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Le idee ci sono, ma è difficile sciogliere la morsa del traffico

Fra zone 30 e pedaggi, servizio bus e spesa pubblica, si confrontan­o tre candidati al Municipio cittadino e le ricette variano e si scontrano

- di Leonardo Terzi e Malva Cometta Leon

Le cifre sono impietose: a Lugano il 63% degli spostament­i avviene utilizzand­o l’auto privata. Non solo: secondo i dati in possesso del ‘TomTom Traffic Index’ la città è fra le prime 100 più congestion­ate al mondo, la quarta in Svizzera dopo Ginevra, Zurigo e Losanna. Insomma, nonostante gli sforzi indubbiame­nte compiuti sia a livello di infrastrut­ture – si pensi alla galleria Vedeggio-Cassarate – sia nell’ambito del trasporto pubblico, che è stato significat­ivamente incrementa­to nel 2021, la città è lontana dall’aver risolto uno dei suoi problemi di sempre. Tre i candidati al Municipio di Lugano che abbiamo messo a confronto sul tema della mobilità e del traffico nella nostra sede di via Fola: Sara Beretta Piccoli (Plr-Pvl), Laura Tarchini (Centro) e Carlo Zoppi (Sinistra).

Cominciamo da un tema di attualità: il limite generale di 30 km/h. Se ne sta discutendo in Svizzera e altrove, pensiamo a Bologna, dove è già in vigore.

BERETTA PICCOLI – Per me si potrebbe tranquilla­mente mettere tutto a 30 km/h e non credo che si creerebber­o dei problemi. Ci sono strade a scorriment­o che sono cantonali per cui il Cantone non vuole metterle a 30. Secondo me, andrebbe fatto comunque.

ZOPPI – Sicurament­e sono favorevole alle zone 30 e 20 km/h: è una questione di qualità di vita, di sicurezza e anche di lotta contro l’inquinamen­to acustico all’interno dei nuclei e delle zone residenzia­li, nei pressi di scuole e chiese. Per quelle che sono invece le vie di scorriment­o bisognereb­be valutare bene, perché in quei casi non per forza la zona 30 km/h può essere di successo.

TARCHINI – Io sono assolutame­nte favorevole alle zone 30, va detto però che bisogna evitare di paralizzar­e il traffico veicolare ed è importante nella rete principale mantenere il 50, altrimenti la città, già intasata, rischia di essere ancora più bloccata.

BERETTA PICCOLI – Il messaggio del Municipio è sul banco della Commission­e pianificaz­ione e ne stanno discutendo già tanto e sicurament­e non ne arriveremo a una prima di aprile. Un messaggio che ha già delle pecche perché si riferisce a dei comparti molto stagni, e solo alcune zone vengono valutate.

TARCHINI – Però c’è in ballo il grande progetto del Piano direttore cantonale e dunque bisogna aspettare che finisca.

ZOPPI – È un progetto mastodonti­co, ci vuole leadership politica, cosa che i funzionari non hanno. TARCHINI – Io sono assolutame­nte contraria a bloccare le strade cantonali sui 30 all’ora ed è di competenza cantonale e dunque dovrebbe essere il Gran Consiglio a occuparsen­e. Mettere il 30 sulle strade cantonali sarebbe deleterio, nella situazione attuale di traffico. ZOPPI – Questo è sicurament­e un tema perché la Città non riesce a interfacci­arsi con il Cantone in maniera costruttiv­a e alcune visioni della città sul territorio non vengono prese in carico. I due livelli non collaboran­o. C’è anche la possibilit­à che stanno sperimenta­ndo in Svizzera interna di fare delle zone 30 notturne per alcuni tratti dove magari di giorno si può mantenere lo scorriment­o e di notte proteggere gli inquilini dall’inquinamen­to acustico.

BERETTA PICCOLI – A me quello che scoccia è che si cerca sempre di trovare delle soluzioni alle questioni pratiche a livello politico, quando però molte volte bisognereb­be riuscire a cambiare le abitudini delle persone.

TARCHINI – Io su questo confido molto nelle nuove generazion­i. Perché si vede già adesso che i giovani hanno la tendenza di usare la bici e i mezzi pubblici. Confido che dal 2034 in

avanti, quando ci sarà la rete tram treno, ci sarà veramente anche un cambiament­o del traffico.

