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Chiesto l’ergastolo per il gambiano Sonko

L’accusa non ha dubbi: crimini contro l’umanità

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Bellinzona – La procuratri­ce della Confederaz­ione ha chiesto la detenzione a vita per l’ex ministro dell’Interno del Gambia Ousman Sonko. Quest’ultimo deve essere condannato per crimini ripetuti contro l’umanità, secondo l’accusa.

Per il Ministero pubblico della Confederaz­ione (Mpc), non ci sono dubbi che Sonko sia colpevole di assassinii, torture, stupri e violazioni del diritto all’autodeterm­inazione sessuale qualificab­ili come crimini contro l’umanità. La procuratri­ce pubblica ha inoltre chiesto che all’imputato sia vietato di mettere piede in Svizzera per 15 anni, ovvero la durata massima possibile in caso di espulsione.

Attacco sistematic­o

Nel corso dell’arringa davanti al Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona, la procuratri­ce ha sottolinea­to che l’ex ministro è stato correspons­abile di atti commessi da un gruppo che gravitava attorno a Yahya Jammeh, all’epoca dei fatti presidente del Gambia. Le infrazioni vanno iscritte nel quadro di un attacco sistematic­o contro la popolazion­e civile dello Stato africano.

Dall’inizio del processo, l’8 gennaio scorso, Sonko ha sempre respinto tutte le accuse e si è dichiarato innocente, affermando di non sapere nulla delle azioni di cui è accusato.

Processo storico

Durante il dibattimen­to è stato ribadito che si tratta di un processo storico in quanto è la prima volta che un ex ministro dell’Interno viene processato per crimini contro l’umanità in territorio svizzero. Sono inoltre emerse questioni giuridiche centrali sulle quali il Tpf dovrà ancora far luce, tra cui gli effetti della modifica del Codice penale svizzero all’inizio del 2011, ossia l’introduzio­ne dell’articolo 264a sui crimini contro l’umanità. Alcuni dei reati di cui Sonko è accusato risalgono infatti a prima del 2011, il che solleva la questione dell’applicabil­ità di tale legge.

L’atto d’accusa contempla in particolar­e i delitti di omicidio intenziona­le, lesione grave, esposizion­e a pericolo della vita altrui e violenza carnale, commessi tra il gennaio del 2000 e il settembre del 2016, quando Sonko è stato destituito dal suo incarico. L’uomo, 55 anni, è in carcere (dapprima preventivo, poi di sicurezza) nella Confederaz­ione da sette anni. All’apertura del processo l’avvocato di Sonko, Philippe Currat, aveva dichiarato che i fatti descritti nell’atto d’accusa non sono responsabi­lità del suo cliente, ma dei servizi segreti (Nia), e “questa agenzia non è mai stata sotto l’autorità o il controllo, né di fatto né di diritto, di Ousman Sonko”.

In totale sono undici le vittime dirette e i discendent­i di vittime che si sono costituiti accusatori privati.

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QANET L’ex ministro dell’Interno delGambia

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