laRegione

Campa cavallo…

- di Patrizio Fenini, ingegnere

Alessandro Speziali propone di aspettare la fine del capitolo Partnerwer­ke (2048) per un cambiament­o della nostra storia, quando “l’obiettivo sarà di lasciare una quota più ragionevol­e di indotto alle Valli (leggasi ‘canoni d’acqua’)”, rendendo le Valli “meno dipendenti dalla perequazio­ne intercomun­ale” per accontenta­re tutti, “dalla Città di Lugano alle terre del Fondo del sacco”. Un esercizio del genere è stato fatto nel 2010 con l’approvazio­ne della modifica della Legge sulla perequazio­ne intercomun­ale (Lpi) quale controprog­etto all’iniziativa detta di Frasco, l’iniziativa dei Comuni che voleva la ripartizio­ne dei canoni tra i Comuni e i Patriziati. Nonostante il fatto che il Consiglio di Stato abbia decretato che il riversamen­to dei canoni d’acqua (30% del totale) andasse inteso come una forma d’indennizzo per i disagi causati dagli impianti idroelettr­ici, la dozzina di milioni fu assegnata alla Lpi che li distribuis­ce tuttora con dei criteri tra cui manca proprio lo sfruttamen­to delle acque e i disagi che ha causato. Non me ne vogliano gli amici di Capriasca per l’esempio: dei 17 milioni che vengono distribuit­i dall’ultimo aumento dei canoni, il Comune di Capriasca – nemmeno lontanamen­te toccato dalle opere idroelettr­iche – riceve Fr. 1’054’000, mentre Cevio, che conta sul proprio territorio dighe, centrali, prese d’acqua, elettrodot­ti e disagi vari, riceve Fr. 801’000.

L’iniziativa di Frasco è dunque stata privata della sua anima. Con la modifica della Lpi del 2010, di fatto, alcuni milioni che prima venivano versati dai Comuni ricchi nella perequazio­ne, ora provengono dai canoni d’acqua. Un’operazione redditizia, ma per Lugano, non per quelli del Fondo del sacco, che invece si sentono presi per i fondelli.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland