Per contro...
Berna – La Svizzera figura fra i Paesi al mondo con il maggior potenziale per sfruttare l’intelligenza artificiale: l’AI generativa (GenAI) potrebbe aumentare la crescita economica dello 0,5-0,8% all’anno, pari a circa 50 miliardi supplementari antro il 2030, stando a uno studio pubblicato oggi dalla società di consulenza PwC. L’impatto dell’AI generativa (cioè quella che genera testi, immagini e video su richiesta) varia peraltro enormemente tra i singoli settori. I potenziali maggiori vincitori sono i rami in cui vengono raccolte, analizzate ed elaborate grandi quantità di dati: sviluppatori di software, aziende dei media, industria farmaceutica e finanza. Entro il 2030 la GenAI potrebbe consentire aumenti di produttività compresi tra l’8 e il 15% in questi campi. I potenziali guadagni di efficienza in comparti come il commercio al dettaglio, il turismo e la sanità sono significativamente inferiori. La GenAI potrebbe dare una spinta ad esempio nelle vendite o attraverso una forte personalizzazione del contatto con i clienti e aumentare la produttività del 4-6%. Ambiti quali l’agricoltura, l’edilizia e la chimica hanno meno probabilità di beneficiare dell’AI generativa: lo studio prevede solo aumenti di efficienza indiretti, tra il 2,5 e il 5%, per questi settori a basso potenziale, fortemente caratterizzati dal lavoro fisico, dalla produzione industriale e da un elevato fabbisogno di materiali ed energia.
Un’analisi del mix industriale svizzero mostra peraltro che i rami ad alto impatto contribuiscono già al prodotto interno lordo (Pil) in misura superiore alla media, con una quota del 27% del valore aggiunto, mentre il settore a basso potenziale è relativamente debole in Svizzera, con una quota del 36% del Pil. In un confronto globale, la Svizzera appartiene al gruppo dei beneficiari di GenAI insieme a Belgio, Svezia, Stati Uniti e Regno Unito, rilevano i ricercatori.