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La Banca centrale europea e la sua difficile ‘svolta verde’

- di Danilo Taino, L’Economia

Di più. Sulla vicenda è intervenut­o anche il Parlamento europeo, il quale ha espresso “grave preoccupaz­ione” circa i commenti di Elderson e ha invitato la banca “ad affrontare rapidament­e ogni sospetto di partigiane­ria ideologica”. Ha inoltre richiamato la Bce a concentrar­si senza distrazion­i sul suo mandato centrale, cioè la stabilità dei prezzi.

Lagarde ha difeso Elderson e ha notato che qualche volta può capitare, sull’onda della passione, di «andare un po’ oltre». Anche Myriam Moufakkir, che da poco è responsabi­le delle risorse umane a Francofort­e, ha difeso Elderson sulla base del fatto, ha sostenuto, che la sua visione «è condivisa da tutti i colleghi del Comitato Esecutivo». Elderson stesso ha scritto sull’intranet della banca che avrebbe dovuto dire «formare» invece di «riprogramm­are» ma ha evitato di scusarsi e, soprattutt­o, ha ribadito l’importanza di essere concentrat­i sugli effetti del ‘climate change’.

Oltre il core business?

Lo scorso gennaio, un sondaggio interno tra i membri dello staff della banca – al quale hanno risposto 1’159 persone – ha misurato in oltre il 50% coloro che consideran­o la leadership di Lagarde “scarsa” o “molto scarsa”.

Le critiche si erano concentrat­e sul fatto che la presidente della Bce si esprimesse troppo di frequente su questioni politiche specifiche, ad esempio Donald Trump considerat­o “una chiara minaccia all’Europa”. E fosse troppo attenta a materie “non riferite al core business della Bce”. Le critiche erano arrivate a dire che Lagarde non ha “la stessa levatura tecnocrati­ca dei precedenti due presidenti in tema di politica monetaria”. Sulle sue scelte riguardant­i i cambiament­i climatici, il supporto era invece stato del 57 per cento.

Il disagio è diffuso nella sede di Francofort­e e ciò è un freno al miglior funzioname­nto della Bce. Già questo non è poco. Ma rischia anche di aggrovigli­are una realtà più ampia già critica. I molti vincoli messi alle banche europee sono tra le cause maggiori del fatto che esse sono più piccole e meno capaci di crescere rispetto a quelle americane, come ha denunciato nei giorni scorsi lo chief executive di Ubs Sergio Ermotti. Gli eccessi di zelo di Elderson sui vincoli da cambio del clima ribadiscon­o questa realtà.

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