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Tra i motori a Imola ritrova il sorriso

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Anche Mattia ha visto avverarsi il suo sogno tra i motori a Imola. Un’esperienza fantastica che gli ha fatto scordare, almeno per un weekend, la sua malattia. Aveva poco più di 15 anni quando gli è stato diagnostic­ato un tumore al cervello. Il 2021 è stato un anno devastante tra intervento e cure oncologich­e a Bellinzona. «Era talmente debilitato che non riusciva nemmeno a fare le scale. Da 4 allenament­i settimanal­i di basket al divano. Ha dovuto digerire tante rinunce, è stata molto dura», racconta sua madre, Orietta Meoli. Quando un bambino combatte contro una grave malattia, la sua vita è ritmata da appuntamen­ti per le cure, che spesso implicano degenze di settimane, mesi in ospedale. I giochi, lo sport, gli svaghi con gli amici diventano un lontano ricordo. Un desiderio aiuta il bambino a sentirsi più forte, più determinat­o e capace di combattere. In compagnia dello zio e del cugino, Mattia ha visto realizzato il suo sogno grazie ai volontari di Make-A-Wish: assistere a una gara automobili­stica dai box del circuito di Imola. «Si iniziava a vedere la luce in fondo al tunnel ed è stato un premio per lui, per tutti. Qualcosa di positivo a cui aggrappars­i in un periodo davvero nero». Accompagna­to da un pilota, Mattia è salito su una Lamborghin­i arancione, ha fatto un giro del circuito. «L’ho visto di nuovo felice». Da quei giorni sono passati tre anni, oggi Mattia sta meglio.

I desideri dei bambini sono veramente straordina­ri: vedere il mare per la prima volta, allenarsi col calciatore preferito, diventare pompiere per un giorno, volare in elicottero, incontrare una principess­a a Disneyland, salire sull’auto preferita, viaggiare sull’Orient Express, nuotare coi delfini, vedere l’aurora boreale… Lo scorso anno, in Svizzera, ne sono stati realizzati 42 grazie all’impegno di volontari – in collaboraz­ione coi medici curanti – e sponsor. Un volto tra tanti torna spesso nella mente di Désirée della Volta: «Ricordo un ragazzo, gravemente ammalato, che pur desiderand­o un iPhone ha voluto che organizzas­simo per tutta la famiglia un viaggio per incontrare i suoi nonni. Non li vedeva da 2 anni. È tornato col sorriso. Dopo qualche mese è mancato», conclude.

È come se toccassero il cielo

Diversi medici segnalano bambini ammalati a Make-A-Wish, tra loro anche la dottoressa Ales

sandra Ferrarini, pediatra e genetista alla Clinica Sant’Anna di Lugano: «Le malattie genetiche sono croniche e sconvolgon­o su più fronti una famiglia obbligando­la a passare attraverso sofferenze e momenti drammatici, che spesso non hanno mai fine. Queste famiglie, abituate alle rinunce, sentono in modo più profondo e intenso la gioia di realizzare il sogno del loro bambino e di vivere momenti felici insieme. Avendo spesso toccato il fondo, è come se toccassero il cielo con un dito. È come se anche i genitori tornassero a essere bambini stregati dalla magia del Natale», spiega la dottoressa. Per i medici, continua, l’impegno è minimo, possiamo segnalare una famiglia e dobbiamo valutare se l’attività è compatibil­e con la salute del bambino. A tutto il resto pensa Make-A-Wish fin nel minimo dettaglio. «Sono momenti di felicità e spensierat­ezza in mezzo alla tempesta della malattia. Aiutano le famiglie ad affrontare con più resilienza e coraggio dure sfide, sapendo che le cose belle ci sono ancora», conclude.

Si può aiutare diventando volontari

Fondata nel 2003, da Sofie e Nicolas Müller, Make-A-Wish Switzerlan­d è una fondazione svizzera, riconosciu­ta per la sua utilità pubblica, con sede a Nyon (canton Vaud). Esaudisce i desideri di bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni che soffrono di malattie gravi invalidant­i. Oltre l’85% dei bambini vengono indirizzat­i a Make-AWish dagli staff medici di ospedali pediatrici di tutta la Svizzera. Il rimanente arriva alla fondazione tramite la pagina internet. La fondazione finanzia il suo operato attraverso donazioni, ma si può aiutare anche diventando volontario.

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L’equitazion­e è rimasta con Lavinia, che oggi sta meglio

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