laRegione

Pratiche in rete, ‘antidoto’ alla corsia Tir

Le domande di Alex Farinelli a Berna riaprono il tema. In attesa che il progetto pilota (‘positivo’) venga esteso anche in direzione dell’Italia

- di Daniela Carugati

I test sin qui hanno dato ragione al processo di digitalizz­azione, anche a cavallo della frontiera. Procedure più snelle e tempi d’attesa più brevi in dogana sembrano ormai essere dei punti forti. Del resto, la conferma giunge pure da Berna: l’esperienza condotta, dal 2022, ai valichi di Stabio e Chiasso Brogeda nel solco del programma DaziT dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc) è stata “positiva”. Tant’è che a livello federale si punta all’obiettivo secondo un preciso calendario, meta finale il 2026. Data entro la quale si sarà compiuta la transizion­e e tutti i processi doganali, di riscossion­e dei tributi e di controllo, saranno semplifica­ti, ottimizzat­i e, appunto, digitalizz­ati. Il deputato Plr Alex Farinelli, però, non intende fermarsi qui. La risposta ricevuta in questi giorni dal Consiglio federale apre, in effetti, ad altri interrogat­ivi. Sullo sfondo vi è d’altra parte un altro progetto, quello della corsia riservata ai Tir lungo il tratto finale a sud dell’autostrada – tra Coldrerio e Balerna –, promosso da Ustra, dall’Ufficio federale delle strade e avversato – in modo politicame­nte trasversal­e – dall’intero Distretto. «Con il passaggio digitalizz­ato – richiama il consiglier­e nazionale da noi contattato – si risolvereb­bero diversi problemi, primo fra tutti quello della corsia di sosta degli autotreni che tanto fa discutere il Mendrisiot­to. Se ci fosse un sistema di transito dalla Svizzera all’Italia più efficiente e più rapido, di fatto verrebbe usata pochissimo. Di sicuro nella regione è una questione che detta un certo interesse».

Si guarda anche verso sud

A corroborar­e questa visione vi sono le stesse dichiarazi­oni recenti del governo centrale. “Le operazioni pilota sono stabili e senza problemi significat­ivi – si è confermato dando seguito alle sollecitaz­ioni di Farinelli –. A Chiasso la nuova soluzione è stata sperimenta­ta nel transito internazio­nale in direzione Italia-Svizzera ed è stata utilizzata in breve tempo in circa il 50 per cento dei casi. A Stabio, questa procedura di transito semplifica­ta è utilizzata in entrambe le direzioni. Tuttavia, l’uso è minore». Il piano operativo, d’altro canto, è quello di procedere su questa strada e ampliare il progetto. “Il prossimo passo – si fa sapere da Palazzo federale – è estendere la fase pilota, in collaboraz­ione con l’Italia, per raggiunger­e l’obiettivo della digitalizz­azione end-to-end”. C’è però un nodo da sciogliere. “A causa dei processi italiani – si spiega –, lo sdoganamen­to completame­nte elettronic­o sarà possibile solo con la realizzazi­one del progetto internazio­nale ‘BorderTick­et’”. Ed è qui che si inserisce l’azione del deputato Plr. «Adesso – ci illustra – voglio cercare di capire qual è l’orizzonte temporale dell’introduzio­ne del sistema internazio­nale». Il grosso tema, infatti, in ottica regionale ora è il transito in direzione dell’Italia. Lungo altre frontiere, quale quella con l’Austria ad esempio, si è già raggiunta una bilaterali­tà dei processi informatic­i. E, come si legge nella nota diffusa l’agosto scorso sul portale della Confederaz­ione, proprio in occasione dell’accordo con l’Austria, “a medio termine, le misure di digitalizz­azione concordate bilateralm­ente tra la Svizzera e i suoi Paesi limitrofi saranno integrate in una soluzione europea”; in tre parole il progetto ‘BorderTick­et’. Non a caso agli occhi del consiglier­e nazionale è importante non stare a guardare. «C’è infatti un altro aspetto – ci fa notare –: occorre capire se come Svizzera dobbiamo fare qualcosa in attesa dell’applicazio­ne del sistema europeo, per non farci trovare impreparat­i».

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TI-PRESS La sperimenta­zione a Brogedafun­ziona

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