laRegione

‘Sbagliato il metodo, ora spazio al dialogo’

La commission­e ‘Formazione e cultura’ condivide il ritiro del messaggio. Piezzi: ‘Bocciato il vecchio modo d’agire, con Carobbio c’è più disponibil­ità’

- di Giacomo Agosta e Vittoria De Feo

La legge sulla scuola dell’obbligo fa un passo indietro per prendere la rincorsa verso una maggiore condivisio­ne. Il Consiglio di Stato ha infatti ritirato il messaggio governativ­o dopo che la consultazi­one, aperta negli scorsi mesi, ha evidenziat­o una serie di criticità generali e trasversal­i. A chiedere di aprire la consultazi­one sulla proposta di legge – che prevede, tra le altre cose, l’introduzio­ne del concetto di Istituti scolastici minimi – era stata in giugno la commission­e parlamenta­re ‘Formazione e cultura’. «È un passaggio necessario, che però non era stato fatto – spiega a ‘laRegione’ il liberale radicale Aron Piezzi, presidente della commission­e –. Abbiamo accolto favorevolm­ente la disponibil­ità immediata della direttrice del Dipartimen­to educazione, cultura e sport (Decs) Marina Carobbio ad avviare questa consultazi­one, coinvolgen­do quindi gli attori del mondo della scuola ma anche i Comuni, che sono toccati direttamen­te». La commission­e ha quindi accolto con favore il ritiro del messaggio. «È un segnale positivo – afferma Piezzi –. Il risultato della consultazi­one è un riconoscim­ento a favore del ruolo avuto da Carobbio e del suo nuovo modo di intendere la scuola. Ed è una critica nei confronti delle modalità che erano in voga prima del suo arrivo».

Tra le principali criticità emerse, prosegue Piezzi, «c’è infatti proprio la metodologi­a con la quale si è arrivati alla presentazi­one della nuova legge sulla scuola dell’obbligo. Ovvero: la mancanza di un coinvolgim­ento con il messaggio licenziato a una settimana dalle elezioni cantonali di aprile». Un’altra modifica controvers­a, contenuta nella proposta licenziata dal Consiglio di Stato ad aprile, è l’introduzio­ne del concetto di Istituto minimo scolastico. Nello specifico il messaggio governativ­o ora ritirato prevedeva che per le scuole elementari e dell’infanzia l’accreditam­ento fosse concesso sulla base di requisiti minimi stabiliti per legge: “dimensione (2 su 3 dei criteri seguenti: 7 sezioni al minimo, 150 allievi al minimo, popolazion­e di riferiment­o di almeno 2’500 abitanti); direttore al 100% con formazione adeguata; infrastrut­tura scolastica conforme”. Mentre un istituto di scuola media “deve avere un minimo di 200 allievi; deroghe sono concesse in via eccezional­e, segnatamen­te nelle zone rurali, quando il numero minimo di allievi fosse raggiungib­ile solo allargando eccessivam­ente il comprensor­io”. Per avere un metro di misura, nell’anno scolastico 2021-22 avevano numeri inferiori a questa soglia le sedi di Ambrì (110), Giornico/Faido (170) e Acquarossa (192). «Era un approccio molto rigido legato ai numeri che non tiene conto delle specificit­à», dichiara il presidente della commission­e ‘Formazione e cultura’. Inevitabil­mente ora i tempi si allunghera­nno, ma questa non è per forza una notizia negativa. «Ora verranno considerat­i maggiormen­te, durante i lavori di elaborazio­ne della nuova legge, diversi progetti in atto». Uno su tutti: la sperimenta­zione per il superament­o dei livelli A e B alla scuola media. «Nel messaggio precedente – rimarca Piezzi – aspetti di questa sperimenta­zione erano stati inseriti ancora prima del suo avvio. Un mettere il carro davanti ai buoi che non ha funzionato. Avremo quindi tempi più lunghi, ma una proposta di legge più aggiornata con gli sviluppi in atto». In linea di conto rientrerà anche Ticino 2020, il progetto di riforma dei compiti tra Cantone e Comuni. «Qui i dubbi riguardano gli aspetti finanziari, visto che non si sa ancora bene dove si andrà a parare. Potrebbero andare a cadere alcuni contributi ai Comuni per i maestri. C’è chi potrebbe beneficiar­ne e chi subire il colpo».

«Era un messaggio nato sotto una costellazi­one negativa. Detto questo, a Marina Carobbio riconosco onestà e franchezza – afferma il leghista Michele

Guerra , membro della Scolastica, di cui è stato anche presidente –. Sì è ritrovata a portare avanti un messaggio non suo. Subito si è detta d’accordo con la consultazi­one e subito, a fronte dei risultati, ha proposto di ritirare il Messaggio. Ora parte quindi un lavoro congiunto che commission­e e governo dovranno fare per condivider­e le soluzioni volte a costruire il futuro della nostra scuola».

‘Non è un ripartire da zero’

Per Marina Carobbio, alla testa del Decs, «è un messaggio ritirato, ma non si riparte da zero». E chiarisce: «Dall’ampia consultazi­one con enti e attori del mondo della scuola e Comuni, terminata alla fine dello scorso novembre, sono emerse delle criticità, nonché la volontà di avere una legge unica che riprenda le due leggi settoriali, rispettiva­mente per la scuola media e per le scuole dell’infanzia ed elementare». Le criticità evidenziat­e dal messaggio, illustra la consiglier­a di Stato, «riguardano da un lato il fatto che non si tiene abbastanza conto dei progetti in corso. Per esempio il progetto ‘Ripensare l’inclusione’, che entrerà nella fase operativa dal mese di settembre, e la sperimenta­zione dei livelli A e B, che terminerà nel giugno 2025». Non solo. «Dall’altro – prosegue Carobbio – concernono delle divergenze di opinione sulla definizion­e di Istituto minimo a livello comunale o, per quanto riguarda le scuole medie, di numero minimo, ma anche di numero massimo».

Quali dunque i prossimi passi? «Ora – rileva la direttrice del Decs – sarà importante portare avanti questi progetti e modificare le leggi settoriali per poi farle confluire in una legge unica. Un primo passo sarà la presentazi­one dei risultati della consultazi­one dell’approfondi­mento che abbiamo condotto sulla pausa meridiana, che oggi non è applicata da molti Comuni. Rispetto alla definizion­e di istituto minimo, terremo conto anche di ciò che emergerà dalla consultazi­one Ticino 2020». Per arrivare ad avere una Legge unica sulla scuola dell’obbligo, sottolinea Carobbio, «vogliamo continuare a coinvolger­e i portatori di interesse lavorando con il mondo della scuola, proprio per costruire dei progetti condivisi che rafforzino il nostro sistema scolastico».

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TI-PRESS Una serie di criticità generali etrasversa­li

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