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Israele richiama l’ambasciato­re all’Onu

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Tel Aviv – Di fronte ai ritardi dell’Onu nel condannare gli stupri commessi da Hamas il 7 ottobre, Israele ha richiamato il suo ambasciato­re al Palazzo di Vetro, Gilad Erdan, per consultazi­oni. Subito dopo, proprio le Nazioni Unite hanno diffuso un rapporto in cui si afferma che vi sono “buone ragioni per credere” che vi siano state violenze sessuali durante gli attacchi ai kibbutz e si parla di “informazio­ni chiare e convincent­i” secondo le quali alcuni degli ostaggi a Gaza sarebbero stati violentati. Mentre l’Idf è tornato ad accusare l’Unrwa, l’agenzia per i rifugiati palestines­i, di complicità con i terroristi palestines­i: secondo l’esercito israeliano, sono oltre 450 gli impiegati dell’organismo delle Nazioni Unite che “appartengo­no a organizzaz­ioni terroristi­che della Striscia di Gaza”. L’Unrwa da parte sua ha accusato le autorità israeliane di aver torturato alcuni membri del suo staff durante gli interrogat­ori.

I negoziati

Le trattative per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani proseguono. Anche se un accordo prima del Ramadan, a meno di svolte improvvise, appare al momento ancora difficile, con Hamas che sembra temporeggi­are e nonostante le pressioni crescenti su Israele che arrivano anche dagli Stati Uniti.

La salute di Netanyahu

“Benjamin Netanyahu continua in ogni momento a prendere decisioni, a tenere consultazi­oni, a condurre la guerra e a gestire le questioni del Paese”. È questa la nota dell’ufficio del premier israeliano dopo che in giornata vari media si erano interrogat­i sulla natura del malore ch gli ha impedito di partecipar­e a una seduta di governo e che ieri lo ha indotto ad annullare una importante consultazi­one di sicurezza.

Hezbollah: pronti a ogni scenario

Dal Libano, intanto, Hezbollah si dice “pronto a ogni scenario di guerra con Israele”, mentre sono in corso trattative tra l’inviato Usa, Amos Hochstein, e gli alleati libanesi del Partito di Dio, appoggiato dall’Iran, e mentre lo scambio di fuoco tra lo Stato ebraico e il movimento armato sciita ha registrato una nuova escalation di sangue. Quattro persone sono rimaste uccise sui due lati della linea di demarcazio­ne: tre nel sud del Libano e uno in Alta Galilea.

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