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Travail.Suisse critica una legge senza mordente

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Anche nelle aziende cosiddette ‘esemplari’ le donne sono sempre inspiegabi­lmente pagate meno degli uomini. La constatazi­one è di Travail.Suisse, in occasione della Giornata dei diritti delle donne di ieri 8 marzo (celebrata con manifestaz­ioni in diverse città). La legge sull’uguaglianz­a, in vigore dal luglio 2020, non è abbastanza efficace, sostiene l’organizzaz­ione sindacale. “La valutazion­e mostra chiarament­e che ci sono notevoli carenze nell’applicazio­ne della legge”, afferma il suo presidente Adrian Wüthrich, citato in una nota. Travail.Suisse ha analizzato 200 tra le più grandi aziende del Paese, che impiegano un totale di 500mila lavoratori. Il risultato: gli uomini guadagnano in media – senza giustifica­zione – il 2,9% in più delle donne, addirittur­a il 7,5% in alcune aziende. Inoltre, i dipendenti non vengono mai informati della reale portata della discrimina­zione salariale nella loro azienda. E la legge prevede il monitoragg­io solo delle aziende con più di 100 dipendenti, dove lavora solo il 44% dei lavoratori del Paese. Travail.Suisse chiede di introdurre meccanismi di controllo e di sanzione. L’Unione sindacale svizzera (Uss), dal canto suo, ha ricordato che, in media, le donne guadagnano il 43% in meno degli uomini. La disuguagli­anza di reddito è dovuta all’alta percentual­e di donne nei settori a bassa retribuzio­ne, osserva l’Uss. L’organizzaz­ione chiede quindi un aumento dei salari, in particolar­e nelle profession­i in cui le donne sono la maggioranz­a, come le imprese di pulizie, l’assistenza e la vendita al dettaglio.

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