Pratiche in rete, ‘antidoto’ alla corsia Tir
Le domande di Alex Farinelli a Berna riaprono il tema. In attesa che il progetto pilota (‘positivo’) venga esteso anche in direzione dell’Italia
I test sin qui hanno dato ragione al processo di digitalizzazione, anche a cavallo della frontiera. Procedure più snelle e tempi d’attesa più brevi in dogana sembrano ormai essere dei punti forti. Del resto, la conferma giunge pure da Berna: l’esperienza condotta, dal 2022, ai valichi di Stabio e Chiasso Brogeda nel solco del programma DaziT dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc) è stata “positiva”. Tant’è che a livello federale si punta all’obiettivo secondo un preciso calendario, meta finale il 2026. Data entro la quale si sarà compiuta la transizione e tutti i processi doganali, di riscossione dei tributi e di controllo, saranno semplificati, ottimizzati e, appunto, digitalizzati. Il deputato Plr Alex Farinelli, però, non intende fermarsi qui. La risposta ricevuta in questi giorni dal Consiglio federale apre, in effetti, ad altri interrogativi. Sullo sfondo vi è d’altra parte un altro progetto, quello della corsia riservata ai Tir lungo il tratto finale a sud dell’autostrada – tra Coldrerio e Balerna –, promosso da Ustra, dall’Ufficio federale delle strade e avversato – in modo politicamente trasversale – dall’intero Distretto. «Con il passaggio digitalizzato – richiama il consigliere nazionale da noi contattato – si risolverebbero diversi problemi, primo fra tutti quello della corsia di sosta degli autotreni che tanto fa discutere il Mendrisiotto. Se ci fosse un sistema di transito dalla Svizzera all’Italia più efficiente e più rapido, di fatto verrebbe usata pochissimo. Di sicuro nella regione è una questione che detta un certo interesse».
Si guarda anche verso sud
A corroborare questa visione vi sono le stesse dichiarazioni recenti del governo centrale. “Le operazioni pilota sono stabili e senza problemi significativi – si è confermato dando seguito alle sollecitazioni di Farinelli –. A Chiasso la nuova soluzione è stata sperimentata nel transito internazionale in direzione Italia-Svizzera ed è stata utilizzata in breve tempo in circa il 50 per cento dei casi. A Stabio, questa procedura di transito semplificata è utilizzata in entrambe le direzioni. Tuttavia, l’uso è minore». Il piano operativo, d’altro canto, è quello di procedere su questa strada e ampliare il progetto. “Il prossimo passo – si fa sapere da Palazzo federale – è estendere la fase pilota, in collaborazione con l’Italia, per raggiungere l’obiettivo della digitalizzazione end-to-end”. C’è però un nodo da sciogliere. “A causa dei processi italiani – si spiega –, lo sdoganamento completamente elettronico sarà possibile solo con la realizzazione del progetto internazionale ‘BorderTicket’”. Ed è qui che si inserisce l’azione del deputato Plr. «Adesso – ci illustra – voglio cercare di capire qual è l’orizzonte temporale dell’introduzione del sistema internazionale». Il grosso tema, infatti, in ottica regionale ora è il transito in direzione dell’Italia. Lungo altre frontiere, quale quella con l’Austria ad esempio, si è già raggiunta una bilateralità dei processi informatici. E, come si legge nella nota diffusa l’agosto scorso sul portale della Confederazione, proprio in occasione dell’accordo con l’Austria, “a medio termine, le misure di digitalizzazione concordate bilateralmente tra la Svizzera e i suoi Paesi limitrofi saranno integrate in una soluzione europea”; in tre parole il progetto ‘BorderTicket’. Non a caso agli occhi del consigliere nazionale è importante non stare a guardare. «C’è infatti un altro aspetto – ci fa notare –: occorre capire se come Svizzera dobbiamo fare qualcosa in attesa dell’applicazione del sistema europeo, per non farci trovare impreparati».