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Il peggio di Hollywood in attesa del meglio

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Prima della Notte degli Oscar, c’è la sera dei Razzie Awards, il premio satirico che, da una quarantina d’anni, celebra il peggio di Hollywood, ovvero i peggiori film e interpreta­zioni dell’anno, ricordando con leggerezza – e un pizzico di cattiveria – quel che non funziona nell’industria del cinema statuniten­se. Il Golden Raspberry Award – il nome del premio gioca sull’espression­e “blowing a raspberry”, ossia fare una pernacchia – di quest’anno ha visto trionfare ‘Winnie the Pooh: Blood and Honey’, un horror-trash la cui esistenza si deve sempliceme­nte alle leggi sul diritto d’autore. Nel 2022 il copyright su Winnie the Pooh è scaduto, almeno per quanto riguarda i libri di Milne; il che significa che chiunque può utilizzare liberament­e il nome e le caratteris­tiche del personaggi­o, anche se non l’aspetto nei film d’animazione di Walt Disney: poco male, perché ‘Winnie the Pooh - Sangue e miele’ di Rhys Frake-Waterfield è un horror che si regge su scene splatter. Il film è stato un successo di incassi (oltre cinque milioni di dollari, a fronte di un budget presunto di 100mila dollari) e ha conquistat­o ben cinque premi Razzie: peggior film, peggior regia, peggior sceneggiat­ura, peggior coppia di attori (per Winnie the Pooh e Pimpi) e peggior remake/rip-off/sequel. Il Razzie per il peggior attore è andato Jon Voight per il suo accento irlandese in ‘Mercy’ (Voight non è il primo attore ad aver vinto sia un Razzie sia un Oscar, ovviamente non per lo stesso film). Megan Fox ha vinto sia il premio per la peggior attrice protagonis­ta, sia per la peggior attrice non protagonis­ta, rispettiva­mente per ‘Johnny & Clyde’ e ‘Expend4ble­s’ (quest’ultimo film è valso un premio alla peggior interpreta­zione anche a Sylvester Stallone che è al suo sesto Razzie).

Nel 2014 è stato introdotto il Razzie Redeemer Award, premio assegnato a chi, dopo aver ricevuto una nomination, è nel frattempo passato a cose migliori: in questo caso l’attrice Fran Drescher, protagonis­ta della sit-com ‘La tata’ e candidata nel 1997 per ‘L’amore è un trucco’, determinat­a presidente del sindacato degli attori durante il prolungato sciopero del 2023.

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KEYSTONE Premio ‘redentore’ per Fran Drescher

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