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La Sam vince ma non convince, Lugano battuto con onore

In campo femminile, il Riva la ‘butta via’ contro il Baden

- di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Nel weekend vince solo la Spinelli, 98-82 contro il Nyon, perde con onore il Lugano a Ginevra, 93-87, spreca il Riva Basket, in casa, opposto al Baden, 60-62.

Per la Spinelli è stata una gara che si è risolta solo nell’ultimo quarto, diciamo negli ultimi 7 minuti quando, dal 79-77, ha piazzato un 195 che ha messo fine a una gara di pura sofferenza. Sì, perché a complicars­i la vita questa Sam sembra fatta apposta, andando in campo con la testa altrove. Il Nyon, che ha nel 43enne N’Doye il suo miglior giocatore o quasi, ha ringraziat­o per la svagatezza dei padroni di casa in difesa dove hanno concesso di tutto e di più, sprecando nel contempo anche in attacco: zero punti Dusan e Marko Mladjan nel primo tempo è da Guinness, in negativo ovviamente. Così il peso se lo sono divisi un indomito Ballard, 9 rimbalzi, un redivivo Dunans con 19 punti e il solito Williams, pure 19 punti e 9 rimbalzi, 4 in attacco. Il 21 pari di fine primo quarto evidenzia il tutto. Nel secondo quarto è stato Clanton a trovare spazi e punti, però gli ospiti han colpito come volevano e si è andati alla pausa sul 45-42.

Il terzo quarto ha visto la Spinelli andare a +10, 57-47 con 7 punti di Marko Mladjan e poi il via a un festival di falli tecnici, ben quattro, fra proteste e lamentele varie, nulla di nuovo, insomma. Quanto giustifica­te non si saprebbe che dire, ma le parole in campo erano lontane: fatto è che il Nyon è tornato in partita, fino al 65 pari al 9’ e 72-70 con la tripla di N’Doye, libero allo scadere da 3. Infine, un ultimo quarto che si è deciso, grazie a un Dunans tuttofare, ben coadiuvato dal solito Williams e dall’energia di Ballard, per un lieto fine a +16.

«Sono molto deluso per l’atteggiame­nto e la poca concentraz­ione – lo sfogo di Gubitosa –: non è possibile non essere sul pezzo sin dal primo minuto sui due lati del campo. Se giochiamo bene una partita ogni tanto non possiamo costruire una mentalità adeguata a portarci lontano. Io spero che questa partitacci­a ci serva da lezione».

Il Lugano è arrivato vicino al colpaccio in quel di Ginevra: un secondo tempo in rimonta con un parziale di 38-50 che ha rimesso in gara una squadra sprofondat­a 55-37 alla fine del secondo quarto. A poco meno di 4 minuti dalla fine i bianconeri erano 88-84, palla in mano: la tripla di Sampson non è entrata, quella di Zinn subito dopo sì, e si è chiusa la gara. Un primo tempo inusuale per Battey, con 0/10 al tiro, è stato un peso non indifferen­te per tutto il gruppo, così come i soli 3 punti di Warden. Un Lugano che ha concesso un solo rimbalzo ai ginevrini e nessun punto su secondo tiro è un unicum, come pure un Hammond superlusso con 7/8 da 3 punti e 5/10 da 2. Insomma, un Lugano che ha dato molto pur sprecando un po’ troppo in alcune fasi della gara, ma che ha saputo rendere vita dura a un Ginevra che schiera 4 americani e 5 nazionali. «Abbiamo fatto un ottimo secondo tempo – dice Montini –: purtroppo non è stato positivo il primo tempo, inusuale che Battey non faccia un solo punto: ma abbiamo lottato sino alla fine, poi la panchina ginevrina ha fatto la differenza». Già, 36 punti dalla panchina contro 5 sono più che eloquenti. Il Riva ha buttato alle ortiche una partita che doveva vincere e che invece ha perso, seppur di un solo canestro. La cattiva giornata delle sue due straniere, 11 punti per entrambe, un complessiv­o 8 su 26 al tiro, sono un minimo… storico, ha certamente pesato nell’economia del gioco. Se consideria­mo due cifre come il 13/27 nei tiri liberi e le 28 palle perse contro l’11 su 18 e le 20 perse delle avversarie, possiamo spiegare la sconfitta: bene le svizzere, con Picco a quota 11, la Clerici top scorer con 12 e “Roccia” Veri in doppia doppia, 11 punti e 10 rimbalzi.

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TI-PRESS/CRINARI Buon rientro per ThomasDuna­ns

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