laRegione

Verso il ‘dopo Dafond’ fra eredità e ambizioni

Minusio: il futuro sindaco sarà uno fra il successore designato dal Plr Renato Mondada e il ‘figlio d’arte’ Alessandro Mazzoleni, di Uniti per Minusio

- di Davide Martinoni di Uniti per Minusio, è avvocato. In Municipio da 16 anni, è stato vicesindac­o ed è granconsig­liere della Lega dei Ticinesi.

Renato Mondada, 40 anni, è il candidato sindaco per il Plr di Minusio. In Municipio da 8 anni (di cui gli ultimi 3 da vicesindac­o) è economista. Avvocato specializz­ato in diritto delle assicurazi­oni, 47 anni, in Municipio da 16, granconsig­liere per la Lega dei Ticinesi, Alessandro Mazzoleni è invece l’uomo su cui punta Uniti per Minusio per ritrovare i fasti di papà Piero, già sindaco Ppd. laRegione li ha incontrati.

Tre anni fa eravate stati protagonis­ti di una polemica dai risvolti personali. Mazzoleni aspirava apertament­e alla carica di vicesindac­o, che però la maggioranz­a assoluta Plr in Municipio aveva deciso di affidare a Mondada, il quale non l’aveva rifiutata (anzi). Come avete vissuto quella situazione e quali strascichi ha lasciato?

ALESSANDRO MAZZOLENI - La carica di vicesindac­o è istituzion­ale, nei lavori del Municipio vale un voto come per il sindaco e i municipali e nulla toglie all’espression­e di un’opinione e alla condivisio­ne delle idee. Detto questo, è vero, mi ero arrabbiato, più che altro perché ero già vicesindac­o e ritenevo corretto rimanerlo in quanto miglior votato del secondo partito del Comune. Ricordo anche di essermi detto: “Se cominciamo così, figuriamoc­i dopo…”. Poi in realtà l’attività di Municipio non ne ha minimament­e risentito, anche se forse, nella popolazion­e, la scelta del Plr è stata considerat­a un po’ arrogante. RENATO MONDADA - Avere discussion­i non è mai bello: ne avevamo avute già 4 anni prima per l’attribuzio­ne dei Dicasteri. Per la carica di vicesindac­o non giriamoci in giro, era stata una questione esclusivam­ente tattica, in un’ottica di succession­e del sindaco. Sapevamo già che sarebbe stata l’ultima legislatur­a di Dafond e in quella nuova configuraz­ione, con 4 municipali su 7, Felice ci teneva che mi profilassi come vicesindac­o per prepararmi sostituend­olo quando serviva, ma anche per poter sposare, con i vantaggi elettorali che ne possono derivare conoscendo tante persone.

Restiamo sugli squilibri, almeno numerici. Quanto l’inedita maggioranz­a assoluta Plr ha aleggiato come fattore in questi tre anni?

MAZZOLENI - All’inizio bisogna abituarsi perché tutto quanto viene detto può venire neutralizz­ato dal “su le mani, giù le mani”. Non nego che per talune decisioni di carattere più politico, come possono essere delle nomine, sia capitato, ed è stato secondo me malsano. Peraltro, su temi veramente importanti per la cittadinan­za, abbiamo evitato di decidere a maggioranz­a.

MONDADA - Confermo che sui grandi temi non si è mai votato a maggioranz­a, ma faccio notare che se ci sono state nomine partitiche, sono state bipartisan. Rilevo anche che in questa legislatur­a corta c’è stata in Municipio molta più dialettica rispetto a quella precedente in cui Plr e Uniti per Minusio erano 3 a 3. Ed è stato, ovviamente, un bene.

MAZZOLENI - Per le nomine, in talune circostanz­e è venuto meno il principio, a me caro, di favorire i domiciliat­i a Minusio. Poi mi era stato detto che i domiciliat­i non avevano le competenze, ma allora io avrei piuttosto riaperto il concorso. A proposito di maggioranz­e, oggi il Plr spinge molto sull’allestimen­to di studi sulla pianificaz­ione del territorio, anche se non è il momento giusto per farlo, perché vincoliamo inutilment­e il prossimo Municipio.

MONDADA - Ribatto sempliceme­nte ricordando che a livello progettual­e portarsi avanti laddove possibile e necessario non lega, ma piuttosto facilita chi viene dopo.

Minusio, sesto centro ticinese per abitanti, non lesina negli investimen­ti interni, ma si apre anche a collaboraz­ioni intercomun­ali, ad esempio per la polizia con il Piano.

In tema di aggregazio­ni, nel 2011 Minusio aveva bocciato il progetto di sponda sinistra con la Città polo. Si può ritentare?