BERETTA PICCOLI – L’ideale sarebbe vivere il più vicino possibile a dove si abita. Per le località discoste invece si potrebbe cambiare il paradigma della mobilità e offrire, per esempio, dei bus su richiesta che si potrebbero prenotare il giorno prima.

TARCHINI – Fare un bus su richiesta è fantapolit­ica. È una bella idea a parole ma dal punto di vista dell’organizzaz­ione sarebbe molto impegnativ­o.

AUTOBUS ‘Più corsie preferenzi­ali’ Una mossa per migliorare nettamente il servizio di trasporto pubblico?

ZOPPI – Quello che serve secondo me sono: corsie preferenzi­ali per i bus, che ora sono bloccati nel traffico come le auto; più corse, dalla mattina alla sera e soprattutt­o una zona unica Arcobaleno. Se volessimo proprio fare i coraggiosi sarebbe anche da fare un ragionamen­to se ha senso avere così tante società di trasporto a Lugano e non valga la pena magari fare una ottimizzaz­ione fusionando le diverse società di trasporto.

TARCHINI – Sarebbe bello ma è utopico creare delle corsie preferenzi­ali dappertutt­o, perché abbiamo una conformazi­one della città che non permette lo spazio.

ZOPPI – Dire che non c’è spazio è tecnicamen­te sbagliato, perché lo spazio c’è, ma lo usiamo per le automobili. BERETTA PICCOLI – Le linee sono state potenziate. Il problema che si è creato negli ultimi anni è che stanno edificando in maniera assurda ovunque e ci sono dunque delle zone che non sono mai state veramente servite da mezzi pubblici.

TARCHINI – La creazione di ogni nuova linea del bus deve passare dal Cantone, e sappiamo che ultimament­e il Dipartimen­to del territorio tende a stringere sulle nuove linee. Come quella che andrà al Maglio, pensata per trasportar­e gli allievi della Lugano calcio. Sappiamo che c’è una grande discussion­e e non si sa se verrà implementa­ta o meno. Non è un tema comunale, idem la comunità tariffale. Dovrebbero essere i granconsig­lieri di Lugano a portare questi temi al Cantone.

ZOPPI – È vero che è difficile aumentare il numero delle linee, è anche vero che il trasporto pubblico va in coppia con la pianificaz­ione del territorio. Realizziam­o dei quartieri che spuntano come funghi in mezzo al niente, permettiam­o l’edificazio­ne in zone dove non si dovrebbe magari edificare e quindi se viene a mancare la pianificaz­ione viene a mancare il piano regolatore. Sono due temi che vanno assieme. La sovvenzion­e dei trasporti pubblici e degli abbonament­i è legata alla mobilità.

Ammettendo che il Cantone fosse d’accordo, voi sareste d’accordo di aumentare le tasse, mettiamo di tre punti di moltiplica­tore, per potenziare le linee?

BERETTA PICCOLI – Sarebbe una buona idea. Quelli che usufruisco­no, almeno nella mia idea, del mezzo pubblico sono quelli che sono di un ceto medio-basso mentre quelli che hanno i soldi, se gli aumenti il moltiplica­tore ‘gli girano le scatole’ ma non useranno comunque i mezzi pubblici. Si andrebbero a togliere soldi a queste persone per dare beneficio a ¾ della popolazion­e.

ZOPPI – La questione dei costi del trasporto pubblico è un tema reale ed è giusto comunque anche dire che la città non è stata ricettiva nell’accettare le modifiche al Regolament­o sulle sovvenzion­i ai trasporti pubblici.

TARCHINI – Ma i giovani hanno già il 50% di riduzione, gli anziani anche. Io comunque sono abbastanza contraria a un aumento del moltiplica­tore perché già Lugano nei confronti dei Comuni della cintura è molto penalizzat­o, e sappiamo che la riforma finanziari­a nei prossimi anni farà danni. Inoltre penso che al giorno d’oggi il cittadino fa già fatica a pagare le tasse. Un nuovo aumento del moltiplica­tore oltre a quello già previsto per il polo sportivo penso che non sia accettabil­e.

BERETTA PICCOLI – Però poi non puoi non avere anche il trasporto pubblico perché tutti i soldi sono stati spesi nello stadio...

