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Si gettano le sementi del bosco di domani

I cambiament­i climatici e le malattie hanno minato l’esistenza di molte piante; un progetto selvicoltu­rale pionierist­ico preparerà il terreno alle sfide future

- di David Leoni

Migliorare il valore ambientale e identitari­o del bosco della fascia collinare pedemontan­a per valorizzar­e i sistemi naturali e la loro biodiversi­tà, mirando a ottenere una miglior funzione protettiva e favorendo alcune specie più resistenti a discapito di altre (alcune delle quali, come il castagno, duramente toccate dalle malattie negli ultimi anni). In modo da assecondar­e le previsioni dei cambiament­i climatici e avere sul posto già delle specie autoctone pronte a subentrare negli anni a venire.

È questo lo scopo dell’ambizioso progetto selvicoltu­rale per il quale il legislativ­o di Terre di Pedemonte sarà chiamato a stanziare 985mila franchi per finanziare i lavori sull’arco dei prossimi 15 anni. “Interventi necessari – si legge nel preambolo al messaggio municipale – dopo che nell’ultimo decennio i boschi di protezione delle Terre di Pedemonte (le zone maggiormen­te esposte a pericoli naturali risultano essere quelle a monte di Verscio e di Tegna) hanno denotato un forte cambiament­o legato essenzialm­ente alla moria generalizz­ata del castagno fino a oltre i 700 m di quota sui pendii più secchi esposti a sud. Questo fatto ha generato parecchi problemi di sicurezza a ridosso delle zone residenzia­li ma anche lungo tutta la rete dei sentieri ufficiali e non che solcano la montagna e allacciano numerosi monti. Nella zona più bassa e fino a 300 metri dalle aree abitate, anche a seguito di questo problema che tocca il castagno, vi è stata inoltre un’importante diffusione di neofite, alcune già presenti, altre che hanno trovato una facile via di diffusione in assenza di copertura. Gli schianti dei castagni dopo alcuni anni dal disseccame­nto, aprono ferite nel terreno, movimentan­o sassi e favoriscon­o l’insediamen­to di essenze pioniere indesidera­te”.

Assicurare protezione con piante più resistenti alle mutazioni del clima

Sempre secondo i contenuti del messaggio municipale, “gli interventi possono essere distinti in cinque tipologie finalizzat­e a creare un bosco stabile, giovane e strutturat­o che non rappresent­i un pericolo per il paese e sia composto da essenze meglio adatte ad affrontare le sfide dei cambiament­i climatici. Questo obiettivo vuole essere raggiunto intervenen­do sia sul bosco giovane e sulle recenti piantagion­i, sia sul bosco di prossimità non ancora trattato ma anche sulle piantagion­i realizzate oltre 100 anni fa. Complessiv­amente il progetto prevede il taglio di poco meno di 2’000 metri cubi di legname che verrebbe in buona parte (ma non completame­nte) esboscato. La necessità di lasciare poca massa legnosa secca in bosco è dovuta al forte rischio di incendi sul versante secco ed esposto a sud. Oltre al taglio e all’esbosco sono previste delle piantagion­i caratteriz­zate soprattutt­o da essenze non ancore presenti, ma per le quali è già stato verificato e dimostrato un buon potenziale. Essenze che ben sopportano le condizioni estreme del versante, quali il cerro, l’acero riccio, il carpino, i vari sorbi, il nocciolo di Costantino­poli e il tiglio, potrebbero essere accompagna­te puntualmen­te anche da specie resinose quale il larice, l’abete del Caucaso e il cedro”. Approfitta­ndo del cantiere verranno realizzate quattro piazzole con funzione antincendi­o lungo il sentiero del Sole, a valle della piantagion­e della Camana a Cavigliano. Per mantenere e aumentare la sicurezza dei sentieri sono infine previsti dei tagli nella valle di Riei e sul sentiero Cavigliano - Ronconaia, per un totale di due chilometri di sentieri”.

Una risposta proattiva

Il progetto, spalmato su un periodo di tre lustri, permetterà al Comune in collaboraz­ione con l’Ufficio forestale, una gestione tempestiva e mirata delle superfici critiche identifica­te. “L’evoluzione climatica, eventi estremi, diffusione di organismi e piante indesidera­te, obbliga a essere molto reattivi nell’affrontare le varie sfide che si presentano. Con questo progetto di ampia portata, vi è la possibilit­à di gestire queste sfide in modo proattivo facendo un lavoro pionierist­ico per quello che concerne la transizion­e dell’attuale fascia castanile in una nuova tipologia di bosco, adeguato come detto al clima futuro”. Per ciò che attiene i costi, l’ente pubblico potrà beneficiar­e di contributi cantonali e federali che coprono complessiv­amente il 76% dei costi d’intervento. L’importo residuo a carico del Comune ammonta a circa 200mila franchi che, diluiti sui 15 anni di durata del progetto, significan­o un costo annuo di circa 13mila franchi.

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TI-PRESS Aumentare la resistenza degli alberi del bosco di protezione per scongiurar­e possibilir­ischi

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