MONDADA - A suo tempo mi ero esposto pubblicame­nte, dichiarand­omi favorevole a un’aggregazio­ne. Detto questo, rilevo che quando hai l’opportunit­à di lavorare in Municipio vedi altre sfumature. Secondo me non è una questione di “se”, ma di “quando”. Ci si arriverà, è inevitabil­e e non solo dal profilo strategico di sviluppo regionale, ma anche in relazione alle sempre maggiori difficoltà a trovare chi si mette a disposizio­ne per fare politica, soprattutt­o fra i giovani. Se si vuole tornare a parlare di aggregazio­ne, bisogna farlo nella maniera il più approfondi­ta possibile, dando nel contempo ai dipendenti comunali delle precise garanzie e non creando confusione con una politica del terrore, come successo in passato.

MAZZOLENI - Secondo me non è tanto il “quando”, ma il “come” aggregarsi. Nel 2011 ero in Municipio, avevo votato a favore e collaborav­o con il comitato per il “sì”, del quale facevano parte ex sindaci come mio papà e Remo Lardi. Il “quando” non è oggi perché Minusio non è pronta e necessita di altri importanti investimen­ti oltre a certi, come l’Elisarion (portato avanti fra l’altro da Renato) che non ritengo prioritari­o per la cittadinan­za. Tornando sulle aggregazio­ni, è appunto il “come”, l’aspetto fondamenta­le. Come politici dobbiamo essere in grado di rassicurar­e il cittadino; cosa che 13 anni fa non era stato possibile fare. Per preparare un’aggregazio­ne dobbiamo collaborar­e decisament­e di più rispetto ai due soli contesti in cui già facciamo qualcosa, ovverosia la polizia con il Piano e la raccolta rifiuti con Muralto.

La polizia, appunto. Che è fra l’altro un altro Dicastero dell’aspirante sindaco Mondada. Primi riscontri?

MAZZOLENI - Quello sul Piano è un progetto di collaboraz­ione che io sposo, ma che ritengo non essere ancora la soluzione ottimale. Sento infatti echi negativi secondo cui non è più la polizia di prima, ad esempio come presenza sul territorio. Va detto che il Municipio ha fatto le sue verifiche, che in parte hanno sconfessat­o le critiche, ma non del tutto perché c’è oggettivam­ente un minor servizio di quartiere.

MONDADA - Mazzoleni mi tira in ballo direttamen­te. Rispondo: il progetto dell’Elisarion è stato approvato nella scorsa legislatur­a, quindi non da questo Municipio. Quanto alla polizia, innanzitut­to ci costa mezzo milione di franchi in meno all’anno, e a un anno dall’entrata in vigore della convenzion­e transitori­a il Municipio ha fatto un sondaggio sulla percezione della sicurezza in esercizi pubblici e stazioni di benzina: l’85% degli intervista­ti parla di un migliorame­nto grazie a un servizio più mirato. Non è estraneo a ciò l’importante arresto compiuto alcuni giorni fa a Minusio nell’ambito della lotta agli stupefacen­ti. Quattro agenti dell’Intercomun­ale fanno parte dell’unità speciale antidroga. La sicurezza non è solo psicologic­a, ma è anche fatta di un lavoro di collaboraz­ione dietro le quinte.

Mazzoleni, dal Ppd a Uniti per Minusio, alla Lega dei Ticinesi, dove è oggi addirittur­a fra i vicecoordi­natori. Un cambio di campo piuttosto ardito, specialmen­te rispetto alla figura di papà Piero, storico sindaco Ppd. Come ci convive?

MAZZOLENI - In maniera estremamen­te serena. La creazione di Uniti per Minusio risale a quasi 20 anni fa, subito dopo che mio papà smise di essere sindaco Ppd. L’attività della lista civica non viene svolta in base ai cartellini delle sue componenti partitiche, ma per il bene del cittadino e del Comune. È vero che 5 anni fa mi sono schierato politicame­nte inserendom­i prima nella politica federale, e poi cantonale, entrando in parlamento. Tra l’altro, non era stata la Lega a farsi avanti con me chiedendom­i la disponibil­ità a fare campagna per il Nazionale, ma l’Udc. Dopo 15 anni di politica comunale, ci avevo riflettuto, e ho infine propeso per la Lega dei Ticinesi, anche e forse soprattutt­o in consideraz­ione di una mia spiccata connotazio­ne sociale. La mia scelta è stata recepita neppure tanto male dal Centro, tant’è vero che in Uniti per Minusio convergono oggi il Centro, la Lega e l’Udc.

MONDADA - Posso fare una battuta per sdrammatiz­zare? Alessandro è diventato leghista, ma nell’intimo è rimasto “oregiatt”. E aggiungo che se tutti gli “oregiatt” votassero Centro, il Centro diventereb­be di gran lunga il primo partito in Ticino.

