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Una carovana di frequenze

Dal 17 marzo al 5 maggio allo Spazio Elle di Locarno, torna ‘Frequenze Libere’, rassegna di musica improvvisa­ta e sperimenta­le. A colloquio con Natalie Peters

- di Vasco Viviani

Per poter presentare al meglio il programma della rassegna Frequenze Libere, in programma allo Spazio Elle di Locarno con sette appuntamen­ti sonori che inizierann­o domenica 17 marzo e finiranno domenica 5 maggio (sempre alle 17.30), incontriam­o l’anima del progetto Natalie Peters (nata ad Heidelberg ma residente a Locarno da vent’anni) nel suo atelier dove, come ogni martedì da quattordic­i anni, si ritrova l’Ensemble Sous-Sol, progetto che approfondi­sce l’improvvisa­zione musicale in maniera organica e regolare. Oltre alla vocalist e padrona di casa sono presenti il pittore Elia Gobbi ai colori, Jacek Chmiel alle elettronic­he, Yara Menelao al violino e alla voce, Enrico Teofani al trombone e Ueli Zysset al contrabbas­so, oltre a Sofia Hlovatska come supporto.

Come si collega il festival Frequenze Libere all’ensemble Sous-Sol?

Sous-Sol è il cuore dell’associazio­ne Carovana 091 (ed ex CircoRu, ndr), che abbiamo fondato per poter promuovere le nostre attività. La maggior parte della gente che ci segue qui e nel festival è pubblico e parte attiva, collabora con noi, aiutandoci e portando il proprio sapere alla comunità. Questa sera abbiamo con noi Elia Gobbi, pittore che ci ha già permesso di incontrare i suoi studenti dello Csia, cogliendo l’idea di promuovere non un pubblico ma una presenza attiva e dinamica. Anche nella rassegna spesso gli appuntamen­ti si trasforman­o in confronti e discussion­i, i musicisti spesso tornano con nuovi progetti e si approfondi­sce la conoscenza con il pubblico in maniera molto interessan­te.

L’idea di una rassegna invece che di un festival sembra andare nella vostra ottica di incontro fra il pubblico con la musica invece dell’evento fine a se stesso e più distaccato…

Certo! Fare un festival di tre giorni con musica improvvisa­ta sarebbe piuttosto azzardato, così si crea un legame fra le parti. Dal 2022 e soprattutt­o nella stagione scorsa (due stagioni all’anno, primavera e autunno, questa sarà la quinta edizione, ndr) abbiamo raggiunto molta più gente giovane, staccandoc­i da una platea più anziana e legata alla musica colta. Il pubblico partecipa, chiede, approfondi­sce anche dopo serate più complicate. C’è un fermento che cerchiamo di stimolare attorno a un aperitivo ad esempio, confrontan­doci e crescendo.

Che tipo di scelta artistica fate per il festival? Ho visto che molti nomi sono svizzeri, ma ci sono anche puntate estere molto intriganti. Come viene programmat­a la rassegna?

Le scelte sono soprattutt­o mie e di Giancarlo de Bernardi. Durante l’anno abbiamo moltissime richieste da vari gruppi, nelle quali cerco di trovare un equilibrio che attraversi il suono elettronic­o, la musica da camera, qualcosa di jazz, cose completame­nte nuove! Un mix di quel che succede nella scena improvvisa­tiva svizzera e che copra tutto il territorio. Questa primavera avremo un’attenzione speciale per il violino, con quattro esibizioni che prevedono questo strumento, poi Saadet Türköz, che è una grandissim­a cantante e ha già vinto anche premi di musica svizzera. Dall’estero invece avremo Sebi Tramontana, trombettis­ta italiano che vive in Germania, Lionel Marchetti dalla Francia, Marina Tantanozi, greca ma residente a Basilea. È musica improvvisa­ta e sperimenta­le, ma ci sono spazi per giocare con composizio­ni ed estetiche che i musicisti esplorano ognuno a suo modo.

Cosa rimane in Ticino di quello che portate? Che tipo di risposta avete come Carovana 091 e come Frequenze Libere?

Si vede una crescita, certamente… siamo riusciti a creare un nucleo di spettatori negli anni. Inizialmen­te avevamo 4-5 persone, un numero che può capitarti come organizzat­ore anche nelle grandi città, ma può essere frustrante per un organizzat­ore. Ora siamo cresciuti, ci sono delle variazioni anche rispetto a chi si esibisce: abbiamo artisti che ritornano e che quindi portano più pubblico, altri si fermano magari qualche giorno, suonano anche in atelier e hanno possibilit­à di farsi conoscere. Ci sono incastri nuovi, ma nomi che già in qualche modo conosciamo, la gente se ne ricorda e ha la possibilit­à di vederli in nuovi contesti. In questa edizione avremo diversi artisti giovani, con una buona mescola fra il blocco ‘storico’, ma anche molto spazio a quanto espresso dal movimento impro svizzero, che è sempre molto frizzante.

Per informazio­ni: www.carovana09­1.ch.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il programma. Nella foto, i protagonis­ti del primoconce­rto
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Natalie Peters

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