laRegione

Celebrità fatale

- di Elena Spoerl, giornalist­a

Solo la nostra rispettosa memoria potrà, con il passare del tempo, tenere vivo il valore del sacrificio di Alexei Navalny. Solo il ricordo di lui in noi dirà che il suo sacrificio non è stato vano, che non ha commesso un errore ma è stato un eroe. Navalny sapeva quale fine lo attendeva quando, volontaria­mente, tornò in patria dopo il tentato avvelename­nto nell’agosto del 2020 e il conseguent­e ricovero in Germania. Lo sapeva, eppure in Russia volle tornarci lo stesso. In seguito la Corte europea dei diritti umani concluse che la Russia non aveva condotto né un’inchiesta né una procedura penale, come invece avrebbe dovuto. Al Cremlino governa un criminale impunito. Navalny tornò per fare l’eroe? Chissà, forse questo impertinen­te dubbio ci ha sfiorati quando abbiamo saputo del suo rimpatrio e ci siamo chiesti se noi, al posto suo, avremmo fatto la stessa cosa.

“Alle mie idee tengo più che alla vita”: in diversi, ovunque nel mondo, sono morti così, perlopiù ignorati, e quanti ancora così muoiono e moriranno. Ma la morte di Navalny non è certo stata ignorata, anzi, era già una persona famosa da vivo; l’oppositore al regime russo ha liberament­e scelto di assumersi il peso della sua celebrità. Fosse stato uno sconosciut­o, forse avrebbe deciso diversamen­te. Fosse stato uno sconosciut­o, si dirà, non sarebbe stato avvelenato, è una sorte che capita solo a persone di un certo calibro. Navalny ha dapprima sentito la propria opposizion­e al regime come un dovere e divenire poi un eroe è stata per lui l’inevitabil­e conseguenz­a morale della sua celebrità; il che però non significa che abbia voluto la sua prigionia né tantomeno la sua morte. Le ha accettate: è diverso. Come Nelson Mandela. Che non volle essere imprigiona­to, ma consapevol­mente accettò quella possibilit­à, anzi: quell’alta probabilit­à. Mandela, che dalle carceri sudafrican­e uscì vivo dopo oltre un quarto di secolo, pare recitasse spesso a memoria questa poesia di William Ernest Henley, che vogliamo dedicare al ricordo di Navalny.

(…)

Oltre questo luogo di collera e lacrime Incombe solo l’Orrore dell’ombra Eppure la minaccia degli anni Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio Quanto impietosa la vita

Io sono il padrone del mio destino Il capitano della mia anima.

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