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‘No alla recinzione, meglio altre misure’

Per il Municipio la mozione che mira a proteggere il prato secco va respinta. Già all’opera architetti del paesaggio di Zurigo per trovare nuove soluzioni

- di Serse Forni

Recintare il prato secco sul sedime dell’ex aerodromo di Ascona per evitare che venga rovinato. È la richiesta formulata dal consiglier­e comunale Valerio Sala (Gruppo rosso verde + Forum Alternativ­o) tramite una mozione. Ora arriva il preavviso del Municipio e della Commission­e edilizia e opere pubbliche: entrambi chiedono al Consiglio comunale, convocato in seduta il prossimo 26 marzo, di respingere la proposta.

Ma non è tutto qui. Infatti l’area protetta sarà tutelata, così come richiesto a più riprese (in passato anche tramite un’interpella­nza). L’esecutivo spiega in dettaglio i recenti sviluppi: “Il 17 febbraio 2023 i rappresent­anti del Municipio, del Patriziato (proprietar­io del sedime, ndr) e il Cantone, con la Sezione dello sviluppo territoria­le e con l’Ufficio della natura e del paesaggio (Unp), si sono incontrati, su istanza delle autorità cantonali, al fine di chiarire se e come poter regolare il flusso di persone all’interno della zona nucleo del prato secco”. Dall’incontro sono emerse alcune riflession­i e consideraz­ioni: “Secondo le autorità cantonali, al momento dell’elaborazio­ne del Decreto di protezione la pressione antropica non era ritenuta problemati­ca”. A seguito di una delle misure previste dal Decreto, ovvero lo smantellam­ento della parte sud della pista di asfalto dell’ex scalo aereo, le persone che prima camminavan­o sul manto sintetico si sono spostate nell’area protetta, “aumentando di conseguenz­a la pressione sul prato secco anche se il numero dei visitatori è rimasto invariato”. Il Cantone, basandosi su documentaz­ione fotografic­a e dopo quanto constatato durante un sopralluog­o con l’autorità federale, è giunto alla conclusion­e che il numero dei sentieri sia aumentato. Tuttavia né Bellinzona né tantomeno il Comune possono introdurre misure repressive per evitare che le persone camminino nell’area tutelata: infatti il Decreto di protezione non le prevede e non contempla neppure il problema della pressione antropica.

Ciò non vuol dire che questa pressione non esista: “Sia la Confederaz­ione, sia l’Ufficio natura e paesaggio hanno concordato che la situazione necessiti di un approfondi­mento tra tutti gli attori coinvolti, anche se ciò non era formalment­e previsto nel Decreto”. Cantone e Comune, dal canto loro, sono d’accordo sul fatto che alla posa di una recinzione – come inizialmen­te proposto da Berna – “sia preferibil­e cercare una soluzione altrettant­o efficace ma non impattante paesaggist­icamente, o addirittur­a in grado di valorizzar­e l’estetica del comparto”.

E quindi: “Di recente il Consiglio di Stato, dopo aver sentito Patriziato e Municipio, ha conferito un mandato a uno studio di architettu­ra del paesaggio di Zurigo con grande esperienza in questi ambiti. Rileviamo – scrive ancora l’esecutivo – che l’onere di tale studio sarà assunto dal Cantone (35 per cento) e dalla Confederaz­ione (65 per cento)”. Il committent­e responsabi­le del mandato è il Cantone e l’elaborazio­ne sarà seguita dall’Unp.

Fruizione pubblica a braccetto con la protezione

Il mandato ha lo scopo di proporre una serie di possibili misure per “migliorare la fruizione pubblica nell’ottica della conservazi­one della vegetazion­e protetta. Secondo gli intenti del Cantone le misure dovranno essere orientate anche alla valorizzaz­ione paesaggist­ica del comparto e per questo motivo gli interventi dovranno essere coerenti con il contesto circostant­e. Il progetto di massima andrà a considerar­e un perimetro più ampio di quello contemplat­o nel Decreto di protezione”. Le misure che saranno proposte si limiterann­o tuttavia all’area oggetto dello stesso Decreto.

Infine, va segnalato che tutte le proposte che scaturiran­no dallo studio di massima saranno discusse tra le diverse autorità (Berna, Bellinzona, Comune e Patriziato), “così che si possa coordinare, sulla base degli interessi e delle volontà di tutti gli enti coinvolti, la loro eventuale attuazione”.

Ciò detto, il Municipio nel suo preavviso specifica che “tutte le autorità coinvolte abbiano già intrapreso quanto necessario per studiare le possibili soluzioni per riuscire a limitare la pressione antropica del prato secco”. Resta inteso che nel caso in cui vi saranno opere o costi a carico del Comune, l’esecutivo passerà prima dal legislativ­o con un messaggio e relativa richiesta di credito. Il Municipio e la Commission­e edilizia e opere pubbliche ritengono infine che la richiesta di una recinzione del prato secco vada respinta. La seconda richiesta di Sala, ovvero quella di elevare contravven­zioni a chi non rispetta l’area protetta, non è considerat­a ricevibile, in quanto si tratta di un tema di esclusiva competenza del Municipio.

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I sentieri creati nel tempo dai tanti passanti

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