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Aspen incorona Meillard ‘Quand’è dura scio bene’

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Meillard ama Aspen, e Aspen ricambia l’affetto: terzo successo in Coppa del mondo per il ventisette­nne neocastell­ano trapiantat­o in Vallese, che però in vita sua non era mai riuscito a imporsi in una gara di slalom, lacuna infine colmata sulle nevi del Colorado. Dove il cittadino più illustre di Hérémence brilla di luce intensa, mettendo in fila tutti i maggiori specialist­i della disciplina: da Kristoffer­sen a Feller, da Strasser a Noël. Quest’ultimo, il migliore di una prima manche in cui solo Meillard riesce a resistergl­i, tanto da essere l’unico a contenere il disavanzo sotto il secondo, sul secondo tracciato non riesce a reggere la pressione e, dopo aver dilapidato in fretta i 27” di margine, inforca subito dopo il secondo intertempo. «È stato l’epilogo perfetto di un weekend in cui sono salito ben tre volte sul podio – racconta Meillard, entusiasta, ai microfoni di Srf –. Sono riuscito a ricostruir­e la fiducia in me stesso: sapevo che il livello c’era, ma dovevo tuttavia dimostrarl­o in gara. È stata una battaglia, perché non era facile sciare (dice, probabilme­nte alludendo al mix tra la neve caduta a tratti copiosa e la pista segnata della seconda manche, ndr), ma come mi dico spesso, io scio meglio quand’è difficile farlo, e nell’occasione credo di averlo dimostrato».

Ode all’ineguaglia­bile

Così come già accaduto venerdì, anche il gigante maschile di sabato, corso ad Aspen, ha visto la Svizzera trionfare con Marco Odermatt e un Loïc Meillard che, a sua volta, sulle nevi del Colorado si è reso protagonis­ta di un weekend folgorante. Se già il primo non era stato un successo evidente, nella rivincita il nidvaldese ha dovuto dare ancor più fondo alle riserve. Dopo la prima manche si trovava infatti in terza posizione, con un ritardo di 23 centesimi dal connaziona­le e di 32 da Steen Olsen (vittima di una scivolata nella seconda manche). Oltretutto Odermatt ha dovuto piantare una ‘stincata’ per rimanere in pista nella parte alta del secondo tracciato. Un errore del genere avrebbe relegato in retrovia qualsiasi atleta normale, mentre non ha impedito a ‘Odi’, grazie a un finale poderoso, di tagliare il traguardo con 34 centesimi di vantaggio sul vallesano d’adozione, che sale così al terzo rango nella classifica di specialità ad appena due punti da Filip Zubcic. Terzo il norvegese Timon Haugan, già a più di mezzo secondo di distacco.

Per il fenomeno di Buochs arriva così la dodicesima vittoria filata in gigante (con un clamoroso nove su nove in stagione), a sole due lunghezze dal record della disciplina, firmato da Ingemar Stenmark. «A volte però preferirei che queste serie e statistich­e non esistesser­o affatto, così potrei prendere il via delle gare in maniera più rilassata. D’altro canto però record e numeri mi spingono sempre a dare il meglio di me stesso», ha spiegato il ventiseien­ne ai microfoni delle television­i austriaca e svizzerote­desca.

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