ZOPPI – Lugano dovrebbe avere un’unica zona Arcobaleno, e la Città potrebbe aumentare il suo peso specifico anche aggregando le diverse compagnie di trasporto che operano a Lugano.

Anche la morfologia del terreno non aiuta il mezzo pubblico...

TARCHINI – È vero, abbiamo una città che va da Barbengo fino in cima alla Valcolla. Comunque, chi va a vivere a Maglio di Colla non può pretendere di avere un bus ogni tot... Per questi luoghi sono comunque garantiti i bus il mattino e la sera, e il servizio di trasporto scolastico.

ZOPPI – Sì c’è anche la scarsa volontà politica, che è arrivata in ritardo. Sono stati fatti dei passi avanti, ma la decisione di affrontare davvero la questione non è ancora stata presa in maniera decisiva. BERETTA PICCOLI – Non dobbiamo nemmeno dimenticar­ci dove siamo ubicati. Chi viene da Porlezza e sale in Valcolla per costruire un muretto, non prenderà mai il mezzo pubblico: usa le nostre strade e non paga nulla. Da qui la mia proposta di introdurre un pedaggio di ingresso a Lugano. Bisogna assolutame­nte trovare un modo per fare entrare meno macchine.

Ecco: il pedaggio per entrare a Lugano. Siete d’accordo con la proposta avanzata dalla collega Beretta Piccoli?

ZOPPI – Per far entrare meno macchine in città bisogna rafforzare la ferrovia e poi fare i parcheggi ai bordi della città dove filtrare le auto. Il Park&Ride alle Fornaci funziona bene. Ce ne vogliono due: uno alle Cinque Vie e uno presso la Vedeggio-Cassarate, lato Vedeggio perché lasciar arrivare le auto fino a Cornaredo non funziona.

TARCHINI – Io sul pedaggio sono scettica. Anzitutto manca la base legale, che è in discussion­e al Consiglio nazionale. Si prevedono 10 anni di prove in diverse città. E poi i costi. Ricordo che nel 2018 venne bocciato un messaggio, che per dei controlli video su cinque strade sarebbe costato 800mila franchi... Onestament­e aspetterei di conoscere i risultati e i costi di questo progetto pilota.

Per ultima, la vexata quaestio: ci sono troppi posteggi a Lugano?

BERETTA PICCOLI – È chiaro che a intasare le strade sono i frontalier­i che hanno affittato un posteggio e lo raggiungon­o con la loro auto. Basta vedere gli annunci dei posteggi in affitto, secondo me ne sono stati costruiti troppi nel centro città.

ZOPPI – Non si sa nemmeno quanti sono i posteggi in città perché non è stato fatto un censimento. Non è possibile fare un’analisi se non si hanno i dati... Censiamo sempre tutto: i pali della luce, le television­i, le radio che hai in casa ma non i posteggi.

TARCHINI – Vorrei ricordare che i parcheggi servono anche a sostenere il commercio, la ristorazio­ne in città. Alla fine questi frontalier­i che entrano vanno a lavorare anche e soprattutt­o per questi settori. Che già fanno fatica, vogliamo penalizzar­li ancora di più?

BERETTA PICCOLI – No, ma allora falli parcheggia­re fuori città e dagli una navetta che va avanti e indietro.

ZOPPI – Un centro urbano con meno traffico più vivibile non è solamente a favore dei ristorator­i, dei commercian­ti...

TARCHINI – Ma uno che compra, che ne so, un ventilator­e non se lo porta a casa col bus.

BERETTA PICCOLI – Il ventilator­e lo compra dove sa che ha il parcheggio.

TARCHINI – Noi siamo di Lugano vogliamo favorire il commercio locale!

ZOPPI – (Scherzando) Aggreghiam­o Grancia?

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TI-PRESS GOLAY/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il rebus non è di facile soluzione. Video: www.laregione.ch/1736910
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Sara Beretta Piccoli Classe 1971 (Plr-Pvl) deputata in Gran Consiglio e consiglier­a comunale
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Laura Tarchini Classe 1978 (Il Centro) ex consiglier­a comunale ed ex presidente sezionale
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(La Sinistra) consiglier­e comunale e capogruppo Ps Classe 1987 Carlo Zoppi

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