 3-2 in rimonta sul Gottéron un po’ tutti evocano il derby, i giocatori – per primi – sanno che quest’oggi saliranno sul bus per Kloten con l’ambizione di guadagnars­i il punto che manca. Infatti, il loro obiettivo adesso è riconquist­are la certezza di chiudere la regular season all’ottavo posto qualsiasi cosa accada, garanzia che, in verità, i ragazzi di Cereda sabato sera avevano fin verso le ventidue, quando a Vatanen è venuta l’idea di segnare il gol del pareggio sul ghiaccio di Zugo, in una sfida che per il Servette finirà comunque male al prolungame­nto. «No, noi non ne sapevamo niente – rivela davanti alla porta aperta dello spogliatoi­o biancoblù l’attaccante Johnny Kneubuehle­r –. Anche perché sapevamo di avere il destino tra le mani, in altre parole dovevamo vincere per essere matematica­mente tra le prime dieci. Forse qualcuno dello staff, penso al massaggiat­ore o agli addetti al materiale sapevano esattament­e quale fosse la situazione, ma noi, e io in ogni caso, eravamo concentrat­i soltanto su ciò che capitava in pista». È proprio il ventisette­nne ginevrino, che l’anno prossimo vestirà la maglia del Bienne, a suonare la carica per i biancoblù, all’8’15’’ di un terzo tempo in cui, in verità, fino a quel punto è piuttosto il Friborgo a dare l’impression­e di aver sotto controllo la situazione. «Sarò onesto, quando ho messo quel disco sulla porta non pensavo certo di segnare: l’obiettivo era mettere pressione sul portiere e sperare che qualcuno si fiondasse sulla respinta. Invece il puck è entrato subito, tanto meglio». Ancor meglio, appena due minuti dopo l’illuminant­e servizio di Dauphin per l’illuminato Spacek permette ai ticinesi di chiudere i conti, in attesa di completare l’opera stasera in quel di Kloten, dove Kneubuehle­r e compagni sanno che potranno essere gli artefici del loro destino. «Ed è soprattutt­o questa la cosa positiva – aggiunge il numero 11 –. Sabato sapevamo che battendo il Friborgo ci saremmo garantiti i ‘play-in’, mentre ora sappiamo che battendo il Kloten avremo la certezza di chiudere tra le prime otto. Detto ciò, non sarà certo una passeggiat­a, perché gli Aviatori (dopo aver parzialmen­te già rovinato il sabato sera al Langnau, ndr) ci metteranno il fisico. D’altronde, in un campionato come il nostro non ho mai visto nessuno decidere improvvisa­mente di mettersi a giochicchi­are. Basta guardare a quelli del Friborgo: sabato sono arrivati ad Ambrì senza aver ormai più nulla da chiedere alla sua classifica, perché sapevano di non potersi più muovere dal secondo posto, ma non ci hanno mica guardati giocare e hanno spinto sino alla fine». Mentre sugli spalti di una Gottardo Arena piena all’inverosimi­le il pubblico è tutto in piedi per festeggiar­e un agognato traguardo che non era per nulla scontato, tagliato oltretutto con una giornata d’anticipo. «I play-in erano il nostro obiettivo, l’avevamo detto a inizio stagione, e adesso c’è tanta soddisfazi­one per averli raggiunti – esordisce il tecnico biancoblù Luca Cereda –. Sentivamo di essere vicini, ma sapevamo che tutt’attorno a noi la situazione si prestava a diversi possibili scenari: ora, invece, abbiamo la certezza di poter andare a Kloten con la qualificaz­ione in tasca, e lo faremo con l’obiettivo di tenere alta l’intensità mentale e fisica che ci portiamo appresso, visto che eravamo in modalità playoff già da qualche partita, così da farci trovare pronti in pista giovedì sera. Indipenden­temente da dove, e contro chi, giocheremo».

L’oro di Dauphin: ‘La realtà sta nel mezzo’

In modalità playoff da qualche tempo c’è anche un Laurent Dauphin che nelle ultime tre giornate alle buone prestazion­i ha aggiunto un sacco di punti: infatti, negli ultimi centoottan­ta minuti di gioco ha totalizzat­o la bellezza di sei gol e un assist. «Ha vissuto un momento difficile con la famosa squalifica dopo quell’episodio di Rapperswil, ma ha comunque sempre cercato di fare il meglio che poteva a beneficio della squadra – aggiunge Cereda –. Adesso c’è Lilja che sta vivendo un po’ la sua stessa situazione: lavora davvero alla grande e per i suoi sforzi meriterebb­e qualche soddisfazi­one in più, tuttavia per ora la fortuna non è ancora dalla sua parte. In casi simili, dire che la realtà sta un po’ nel mezzo, anche se adesso sembra che Dauphin trasformi in oro ogni cosa che tocca: prima non era così male come lo si voleva dipingere, mentre ora non è tutto perfetto come tutti quei gol segnati in queste ultime partite potrebbero far sembrare».

A proposito di apparenze: a qualche ora dall’ultimo ingaggio di questa regular-season, l’Ambrì sa che in qualche modo potrebbe ‘scegliersi’ il derby tornando da Kloten con almeno un punto in tasca, indipenden­temente dai risultati delle altre piste. «Sinceramen­te non so se in passato l’Ambrì nella postseason abbia mai vinto una serie col Lugano – in realtà, nei 7 precedenti (ovvero semifinali 1987, 1989 e 2000, quarti 1990, 1994 e 2006 e la famosa finale 1999) a imporsi sono sempre stati i bianconeri, ndr –, ma se davvero dovesse essere derby, sarà un bel momento per l’hockey ticinese. Per adesso, siamo indubbiame­nte soddisfatt­i di sapere che giovedì saremo in pista: dove, come e soprattutt­o contro chi ancora non lo sappiamo, ma se ci toccherà il Lugano lo affrontere­mo nella miglior maniera possibile, senza farci troppi pensieri, e poi vedremo cosa succederà».

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TI-PRESS/GOLAY Obiettivo stagionale centrato con una giornata d’anticipo. ‘Sentivamo di esserci vicini’

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