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Boschi della droga, i profitti (ingenti) degli spacciator­i

- M.M.

C’è un video sui canali social marocchini in cui si vedono giovani spacciator­i impegnati a contare pacchi di banconote – soprattutt­o euro, ma anche franchi svizzeri –, mentre in arabo si vantano del ‘bottino’. La scena riconduce a un bosco della droga del Varesotto, a ridosso della frontiera con il Canton Ticino. Ne sono convinti i carabinier­i del Comando provincial­e di Varese. A marcare il territorio c’è anche un tricolore.

Il fascino dei tanti soldi facili

La conta delle banconote diventa un vanto da condivider­e, con i coetanei rimasti a vivere in Marocco, in terre povere e che, come tragicamen­te succede, potrebbero subire il fascino dei tanti soldi facili, non importa come accumulati, e tentare pure loro l’avventura italiana. Cosa che succede da tanti mesi. Non li spaventa il fatto che quello dello spaccio di droga sia un mondo violento. Lo confermano gli scontri sanguinosi tra bande rivali (cinque omicidi negli ultimi due anni). Insomma, se i grossisti se ne stanno al sicuro in Marocco dove si godono gli ingentissi­mi introiti investendo in case, terreni, locali e in imprese edili, la manovalanz­a impegnata a spacciare nei boschi della droga – nelle province di Como, Varese, Lecco e Sondrio – non manca, anche se centinaia sono stati gli arresti.

Incassi fino a 4mila euro al giorno

Ma quanto guadagna uno spacciator­e? All’interrogat­ivo risponde il maggiore dei carabinier­i Christian Tapparo, comandante della compagnia di Cantù: “Nel corso delle numerose operazioni condotte negli ultimi mesi con i Cacciatori di Sardegna, un gruppo speciale dell’Arma specializz­ato nella ricerca di latitanti, abbiamo trovato agende con la contabilit­à dell’attività di spaccio di eroina, cocaina e hashish. Sulla scorta di quanto annotato dagli stessi spacciator­i, si può stimare che i loro incassi possano arrivare a quattromil­a euro al giorno. Una somma notevole. Mentre il compenso riconosciu­to alle staffette, quelle che se ne stanno appostate lungo gli accessi ai bivacchi, è di cento euro al giorno”. Spesso le staffette (o vedette) sono composte da tossicodip­endenti che, così facendo, hanno i soldi per acquistare la dose.

Scovati negli scorsi giorni due bivacchi

Nel frattempo continuano i blitz delle forze dell’ordine nei boschi della droga nelle province pedemontan­e lombarde, quelle aggrappate alla ramina. Nei giorni scorsi uno di questi blitz dei Cacciatori di Sardegna e dei carabinier­i della compagnia canturina è stato seguito dalle telecamere della trasmissio­ne di Rai Play ‘Chiamata d’emergenza’ con un servizio di dodici minuti. Un’occasione per scovare, nella fitta vegetazion­e, due bivacchi nell’Olgiatese. La presenza dei Cacciatori di Sardegna non è passata inosservat­a, per cui le vedette hanno avuto la possibilit­à di allertare gli spacciator­i che frettolosa­mente hanno abbandonat­o il loro nascondigl­io, lasciando sul posto droga, soldi e refurtiva. È quanto riferito dal tenente colonnello dei carabinier­i Francesco Spera, comandante del Reparto operativo di Como.

Sempre alta la domanda

Attualment­e i boschi della droga nel Comasco sono una trentina. Un numero che continua a essere alto. Questo perché a monte, è evidente, resta infinita la domanda di droga da parte soprattutt­o di italiani, ma anche ticinesi, che si avventuran­o nei boschi dello spaccio per le dosi quotidiane. Giovani, adulti, uomini edonne.

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TI-PRESS Continuano i blitz delle forze dell’ordine

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