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Una voce contro il progetto giunge a... microfono spento

Lauro Rotanzi, ricordando le firme per il voto consultivo

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Prosegue l’animato dibattito sul collegamen­to teleferico Fusio-Ambrì. Sul tema prende posizione Lauro Rotanzi, ex consiglier­e comunale di Lavizzara e futuro municipale dello stesso Comune (in aprile, infatti, l’elezione dell’esecutivo sarà tacita). Rotanzi, con Marzio Demartini e Mauro Jelmini, aveva lanciato lo scorso settembre una petizione sul prospettat­o innalzamen­to della diga del Sambuco e sulla funivia, per chiedere alle autorità d’interpella­re la popolazion­e, tramite una votazione consultiva, sui due progetti. La petizione è poi stata consegnata al Municipio, corredata da 37 firme, ma per ora resta inevasa. Lo scorso 28 febbraio Rotanzi ha preso parte alla serata pubblica di presentazi­one della teleferica con i tecnici del Dipartimen­to del territorio e alcuni politici locali: «Alle 21.55 il moderatore ha staccato la spina del microfono destinato agli interventi del pubblico, lasciando così senza voce chi aveva alzato educatamen­te la mano per esprimere la propria opinione – afferma –. Pure io mi ero riproposto di prendere la parola per presentare alcune consideraz­ioni di natura economico-finanziari­a e di coerenza politica».

Per dire cosa, in particolar­e? «La teleferica Fusio-Ambrì viene spacciata come un’importante misura a beneficio della popolazion­e locale e come un mezzo efficace per contrastar­e lo spopolamen­to delle due valli. Vien da chiedersi com’è possibile raggiunger­e questi apprezzabi­li propositi se teniamo conto che questa nuova linea di trasporto pubblico servirà unicamente al turismo. Infatti non vedo chi possa far capo alla stessa per altri più nobili e utili motivi. In realtà si tratta di un collegamen­to fra regioni povere, che soffrono degli stessi mali e che nulla hanno da offrirsi se non gli stessi problemi, la stessa povertà e miseria. Ergo, un collegamen­to del tutto inutile, costoso e annualment­e deficitari­o nella sua messa in esercizio».

Per Rotanzi resta da sciogliere anche il nodo della presa a carico della gestione del collegamen­to: «Sembrerebb­e che la linea sarà presa in mano dalle Ferrovie autolinee regionali ticinesi (Fart). È bene sapere che i costi generati dal trasporto pubblico in Ticino sono coperti per i due terzi dai contributi pubblici (leggasi: dalle imposte pagate dai contribuen­ti ticinesi) e per l’altro terzo dall’utenza. In questo caso, anziché agevolare il difficolto­so vivere in periferia, lo Stato finanzierà le scampagnat­e effettuate da forestieri. Durante la serata c’è chi ha parlato di autocastra­zione. È ancora peggio: subiremo una castrazion­e (di nostri soldoni), peraltro né richiesta né tanto meno voluta, da parte di terzi».

Ci può spiegare la questione della coerenza politica? «Dovrebbe essere d’obbligo per chi è stato eletto nelle istituzion­i politiche cantonali. Il 56,9 per cento dei ticinesi il 15 maggio 2022 ha approvato il Decreto Morisoli. Le disastrate finanze cantonali, il miliardari­o debito pubblico e le buone intenzioni per un improcrast­inabile rientro della spesa pubblica invocano questa coerenza. Anche un solo franco speso per la realizzazi­one della teleferica Fusio-Ambrì collide con tali buoni propositi e con questi chiari e vincolanti obiettivi».

Cosa avrebbe aggiunto se avesse potuto prendere la parola alla serata pubblica? «Due pressanti inviti ai rappresent­anti nel legislativ­o cantonale: quando troverete sui banchi del parlamento il messaggio per la concession­e del credito di 800mila franchi da destinare allo studio di massima per il collegamen­to Fusio-Ambrì rimandatel­o senza indugi al mittente. Una larghissim­a maggioranz­a delle cittadine e dei cittadini ticinesi ve ne sarà riconoscen­te. Fatto questo mettete in atto tutto quanto in vostro potere affinché tutte (e sottolineo tutte) le alte valli del Ticino possano trovare una soluzione duratura ai loro problemi. Primo fra tanti il preoccupan­te e costante loro spopolamen­to».

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TI-PRESS Una veduta della località dellaLaviz­zara

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