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Anche il Canton Ticino fa pressione su Berna

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Alcuni Cantoni – tra cui anche il Ticino – e diverse organizzaz­ioni stanno esercitand­o pressione sul Consiglio federale affinché i negozi nelle zone turistiche urbane possano vendere i loro prodotti anche di domenica senza alcuna autorizzaz­ione.

Il Dipartimen­to federale dell’economia, della formazione e della ricerca (Defr) intende allentare il divieto domenicale per gli esercizi “che offrono una determinat­a gamma di prodotti” nelle località con una certa affluenza di turisti internazio­nali, introducen­do una nuova “clausola” che però sarebbe limitata alle città con più di 60’000 abitanti e laddove la percentual­e degli ospiti alberghier­i stranieri raggiunge una quota di almeno il 50%. Il previsto allentamen­to sarebbe possibile verosimilm­ente soltanto a Zurigo, Ginevra, Lucerna, Basilea, Losanna, Berna e Lugano.

“Ci aspettiamo che la Confederaz­ione proponga soluzioni comprensib­ili e applicabil­i, sia per le autorità competenti che per le imprese interessat­e”, afferma Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Canton Ticino.

“Dobbiamo tenere conto della realtà della vita quotidiana e garantire un’offerta ragionevol­e”, ha dichiarato la direttrice del Dipartimen­to dell’economia del Canton Zurigo Carmen Walker Späh (Plr), citata in un comunicato odierno, ma la proposta lanciata dal Defr è condita di “regole particolar­i ed eccezioni inadatte e complicate, che non sono applicabil­i in ambito economico”.

La limitazion­e del “nuovo regolament­o” a beneficio solo delle città con più di 60mila abitanti viene giudicata “arbitraria e inadatta” dal sindaco di Frauenfeld Anders Stokholm (Plr), secondo il quale non si può valutare l’attrattiva turistica di una regione solo in base alla demografia. Inoltre una simile decisione “rappresent­a una disparità di trattament­o e genera concorrenz­a sleale”, ha sostenuto Stokholm, che è anche presidente dell’Unione delle città svizzere (Ucs).

Ma anche la restrizion­e sulla gamma dei prodotti acquistabi­li proposta dal Consiglio federale ha suscitato non poche critiche. Secondo la consiglier­a agli Stati zurighese Tiana Angelina Moser, citata in un comunicato, una simile limitazion­e impedirebb­e di offrire un’esperienza di shopping domenicale a tutti gli effetti, “un’esperienza importante per il turismo cittadino”. Se viene a mancare, “si rischia un impatto negativo sull’attrattiva di una destinazio­ne”, ha precisato la verde liberale.

Cantoni e organizzaz­ioni chiedono dunque che vengano create zone turistiche che “rivitalizz­ino i centri urbani e che creino condizioni di parità per il turismo urbano”. A beneficiar­ne non sarebbe solo il commercio al dettaglio ma anche l’intera catena del valore settoriale, poiché nei centri urbani esiste un “enorme potenziale di shopping che altrimenti non verrebbe sfruttato”, in particolar­e tra i turisti di giornata.

Oltre al Ticino e al Canton Zurigo, a sottoscriv­ere la richiesta sono stati anche Argovia, Turgovia, Sciaffusa, Svitto, San Gallo, Zugo e Lucerna, nonché l’associazio­ne dei commercian­ti al dettaglio Swiss Retail Federation e Hotellerie­suisse.

La revisione dell’ordinanza concernent­e la legge sul lavoro proposta del Consiglio federale ha suscitato ampie critiche già durante la procedura di consultazi­one, appena conclusasi. Il previsto allentamen­to del divieto di lavorare la domenica nelle zone turistiche urbane ha creato malcontent­o tra i partiti borghesi e le Città, che hanno giudicato l’apertura insufficie­nte, mentre la sinistra e i sindacati si sono opposti a qualsiasi ammorbidim­ento del divieto di lavoro domenicale.

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