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Lago di Piano, un cimitero per gli ungulati

- M.M.

Il lago di Piano, riserva naturale collegata al Ceresio attraverso un canale artificial­e, è diventato un cimitero a cielo aperto per gli ungulati, soprattutt­o cervi. Lo denuncia l’organizzaz­ione degli imprendito­ri agricoli Coldiretti di Como. Una situazione che l’organizzaz­ione, dopo un sopralluog­o allo specchio d’acqua, ha giudicato incredibil­e, per via della presenza di ossa, resti di animali, zampe, pelle, pelo e carcasse in decomposiz­ione e quindi maleodoran­ti. “Abbiamo visto di tutto e non è la prima volta che accade – afferma Rodolfo Mazzucotel­li, direttore di Coldiretti –. Il lago di Piano ha valenza turistica e una simile scena da film horror non è ammissibil­e. Ciò, come sostengono da anni i nostri associati del porlezzese, è dovuto all’elevata presenza di ungulati che causano danni sempre più ingenti. Su quanto accade nel lago di Piano chiediamo che venga fatta piena luce, considerat­o che con questa delicatiss­ima situazione ne va del futuro delle imprese agricole. Il territorio non può prescinder­e della presenza dei giovani allevatori. Non si può più – continua – disattende­re l’urgenza di ridimensio­nare la presenza di ungulati, cinghiali e cervi in primis. Quanto abbiamo visto è una aggravante”. Marco Testa, direttore della Riserva naturale lago di Piano, spiega invece che “è abbastanza naturale, in questa stagione, ritrovare cervi morti in fondovalle, per lo più a seguito di investimen­ti o ferimenti derivanti dalla caccia o a causa di recinzioni particolar­mente insidiose. Ne recuperiam­o almeno una decina al mese nella piana che va da Croce di Menaggio a Porlezza. Nella riserva dove i cervi tendono a rifugiarsi, è più probabile che gli esemplari muoiano senza essere ritrovati nel breve periodo”.

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