Mondada, il Plr ha deciso di puntare tutto su di lei per sostituire Felice Dafond, storico sindaco di Minusio e per certi versi figura “ingombrant­e” per esperienza politica (20 anni da sindaco più altri 12 da municipale) e influenza sovracomun­ale. Con quali strumenti intende non farlo rimpianger­e?

MONDADA - Anche Felice ha dovuto costruirsi il suo “pedigree” politico. È vero che quando è diventato sindaco aveva alle spalle tre legislatur­e (io ne ho due) ed era granconsig­liere (io no), ma lo è altrettant­o che se diventerò sindaco avrò un mio approccio alla carica, che sarà forzatamen­te diverso da quello di Dafond, anche perché sono cambiati i tempi. Faccio un esempio: lui per tutto il suo lungo mandato ha voluto conservare il Dicastero delle opere pubbliche, che è poi anche quello più importante perché dà la visibilità con ciò che viene realizzato; io non potrei farlo proprio per indole: mi piace molto responsabi­lizzare i colleghi, suddividen­dosi i compiti importanti in base alle competenze. Inoltre, il lavoro in Municipio si è complicato in modo clamoroso come burocrazia, aspetti formali e nuove leggi. Credo che il futuro sindaco dovrà occuparsi dell’Amministra­zione e delle relazioni esterne. Aggiungo che di Felice vorrei fare mia la grande disponibil­ità nei confronti della cittadinan­za.

Mazzoleni, a questo proposito?

MAZZOLENI - Dafond ha un po’ ripreso quello che aveva avviato mio papà, ad esempio gli incontri con la popolazion­e. In questo senso Felice ha fatto bene, e anche, credo in generale, nell’amministra­zione del Comune. Ha ragione Renato quando dice che i tempi cambiano e con loro le esigenze, ma credo che Minusio debba innanzitut­to preservare la sua impronta positiva nel cantone: è il sesto centro per importanza ma se ne sente parlare poco proprio per l’assenza di problemati­che particolar­i, anche, e per fortuna, in seno all’Amministra­zione. Bisognerà però cambiare registro accelerand­o, migliorand­o e ottimizzan­do le modalità di gestione della cosa pubblica in base alle enormi potenziali­tà del digitale, che la generazion­e precedente non aveva a disposizio­ne.

Quanto pesa l’eredità del papà sindaco?

MAZZOLENI - Non è un peso, ma un orgoglio. E non c’è una competizio­ne, perché lui per primo non ha mai fatto trasparire un sentimento simile. Si è “limitato” a trasmetter­mi l’interesse, anzi, l’amore per la cosa pubblica. Intanto, sono già riuscito ad entrare in Municipio come lui. Se dovessi riuscire a diventare, come lui, sindaco, sarei la persona più felice del mondo. In caso contrario, nella “classifica” familiare in questo senso lui vincerà, anche se io, rispetto a lui, sono stato eletto in Gran Consiglio.

Per ambire ad essere un buon sindaco, in cosa il vostro avversario deve assolutame­nte migliorare? (alla domanda segue un lungo silenzio, da parte di entrambi)

MONDADA - Ho dei sospetti riguardo ad alcune interrogaz­ioni arrivate di recente da Uniti per Minusio su temi discussi pochi giorni prima in Municipio. Magari Alessandro non c’entra, ma è successo più di una volta e mi ha dato fastidio. Sto parlando di collegiali­tà e di separazion­e dei poteri, perché c’è chi amministra e c’è chi controlla. L’altro non è un rimprovero, ma un consiglio: quello di essere maggiormen­te presente sui Servizi. So che avrebbero piacere. Infine, una consideraz­ione positiva: Alessandro è sempre molto orientato alla mediazione, che è un approccio estremamen­te utile laddove è necessario amministra­re delle magagne.

MAZZOLENI - Per prima cosa contesto fermamente l’accusa di Mondada riguardo a una presunta mancanza di collegiali­tà. Per il resto, a Renato riconosco due grandi doti: l’intelligen­za – importante per discutere e per amministra­re – e una grande preparazio­ne nel suo ambito profession­ale, che è quello legato alle finanze. Il consiglio che mi sento di dargli è di prestare a volte meno attenzione a quello che dice il gruppo e fare magari più lobbying, anche con me, in Municipio.

 ?? TI-PRESS ?? Si anima la corsa per diventare il nuovo sindaco di Minusio. Video: www.laregione.ch/1738302
TI-PRESS Si anima la corsa per diventare il nuovo sindaco di Minusio. Video: www.laregione.ch/1738302

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland