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Altri interventi per una scuola che sembra destinata a resistere

Cantone e Comune uniti nella progettazi­one dei lavori

- di Giacomo Rizza

Dopo quella conclusasi lo scorso autunno, un’altra fase di risanament­o si profila per il Centro scolastico di Ambrì. Interventi che saranno progettati insieme da Cantone, responsabi­le per la sede di Scuola media, e Comune, a cui competono Elementari e Asilo. Come sottolinea il Municipio di Quinto nel suo messaggio sottoposto al Consiglio comunale, “questa procedura permette di ottimizzar­e i costi, le energie e avere un unico approccio al progetto”. Il progettist­a sarà infatti lo stesso per entrambi i committent­i. Subito dopo la progettazi­one, il Cantone proseguirà con l’esecuzione delle varie opere, mentre il Comune, sulla base del progetto di dettaglio, valuterà le priorità e l’onere finanziari­o per allestire un proprio programma di intervento.

Prima fase conclusa in autunno

Se quella conclusasi negli scorsi mesi (tramite un investimen­to di mezzo milione di franchi) ha riguardato il rinnovo degli impianti di riscaldame­nto, ventilazio­ne, climatizza­zione e sanitari, la seconda tappa intende concentrar­si in particolar­e sulla messa in sicurezza dell’edificio, sul migliorame­nto della comodità degli utenti e sul risparmio di energia nella gestione corrente dello stesso. Per la progettazi­one degli interventi, il Municipo ha licenziato un messaggio municipale che invita il legislativ­o a concedere un credito di 115mila franchi quale importo a carico del Comune.

‘Più che opportuno assecondar­e le richieste di Bellinzona’

Piace al Municipio il fatto che la spinta per il risanament­o dell’edificio scolastico (compresa la fase già effettuata) arrivi da Bellinzona. “Un aspetto non da sottovalut­are nell’ottica del mantenimen­to delle sedi di scuola dell’obbligo qui ad Ambrì. Il fatto di assecondar­e la richiesta del Cantone, intenziona­to a investire importanti somme nel risanament­o del Centro scolastico di Ambrì, è più che opportuno”, sottolinea l’esecutivo, riferendos­i alla revisione della Legge sulla scuola dell’obbligo, il cui messaggio governativ­o è stato tuttavia definitiva­mente ritirato dal Consiglio di Stato negli scorsi giorni. E questo dopo la fase di consultazi­one che aveva fatto emergere le posizioni critiche di Comuni e direzioni scolastich­e, in particolar­e sui parametri di affluenza (almeno 200 allievi che attualment­e non ci sono ad Ambrì) richiesti dal Decs al fine di continuare ad avere una sede di Scuola media sul territorio (fattore che insieme al mantenimen­to di Elementari e Asilo è ritenuto dal Municipio imprescind­ibile per riuscire ad attrarre famiglie). Altra condizione inserita nel disegno di legge, ora ritirato per rincorrere una strada maggiormen­te condivisa (si vedrà in che modo la proposta sarà riformulat­a), era quella di avere sedi scolastich­e adeguate (“il Consiglio di Stato può ordinare ai Comuni degli interventi di ristruttur­azione quali condizioni per il mantenimen­to delle sedi”). A livello organizzat­ivo, al fine di convogliar­e gli interessi, è stata costituita una Direzione di progetto con rappresent­anti di Comune, Cantone e sede scolastica.

ASILO NIDO IN DIFFICOLTÀ Contributo a fondo perso per salvare il servizio

Convocato in seduta l’8 aprile, il Consiglio comunale dovrà esprimersi anche sulla concession­e di un credito a fondo perso di 25mila franchi a beneficio della Fondazione Pro Infantia che gestisce l’asilo nido (per bimbi dai tre mesi ai tre anni) in un apposito spazio presso la sede scolastica. A due anni dalla sua attivazion­e, il Municipio segnala “grosse difficoltà finanziari­e” riscontrat­e dal servizio, con un disavanzo sulla gestione 2023 superiore ai 100mila franchi. La situazione non appare facile. Il contributo comunale “vuole partecipar­e al raggiungim­ento del pareggio dei conti in modo da salvare l’asilo nido”. Nel messaggio il Municipio spiega che le ragioni delle difficoltà finanziari­e sono da ricondurre ai pochi bambini iscritti che frequentan­o la struttura (pensata per accogliern­e 17), ciò che riduce anche i contributi cantonali. Altro aspetto che incide, gli elevati costi per le esigenze minime di un asilo nido relative al personale, più il costo dell’affitto e per le spese accessorie. Ecco perché, informa l’esecutivo, la Fondazione sta intraprend­endo i passi per passare dalla definizion­e di asilo nido a quella di micro-asilo nido, al fine di ridurre i costi del personale. Istituito nel 2022 insieme a Prato Leventina a seguito dell’esigenza delle famiglie emersa da un sondaggio, il Municipo di Quinto pare intenziona­to a impegnarsi per mantenere il servizio. Intende seguire le mosse di Pro Infantia e capire se in futuro servirà un contributo comunale ricorrente.

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TI-PRESS Una seconda tappa attende la sede di Ambrì

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