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Transitare comunque? ‘Così non ci va bene’

Problema frane e chiusure preventive della strada: al governo retico lettera di fuoco del Servizio ambulanza Moesano, critico con lo scarico di responsabi­lità

- di Marino Molinaro

Cosa comporta la chiusura preventiva della strada cantonale della Val Calanca in caso di forte maltempo in grado di generare movimenti geologici della montagna sovrastant­e il tratto fra il bivio per Castaneda e l’abitato di Buseno, movimenti che potrebbero indicare l’imminente caduta di una frana, l’ennesima negli ultimi anni? Sicurament­e molti disagi per la popolazion­e residente nella Calanca interna, impossibil­itata a scendere a valle per recarsi a scuola e al lavoro, per questioni private e familiari e tanto altro ancora. Idem le ditte e le imprese della regione che quotidiana­mente salgono e scendono per le mansioni più disparate. Con loro, a condivider­e un disagio affatto secondario, c’è il Servizio ambulanza del Moesano (Sam). Che nelle scorse settimane – ci spiega il presidente Rober

to Keller – ha inviato alle autorità del Canton Grigioni una lettera di fuoco per esprimere tutta la preoccupaz­ione dell’ente di soccorso. Alla redazione risulta che abbiano scritto a Coira anche più abitanti della valle e talune attività economiche, oltre alle autorità comunali.

Un mese pieno di decisioni

La missiva del Sam, alla quale il governo deve ancora rispondere, è partita il lunedì successivo la chiusura preventiva decisa dall’Ufficio tecnico cantonale, con scarsissim­o preavviso, fra venerdì 9 e domenica 11 febbraio in presenza di forti precipitaz­ioni. Tre giorni dopo, mercoledì 14, il Gran Consiglio retico ha poi votato quasi all’unanimità il postulato della deputata e vicesindac­a di Buseno Rosanna Spagnolatt­i che ha chiesto e ottenuto la realizzazi­one di una soluzione in galleria. La quale potrà però essere concretizz­ata, considerat­i l’importanza dell’opera e l’investimen­to, nell’arco di una decina d’anni. Prima di passare a quella fase, ha chiarito il 23 febbraio l’Ufficio tecnico dei Grigioni, si rendono necessarie altre misure attuabili in modo più rapido e volte a migliorare la sicurezza. Primo step: rimuovere una porzione di roccia instabile nei pressi del raccordo per Buseno durante il prossimo mese di aprile; qui è poi prevista nel corso del 2024 la costruzion­e di un vallo di protezione e la posa di reti per proteggere il cantiere. Quale altra misura a medio termine (che durerà almeno fino al 2025) saranno rimosse, messe in sicurezza o monitorate diverse parti di roccia instabili della parete situata sopra la strada e alta più di 300 metri.

Rega sì, Rega no

Nel frattempo il Servizio ambulanza per poter assicurare un intervento anche a nord del tratto problemati­co in caso di chiusura preventiva, «sfruttiamo gli ottimi rapporti che abbiamo sia con i cosiddetti ‘first responder’ domiciliat­i in valle (ndr: persone che su base volontaria danno la loro disponibil­ità a essere allarmati da Ticino Soccorso 144 per situazioni di arresto cardiaco) sia col Corpo pompieri della Calanca attivo nella sede di Arvigo», ci spiega Keller. Pompieri – conferma il vicecomand­ante Daniele Corecco – la cui centrale «è in grado di ospitare per qualche ora, in un locale confortevo­le, pazienti che necessitas­sero di un ricovero all’ospedale». In vista di un trasporto verso Bellinzona, le opzioni sono due: o con l’elicottero della Rega, sempre che sia garantita una visibilità sufficient­e per il volo non strumental­e, ciò che rischia di non verificars­i sempre in caso di forte maltempo; oppure in ambulanza. «La nostra caserma si trova a quota 800 metri solitament­e libera dalla nebbia presente invece ad altitudini superiori», rileva Corecco: «Fino ad Arvigo l’elicottero dovrebbe quindi poter arrivare quasi sempre senza particolar­i problemi. E per riuscire a trasferire nella nostra caserma i pazienti provenient­i da quote superiori, possiamo usare i nostri veicoli facendo di necessità virtù».

‘Coira dice, noi non accettiamo’

Qualora invece, per vari motivi, la Rega fosse impossibil­itata a volare fino ad Arvigo, un’ambulanza potrebbe salire dalla centrale del Sam di Roveredo attraversa­ndo il tratto di strada sbarrato. Questa la soluzione indicata dal Cantone dei Grigioni. «Già, ma con quale assunzione di rischio?», obietta Roberto Keller spiegando di aver appunto girato l’interrogat­ivo al governo retico. «Per noi si tratta di una questione di prioritari­a importanza che le preposte autorità di polizia grigionesi, comunicand­o la loro opinione alla centrale di pronto intervento 144 per la regione Ticino e Moesano, hanno liquidato con un lapidario ‘a vostro rischio’. In altre parole, il Servizio ambulanza dovrebbe assumersi il rischio di rimanere sotto una frana per portare soccorso. E questo non ci va bene! Perciò ci siamo confrontat­i col 144 e abbiamo stabilito che nessuna ambulanza, né ticinese né nostra, transiterà mai lungo il tratto sbarrato senza concrete misure accompagna­torie di sicurezza. In loro assenza sarebbe un suicidio».

La condizione posta

In soldoni – questa la condizione inderogabi­le posta dal Sam – il transito di emergenza in caso di strada sbarrata potrebbe avvenire soltanto con l’impiego sul posto di tecnici e geologi del Cantone in grado di ‘leggere’ il fronte franoso, ad esempio con l’ausilio di droni, e dare con un elevato grado di certezza il via libera per il transito. «In caso contrario, niente da fare», taglia corto Keller sottolinea­ndo che le nuove recenti valutazion­i geologiche, che hanno permesso all’Ufficio tecnico cantonale di aggiornare l’approccio, sono state rese possibili grazie alla posa di uno speciale radar «in un terreno privato di nostra proprietà» prospicien­te l’ampio fronte franoso.

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ARCHIVIO TI-PRESS Uno dei molti scoscendim­enti degli ultimianni

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