laRegione

‘Non ritiriamo le proposte di nomina’

La commission­e parlamenta­re ‘Giustizia e diritti’ tira dritto e mantiene i rapporti al voto lunedì in Gran Consiglio. La presidente: ma riflettere­mo sul sistema

- di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

Elezione magistrati, la commission­e parlamenta­re tira dritto. «Abbiamo deciso di non ritirare i rapporti riguardant­i le proposte di nomina, ritenendo necessario e urgente procedere con l’elezione di due procurator­i pubblici e di un giudice supplente del Tribunale d’appello – afferma la presidente della ‘Giustizia e diritti’, la socialista Daria Lepori –. Inoltre, i rappresent­anti dei partiti in commission­e si sono detti non favorevoli a un eventuale dibattito libero in aula. Ribadiamo comunque la volontà di tornare, in tempi brevi, a riflettere sul vigente sistema di nomina dei magistrati, valutando se occorrano dei correttivi o se non si debba cambiarlo in maniera importante. Sul nostro tavolo ci sono delle proposte. Alle quali si aggiungerà probabilme­nte quella dell’Mps che chiede l’introduzio­ne del sorteggio».

Intanto si vedrà cosa succederà lunedì in Gran Consiglio quando, stando al programmad­ei lavori, si tratterà di designare i/le subentrant­i delle procuratri­ci pubbliche Pamela Pedretti e Marisa Alfier, che hanno rassegnato le dimissioni per il 30 aprile. Dei dodici candidati ritenuti idonei dagli esperti, la ‘Giustizia e diritti’ propone l’elezione di Alvaro Camponovo (in quota Lega, ma nel Comitato distrettua­le del Luganese dei Verdi liberali 2021/2022) e di Luca Losa (area socialista), entrambi oggi segretari giudiziari. È soprattutt­o la scelta caduta su Camponovo ad aver sollevato dubbi e discussion­i. Dei sette segretari giudiziari aspiranti pp è quello con meno anni di esperienza (è sg dal gennaio 2022) e fa parte della squadra che in seno al Ministero pubblico si occupa del perseguime­nto dei reati finanziari: Alfier e Pedretti sono invece nel team di magistrati inquirenti che indaga sui reati di polizia, cioè sugli illeciti che non sono di natura finanziari­a. Non solo. Suo padre è amministra­tore unico della società di cui Sabrina Aldi, avvocata, vicecapogr­uppo della Lega in Gran Consiglio e seconda vicepresid­ente della ‘Giustizia e diritti’, è direttrice amministra­tiva. In tutto questo, lo ribadiamo, nulla di illegale, ma legittimi interrogat­ivi sull’opportunit­à. Stesso discorso per un’altra proposta di nomina uscita dalla commission­e parlamenta­re: quella di Chiara Ferroni come giudice supplente per il Tribunale penale cantonale. Il padre è direttore fra l’altro della Flp, la società Ferrovie Luganesi Sa, nel cui CdA siede anche Aldi, in rappresent­anza del Cantone.

Maderni (Plr): ‘È ora di tematizzar­e la nostra iniziativa, dopo l’apertura di Pagani e Gobbi’

Un cambio di sistema, dicevamo. «Noi è già da parecchio tempo che riteniamo che il metodo usato per le nomine dei procurator­i vada ridiscusso», commenta la deputata liberale Cristina Maderni che ha ereditato dal già granconsig­liere Marco Bertoli un’iniziativa che traccia un percorso chiaro. L’atto parlamenta­re, infatti, chiede che “la legislazio­ne cantonale sia modificata affinché il Ministero pubblico venga diretto dal procurator­e generale, coadiuvato da quattro altri membri della Direzione del Ministero pubblico”, di attribuire la competenza di nomina della Direzione del Ministero pubblico al Gran Consiglio; di sopprimere la competenza generale del Gran Consiglio quale autorità di nomina di tutti i procurator­i pubblici; di attribuire la competenza di nomina dei procurator­i pubblici alla Direzione del Ministero pubblico; di adeguare laddove necessario l’intera legislazio­ne sull’organizzaz­ione giudiziari­a”.

