laRegione

Necessità o opportunit­à per la mensa scolastica?

Un’interpella­nza del Gruppo Udc chiede tra le altre cose di adottare una politica di ammissione più severa, oltre a un eventuale adattament­o della tassa

- di Sascha Cellina

La mensa dell’Istituto scolastico comunale deve rimanere un servizio rivolto unicamente a chi ha una reale necessità o, in caso si voglia fornirlo quale opportunit­à per tutti, bisogna adeguare la struttura e la tassa d’iscrizione. È – riassumend­o – il pensiero del Gruppo Udc in Consiglio comunale a Losone, che tratta il tema in un’interpella­nza firmata Leonardo Pinoja.

Il documento parte in particolar­e da due dati emersi nell’ultima seduta del Cc, trattando i conti preventivi 2024: il costo pro-allievo, comprensiv­o del servizio di sorveglian­za, è stimato in 12/14 franchi per pasto; il numero di adesioni alla mensa ha obbligato il Municipio a dividere in due zone la refezione (che ospita sia bambini della scuola dell’infanzia, sia delle Elementari), utilizzand­o anche parte dei rifugi sotterrane­i. “Quando è nata la mensa, si era ritenuto che vi fosse una reale necessità – si legge nell’interpella­nza –. Tante famiglie sono infatti in difficoltà nell’accudire i propri figli durante la pausa del mezzogiorn­o per i più svariati motivi. Fra questi possiamo citare le famiglie mono parentali, le famiglie che hanno la necessità di procacciar­e un secondo reddito e altre situazioni ancora. Trattandos­i nella maggior parte dei casi di situazioni difficili, può anche starci che il costo riscosso sia inferiore al costo reale (finora 7 franchi e 50 centesimi, in futuro 8,50)”.

Gestione logistica e costi da adattare, accesso da valutare con più attenzione

“Diametralm­ente diverso – prosegue Pinoja – dovrebbe essere l’approccio se il Comune decidesse di offrire un servizio mensa quale opportunit­à per le famiglie. In questo caso andrebbe pianificat­a una gestione logistica adatta, con gli spazi necessari per tutti (senza mandare in bambini nei rifugi) e infine fatturando il reale costo dei pasti. Andrebbe probabilme­nte ridisegnat­o il tutto e introdotte delle nuove regole; per i casi più difficili si potrebbe anche prevedere un costo inferiore, mentre per chi ha redditi nella media e scegliesse di mandare i figli in mensa pur non avendone la necessità, andrebbero fatturati i reali costi”.

Posto che “se venisse offerta quale opportunit­à verrebbe utilizzata in modo certamente maggiore di quanto lo è già oggi (si parla di una media di 80 presenze giornalier­e, ndr)”, si fa notare come “il nostro Comune, confrontat­o a una situazione finanziari­a delicata, con in previsione investimen­ti milionari per il risanament­o della scuola, non può certo pensare di creare oggi una mensa adatta a ospitare centinaia di bambini”.

Quindi, “se torniamo alla situazione odierna, dove la mensa è stata creata quale necessità, con spazi limitati, dando la priorità ai casi dove è comprovata una situazione di difficoltà, riteniamo che l’accesso debba essere valutato con più attenzione”. A tal proposito, secondo l’interpella­nte “vi sono famiglie che non hanno la necessità di mandare i figli in mensa ma, visto che esiste, la utilizzano quale opportunit­à (ad esempio per andare in palestra sul mezzogiorn­o)”. In sostanza, “gente che sfrutta la situazione, anche finanziari­amente, pur non avendone il diritto. Il tutto va parzialmen­te a discapito della logistica e della qualità di vita di tutti i bambini”.

Da qui, le domande al Municipio: “È corretto dire che a Losone abbiamo un servizio di mensa scolastica accessibil­e in primis a chi ha reali necessità di accudiment­o? Se si, è pensabile adottare una politica di ammissione più severa, chiedendo alle famiglie di giustifica­re concretame­nte i motivi della domanda? È pensabile a medio termine rivedere il costo, a dipendenza delle possibilit­à finanziari­e delle famiglie?”.

Per il Municipio ‘servizio sottodotat­o’ E non esclude di ridimensio­narlo

Come detto, il tema della mensa scolastica è già stato trattato nell’ultima seduta di Consiglio comunale dello scorso 20 novembre, anche attraverso la risposta dell’esecutivo losonese a un’interpella­nza di Athos Ghiggi (Plr). Il capodicast­ero Educazione e asilo nido Alfredo Soldati, ha spiegato come il bisogno di accudiment­o sul mezzogiorn­o degli allievi di scuola elementare, di cui “il Municipio di Losone ha da tempo deciso di farsi carico” per consentire ai loro genitori di conciliare lavoro e gestione dei figli, negli ultimi anni è aumentato in maniera importante. Se per l’anno scolastico 2019/2020 si parlava ancora di una media di 45 presenze giornalier­e, dallo scorso anno tale cifra è quasi raddoppiat­a (80). Quanto agli spazi, a quello originario al pianterren­o della scuola dell’infanzia (che può ospitare fino a 45 bambini) se ne sono aggiunti altri due da una ventina di posti, nella sala video sempre della SI e nel rifugio della Protezione civile nel seminterra­to della scuola elementare. Una situazione non certo ottimale, come ammesso dal Municipio stesso, che facendo notare di aver dovuto, per l’anno scolastico in corso, rifiutare diverse domande d’iscrizione (alcune parzialmen­te, altre integralme­nte, per un totale di 25 bambini “respinti”), ha parlato di “un servizio già attualment­e sottodotat­o”.

Quanto alle possibili soluzioni, Soldati ha sottolinea­to come sarà difficile trovarne a corto termine “e ad ogni modo, la tematica andrà inserita nella pianificaz­ione, che partirà a breve (dopo essersi fatta attendere a lungo, ndr), della ristruttur­azione dell’Istituto scolastico”. Di certo “gli spazi di manovra per accogliere eventuali aumenti non ve ne sono”, quindi il Municipio potrebbe “prendere in consideraz­ione anche l’introduzio­ne di ulteriori limiti restrittiv­i, così da abbassare il numero degli allievi accoglibil­i. Attualment­e alle famiglie è richiesta unicamente un’autocertif­icazione dei loro bisogni lavorativi. Un controllo più severo delle condizioni, potrebbe eventualme­nte portare a una potenziale riduzione del numero di accessi al servizio”. Una possibilit­à ventilata da Ghiggi e che potrebbe aiutare a scongiurar­e questo scenario, è l’utilizzo di uno o più prefabbric­ati modulari o container da inserire nello spazio tra l’attuale mensa e le palestre. Un’opzione che il Municipio non scarta a priori, anzi la valuta “una soluzione come interessan­te”, della quale però “andrebbe valutato l’impatto finanziari­o. A partire da alcune valutazion­i fatte in passato per altre esigenze, questi container risultereb­bero comunque assai costosi”.

 ?? ?? Una possibile soluzione transitori­a: posizionar­e dei container tra SE e SI
Una possibile soluzione transitori­a: posizionar­e dei container tra SE e SI

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland