L’Alpe di Caviano è pronta ad accogliere i visitatori
La rinnovata struttura dispone di 22 posti letto
Dall’imponente Monte Leone fino al quartiere meneghino CityLife. In mezzo tutto il Mendrisiotto e gran parte del Piemonte. La vista che si gode dall’Alpe di Caviano di Castel San Pietro non lascia indifferenti e ora, con l’apertura della quarta struttura dell’albergo diffuso del Monte Generoso, nel nuovo balcone verde del Mendrisiotto si vedranno anche più turisti.
Una nuova forma di riscaldamento
I due edifici presenti fino agli anni 80 servivano come stalla e fienile. Successivamente, spiega Dario Frigerio presidente del Patriziato locale, sono stati abbandonati a loro stessi: «Uno stabile veniva ancora usato per le feste patriziali, ma durante tutto il resto del tempo qui non ci veniva nessuno». Dopo diversi anni di picconate, il grosso del lavoro è iniziato nel giugno del 2022, «ora il rifugio ha al suo interno un salone, una stanza adibita per i portatori di handicap, cinque camere doppie, una mansarda con una camerata con dieci letti singoli e una lavanderia». Oltre a quello che può direttamente vedere il visitatore, quanto realizzato dall’architetto Giorgio Bernasconi include anche dei lavori strutturali non indifferenti: «Una decina di anni fa abbiamo iniziato con la riparazione del tetto, poi abbiamo messo sul tavolo l’idea di demolire le strutture e di realizzarne di altre; alla fine, però, abbiamo optato per una riattazione. Sono stati aggiunti dei pannelli solari, l’isolamento alle pareti ed è stato inserito il riscaldamento nell’edificio che finora non era presente». Anche la cucina ha subito delle migliorie non da poco: «È stato costruito un pozzo canadese che consentirà di raffreddare lo spazio in estate e riscaldarlo in inverno – continua l’architetto –, inoltre, tramite un tank interrato, la cucina ha a disposizione il gas». Per dare spazio a tutte queste novità è stato deciso di rinunciare al camino. Da sottolineare anche che, in questa rinnovata area, c’è un impianto di fitodepurazione per semplificare lo smaltimento delle acque reflue e ridurre il volume residuo da riportare a valle; con un investimento di 50mila franchi a fine 2020 era stata concessa l’abitabilità in previsione dell’ampliamento del rifugio.
‘Un esempio virtuoso’
Alla presentazione, tra i relatori era presente anche Norman Gobbi, il capo del Dipartimento delle istituzioni: «Quando vedo opere del genere mi rendo conto di quanto è magnifico il nostro cantone. Questo è un esempio virtuoso che abbiamo voluto finanziare tramite il fondo aiuto del territorio con 200mila franchi. Solitamente queste opere vengono sostenute con il fondo patriziale, ma quanto si sta facendo con l’albergo diffuso porta un valore aggiunto a tutta la zona circostante. Mi auguro che quanto fatto qui possa diventare un esempio». La virtuosità del progetto è stata rimarcata anche da Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia: «L’obiettivo era quello di sviluppare un prodotto turistico attrattivo per il pernottamento, da inserire in questo progetto. La ristrutturazione del Caviano è infatti un importante tassello della messa in rete dell’offerta turistica e dell’ospitalità. Lo svago nella regione è quindi ampliato e migliorato e lo sarà ancora di più perché il progetto è in continua evoluzione: in varie località della zona sono in corso i lavori per ampliare quanto viene proposto dall’albergo diffuso che sta permettendo a una regione periferica di esprimere tutto il suo potenziale, ottenendo risultati invidiabili a livello di visibilità. Ciò va a influire sull’economia della regione».
Finanziamenti anche da oltre Gottardo
Anche la Svizzera tedesca è interessata a questa regione. Lo si può notare dai soldi ricevuti. Infatti, una buona parte del totale (non quantificato dal Patriziato) è stata finanziata dall’Associazione aiuto alla montagna meglio conosciuta come ‘Berghilfe’. Come ha spiegato Silvia Uehlinger, esperta dell’associazione, «valorizzare questi luoghi di montagna non è economicamente facile, tantomeno realizzare delle strutture così belle. I soldi non devono essere un problema, dunque abbiamo deciso di contribuire con 465mila franchi». Castel San Pietro, dal canto suo, ha contribuito con 300mila franchi.