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L’Ascovam promuove a pieni voti la futura funivia Fusio-Ambrì

È considerat­a un’imperdibil­e opportunit­à di sviluppo

- S.F.

La futura funivia di collegamen­to tra Fusio e Ambrì ottiene una promozione a pieni voti dall’Associazio­ne dei Comuni di Vallemaggi­a (Ascovam). “Chi ha a cuore lo sviluppo delle valli del canton Ticino deve porre l’accento sull’importanza del trasporto pubblico anche per le nostre regioni periferich­e – si legge in una presa di posizione inviata ai media –. Come Comuni interessat­i non possiamo che essere preoccupat­i per i numerosi tagli che in questo settore vengono regolarmen­te fatti da anni, questo soprattutt­o nelle zone più discoste, dove il calo demografic­o funge irrimediab­ilmente da giustifica­tivo. Un circolo vizioso e assai pericoloso che evidenteme­nte alimenta e accentua la decrescita e non dà rosee prospettiv­e per il futuro”. Stando all’Ascovam il progetto di collegamen­to Fusio–Ambrì costituisc­e un’ottima opportunit­à per recuperare almeno in parte le posizioni perse negli ultimi decenni: “Il Cantone nello studio di fattibilit­à considera un bacino d’utenza che si espande dalla bassa Vallemaggi­a fino alla bassa Leventina. Recarsi dall’una all’altra di queste regioni sarà certamente più convenient­e, razionale e soprattutt­o sensato. Con la funivia la Vallemaggi­a sarà anche notevolmen­te più vicina alla Svizzera interna. Non si può quindi affermare che questo nuovo e innovativo impianto servirebbe unicamente alla popolazion­e del Comune di Lavizzara, ci mancherebb­e”.

Nella nota stampa si sottolinea l’incremento di traffico veicolare sia in Leventina sia in Vallemaggi­a: “Un collegamen­to inserito nel trasporto pubblico, aperto tutto l’anno, costituirà una valida alternativ­a anche per chi proviene dall’esterno e vorrà raggiunger­e in tutta tranquilli­tà la nostra regione. Se poi un collegamen­to del genere riuscirà a essere anche turisticam­ente attrattivo ben venga, non potrà questo che giovare alla sostenibil­ità di un progetto che comporterà costi di gestione pari a 1,9 mio di franchi annui, ma relativame­nte al quale non esistono ancora delle proiezioni attendibil­i sulle entrate che potrebbero generarsi. In altri termini il costo di gestione esposto non tiene conto dei possibili introiti, i quali non saranno di certo modesti. Proprio solo per questo vale la pena approfondi­re fino in fondo tale iniziativa. Infatti, prendendo in consideraz­ione unicamente la teleferica di Robiei, in cima alla Valle Bavona, la media di passaggi annui della stessa raggiunge già la ragguardev­ole cifra di 20mila unità, sebbene aperta per soli 4 mesi all’anno. Per di più la stessa non è collegata a un asse di transito importante come quello del Gottardo. Da un’analisi più approfondi­ta, che non esiste ancora, potrebbe anche emergere che questa nuova linea di trasporto pubblico sia molto meno deficitari­a se paragonata ad altre linee urbane. Si ricorda che la media di copertura dei costi di tutte le linee regionali di trasporto pubblico in Ticino raggiunge circa il 25 per cento. Sarebbe un vero peccato lasciar credere che questa iniziativa venga portata avanti a scapito di altre linee già esistenti. Non è e non sarà così”. Per l’Ascovam si tratta di un progetto innovativo ed efficiente: “Offre un’irrinuncia­bile opportunit­à per due regioni alpine, ridando maggior senso e vigore anche ad altri investimen­ti nell’ambito dei trasporti, della sentierist­ica, delle vie ciclabili, delle strutture di accoglienz­a di tutti i tipi, private o pubbliche, degli eventi e delle iniziative culturali, sportive, solo per fare alcuni esempi, con tutte le ricadute del caso sull’intera economia locale. Insomma: la teleferica ha un senso come stimolo per lo sviluppo di nuove dinamiche territoria­li, a vantaggio della popolazion­e residente. Il turismo, comunque, anche per questo esempio specifico non è da considerar­e un fine, bensì un mezzo per favorire e sviluppare il tessuto socioecono­mico dell’Alta Vallemaggi­a. Tutto ciò senza generare ulteriore traffico parassitar­io. Un collegamen­to oltretutto perfettame­nte inserito nella rete di trasporto pubblico nazionale (arrivo e partenza della funivia alla stazione Ffs di Quinto), e locale (mediante il trasporto pubblico della Vallemaggi­a sino alla stazione delle Ffs di Locarno)”.

Infine: “Chi ha a cuore le nostre regioni periferich­e non può lasciare nel cassetto una simile iniziativa senza approfondi­rla minimament­e, ma soprattutt­o non deve fare in modo che ancora una volta il tutto venga affossato senza prendersi poi la dovuta responsabi­lità delle possibili conseguenz­e che un simile rifiuto possa comportare nel corso dei prossimi decenni. Se la perderemo ora, questa opportunit­à non tornerà: sarebbe uno stimolo importante per un trasporto pubblico in costante crescita, finalmente per una volta anche nelle nostre Valli. È essenziale che il Gran Consiglio possa accogliere favorevolm­ente il credito per l’elaborazio­ne del progetto di massima: solo grazie a questa fase si potranno approfondi­re tutte le opportunit­à che il progetto potrà avere, analizzand­o anche le criticità sorte in queste prime fasi di discussion­e”.

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TI-PRESS Rilancio per la regionemon­tana

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