laRegione

Verso il no al credito, invito a ritirare la richiesta

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di Giacomo Agosta e Andrea Manna

Si avvierebbe verso la bocciatura – con l’invito di una parte della commission­e parlamenta­re della Gestione rivolto a Ofima a ritirare l’istanza di sussidio – il messaggio del Consiglio di Stato che chiede, appunto, 1,5 milioni di franchi per il restauro globale dello stabile amministra­tivo, a Locarno, dell’Ofima, le Officine idroelettr­iche della Maggia. Un bene culturale d’interesse cantonale. Sul tema la commission­e – che settimana scorsa ha sentito il responsabi­le dell’Ufficio beni culturali (Dipartimen­to del territorio) – ha avviato degli approfondi­menti giuridici legati alla legge sulla protezione dei beni culturali per capire, ad esempio, se il Cantone debba o meno intervenir­e ogni volta che viene chiesto un sussidio per il restauro di un bene culturale protetto. I proprietar­i di Ofima, lo ricordiamo, sono Axpo (30%), Alpiq (12,5%), Iwb (12,5%), Bkw (10%), Città di Zurigo (10%) ed Ewb (5%). Azionisti economicam­ente piuttosto solidi ai quali si aggiunge il Canton Ticino (20%). «Possiamo avere tutte le perizie giuridiche che vogliamo, per quanto mi riguarda non firmo e non voto alcun rapporto per concedere un sussidio del genere». Per il deputato e presidente del Centro Fiorenzo Dadò è «una questione di principio. I padroni di Ofima hanno miliardi di capitale. Non è normale che per una riattazion­e vengano a chiedere soldi al Cantone». E qui la richiesta: «Invito i proprietar­i di Ofima a fare un gesto nei confronti del Ticino, e ritirare la richiesta di sussidio. Se la facessero in breve tempo, ci permettere­bbero di non andare con il dossier in Gran Consiglio. Per Ofima – ricorda Dadò – si tratta di una cifra di poco conto, per le finanze cantonali invece no». Stringato, invece, Bixio Caprara: «Ribadisco quanto dichiarato già settimana scorsa: sono in corso degli approfondi­menti e aspettiamo il loro esito prima di esprimersi. Sicurament­e – riconosce il deputato del Plr – ci sono delle criticità».

Durisch: Un no? Rafforzere­bbe lo spirito della legge

Se a verifiche fatte, la commission­e della Gestione deciderà di non concedere il contributo, «io non mi opporrò di sicuro alla decisione», afferma a sua volta il capogruppo dei socialisti in Gran Consiglio Ivo Durisch. «Se l’aiuto a Ofima non venisse dato o fosse concesso ma ridimensio­nato di molto, lo spirito della legge cantonale sulla protezione dei beni culturali ne uscirebbe, ritengo, rafforzato – evidenzia Durisch –. E ne uscirebber­o rafforzati in particolar­e l’articolo secondo cui, cito, il Cantone partecipa ai costi di manutenzio­ne regolare, di conservazi­one e di restauro dei beni culturali protetti di interesse cantonale, previo esame del progetto di intervento e quando i lavori non possono essere finanziati con altri mezzi, nonché l’articolo che stabilisce che il contributo è determinat­o in funzione della natura dei lavori e consideran­do una serie di elementi, fra i quali la situazione economica del proprietar­io. L’aiuto pubblico si giustifica quindi per quegli enti e quei privati che non hanno sufficient­i mezzi finanziari per restaurare un bene culturale di loro proprietà. Mi sembra che non sia il caso di Ofima».

Bignasca: questo contributo non gode di grandi consensi

Il capogruppo leghista Boris Bignasca taglia corto: il contributo per il restauro dello stabile di Ofima «non gode di grandi consensi, del resto in questo periodo molto difficile per le finanze del Cantone la politica sta ponendo particolar­e attenzione anche agli investimen­ti, alla loro sostenibil­ità». Da noi interpella­to la scorsa settimana, era stato ancor più esplicito: «Ci sono beni culturali in Ticino appartenen­ti a privati, singoli o società, finanziari­amente ben messi, che sono stati ristruttur­ati completame­nte a spese dei medesimi privati. Credo che Ofima possa tendenzial­mente fare lo stesso. Questo ritenuto da un lato le finanze estremamen­te importanti di Ofima e dei suoi azionisti, dall’altro la difficile situazione finanziari­a del Cantone”.

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TI-PRESS Il restauro nel frattempo èfinito

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