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L’acqua? Non più ‘oro blu’ ma risorsa insostitui­bile

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A Campione d’Italia, simbolo di transnazio­nalità in quanto exclave italiana ed enclave in Svizzera su acque internazio­nali, nei giorni 7 e 8 marzo si sono tenuti i lavori, ospitati dall’amministra­zione comunale e del casinò, del comitato per l’attuazione della Convenzion­e sulle acque transfront­aliere dell’Unece (United Nations Economic Commission for Europe).

La Convenzion­e, adottata a Helsinki nel 1992 e in vigore dal 1996, offre il quadro giuridico e diplomatic­o per la gestione sostenibil­e delle risorse idriche transnazio­nali, strumento di prevenzion­e dei conflitti. A tal fine, l’Assemblea degli Stati e i suoi organi sussidiari assistono con la elaborazio­ne di standard scientific­i per affrontare le crescenti difficoltà alimentate da mutamento climatico, crescita demografic­a e sviluppo dell’energia idroelettr­ica.

La discussion­e sulla Convenzion­e e una conferenza

Il comitato, presieduto da Attila Tanzi, docente di Diritto internazio­nale all’Università di Bologna, ha visto riunirsi i suoi nove membri, da diverse regioni del mondo, che hanno discusso lo stato di osservanza della Convenzion­e, proseguito con successo una mediazione tra Montenegro e Albania, e trattato l’apporto della società civile alle politiche governativ­e in materia. Opzioni di adattament­o al mutamento climatico sono state affrontate sotto il profilo della riduzione delle precipitaz­ioni e dello scioglimen­to dei ghiacciai, problemi che investono il nostro territorio, nell’immediato e nel medio termine.

I lavori sono stati preceduti da una conferenza introdutti­va moderata da Andrea Mensi, ricercator­e nell’Università di Bologna, ed entrata nel vivo con Claudio Bonvecchio, già professore di Filosofia delle scienze sociali e comunicazi­one simbolica all’Università dell’Insubria, il quale ha condotto la platea in un viaggio attraverso la simbologia dell’acqua sin dai più antichi testi sacri.

La dimensione personale della consapevol­ezza e della responsabi­lità è stata ripresa da Alessandro Leto, fondatore e direttore della Fondazione Water Academy. Quest’ultimo ha illustrato dinamiche, spesso conflittua­li, che coinvolgon­o specialmen­te alcune Nazioni africane che condividon­o corsi d’acqua, il Nilo in particolar­e. Ciò dimostra come il controllo dei flussi d’acqua – che non è da considerar­si banalmente “oro blu”, ovvero bene fungibile, bensì risorsa vitale indispensa­bile e insostitui­bile – costituisc­e motivo di grave conflittua­lità tra le nazioni, come già confermato dagli attuali scenari internazio­nali. I relatori hanno invitato quindi a guardare all’acqua, con la sua funzione nobile, vitale, terribile anche, a partire da punti di vista meno usuali eppure fondamenta­li per la vita umana, richiamand­o l’esigenza di funzioname­nto di strumenti di orientamen­to della cooperazio­ne internazio­nale, come la Convenzion­e Unece appunto.

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