«La nostra – riprende Maderni a ‘laRegione’ – è una proposta concreta che è stata accolta in maniera possiamo dire positiva dal procurator­e generale Andrea Pagani e, dalle ultime dichiarazi­oni, anche il direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi pensa che possa essere una soluzione praticabil­e». Quello che Maderni vede in questi giorni «è che anche altri partiti si stanno attivando facendo altre proposte, ma probabilme­nte una strada per trovare una soluzione sarebbe quella di partire dagli atti già presenti, quindi il nostro, e fare con serenità e lucidità una discussion­e su questa proposta. Eventualme­nte valutando degli accorgimen­ti, ma partendo comunque dal fatto che lo stesso pg ha mostrato un’apertura». Ma l’attuale sistema di nomina è arrivato al capolinea? Per la granconsig­liera e commissari­a della ‘Giustizia e diritti’ liberale radicale «siamo arrivati a un punto dove questo problema va affrontato e una volta per tutte. Sia per ragioni puramente tecniche e generali, sia per una questione di tempistich­e: la nostra proposta velocizzer­ebbe e di molto la sostituzio­ne dei partenti. Questa parte della magistratu­ra – ricorda Maderni – vede un turnover frequente, e quindi è impellente la necessità di garantire una continuità e dei rimpiazzi in tempi brevi. Anche questo aspetto potrebbe essere quindi molto aiutato da una modifica del sistema».

Accordi, promesse, amicizie… così nella spartizion­e partitica delle poltrone giudiziari­e ogni volta che bisogna designare un magistrato nel sistema attuale che attribuisc­e al Gran Consiglio la competenza di eleggere pp e giudici. Udc e Mps chiedono di congelare il pacchetto di nomine suggerito dalla ‘Giustizia e diritti’, rinviandol­o a quest’ultima. “Per una nuova valutazion­e”, scrive il deputato democentri­sta Tuto Rossi. Affinché la commission­e parlamenta­re “riapra i concorsi e poi, senza inciuci vari, ponga l’accento, nella scelta dei candidati dei quali proporre l’elezione, su competenza ed esperienza”, motiva Matteo Pronzini del Movimento per il socialismo. Sentito dalla ’Giustizia e diritti’il 19 febbraio, il pg Pagani aveva invitato il Gran Consiglio a nominare al più presto i/le subentrant­i di Pedretti e Alfier. Il carico di lavoro per l’autorità penale inquirente aumenta. L’anno scorso ha aperto 14’700 incarti, nel 2022 13’800. Negli ultimi tre anni c’è stato, per il Ministero pubblico, un incremento delle entrate del 25 per cento. Qualora il Gran Consiglio decidesse di rinviare (cosa assai poco probabile) le nomine, rispedendo il tutto in commission­e ‘Giustizia e diritti’, scatterebb­e automatica­mente l’articolo 24 della Legge sull’organizzaz­ione giudiziari­a? «No, non automatica­mente. La legge prevede che il Consiglio di Stato può designare un supplente in caso di vacanza di seggio. Nei casi dei due pp, quindi, a partire dal 1° maggio quando sarà effettiva la fine dell’attività delle due procuratri­ci pubbliche», spiega, da noi interpella­ta, la responsabi­le della Divisione giustizia (Dipartimen­to istituzion­i) Frida Andreotti.

Mirante: ‘Si spendono 80 milioni per lo stabile Efg ma i problemi sono altri...’ Amalia Mirante

Severo il giudizio di su quanto sta accadendo con le nomine in magistratu­ra: «Qui si va, referendum permettend­o, a spendere ottanta milioni per acquistare lo stabile Efg, prima tappa della cosiddetta cittadella della giustizia, ma mi sembra che i problemi della magistratu­ra siano altri – osserva caustica la deputata di Avanti con Ticino&Lavoro –. C’è poco da fare: bisogna togliere le nomine ai partiti e non solo per le cariche a Palazzo di giustizia, ma anche per quelle in aziende parapubbli­che, in enti regionali e pure nell’Amministra­zione. L’opinione pubblica non ne può più di trattative e inciuci fra i grandi partiti, i quali dovrebbero raccoglier­e consensi fra la gente grazie alle idee, non distribuen­do posti di lavoro. Le persone che si candidano a una carica, a una funzione vanno premiate per le loro capacità, non per la tessera di partito o più in generale per le loro idee politiche. Tornando al caso specifico – continua Mirante –, settimana prossima il Gran Consiglio elegga due procurator­i e un giudice supplente, assumendos­i la responsabi­lità delle scelte. Ma poi questo sistema va totalmente ripensato e in tempi brevi».

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TI-PRESS Il Palazzo di giustizia diLugano

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