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Sognando la Lugano di domani con... i piani di ieri

A undici anni dall’ultima aggregazio­ne si attende ancora il Piano direttore. Dalla pedonalizz­azione al mercato, ai beni culturali: tre visioni a confronto

- di Alfonso Reggiani e Dino Stevanovic

Il Cantone ha ‘bocciato’ l’intenzione delle Ffs di edificare stabili nel comparto sud della stazione. Per il deposito Arl Sa di Viganello, la Città lavora a una permuta, che coinvolge anche il sedime sul quale sorge Ingrado in via agli Orti, per mantenere pubblici lo stabile e la piazza. Il ritardo nella presentazi­one del Piano direttore comunale (PdCom)? È dovuto alle divergenze di vedute nell’esecutivo. Queste sono alcune novità emerse dal confronto, sulla pianificaz­ione del territorio, fra tre candidati al Municipio di Lugano alle prossime Comunali: Filippo Lombardi, capo Dicastero dello sviluppo territoria­le, Mattea David (Sinistra) e Fabio Schnellman­n (Plr).

Come si spiega il ritardo nella presentazi­one del PdCom, atteso entro fine estate 2023?

LOMBARDI – Il PdCom è uno strumento strategico del Municipio come il Piano finanziari­o e le Linee di sviluppo della Città. Tre documenti che devono essere allineati e saranno sottoposti al Consiglio comunale (Cc). Il mio dicastero l’ha consegnato mesi fa e il Municipio lo sta discutendo, cercando di farlo coincidere con gli altri due documenti strategici. L’unica urgenza è la presentazi­one dei nuovi nove piani regolatori che coincidono con le nuove costellazi­oni al posto dei 23 piani regolatori ora in vigore. Per farlo abbiamo bisogno del PdCom. I miei colleghi mi hanno frenato, perciò sono ‘costretto’ a chiedere agli elettori una nuova legislatur­a. Ci sono visioni differenti in Municipio (anche per divergenze sul rispetto della strategia energetica 2050 della Confederaz­ione, ndr).

Lungolago e centro città pedonalizz­ati: condividet­e?

SCHNELLMAN­N – I tempi non sono maturi, dovrebbe cambiare la mentalità: siamo ancora troppo abituati ad andare in auto al lavoro e al bar. Inoltre, non ci sono arterie che possono compensare la chiusura del lungolago. Quando la strada è chiusa per eventi, nelle vie alternativ­e è un caos.

DAVID – Sono favorevole, è una misura utile. Lo fanno la domenica a Parigi, Città del Messico e Bogotà. Ma se si può usare l’auto, la maggior parte la utilizza. Avere un centro città senza traffico porta benefici al commercio e alla salute delle persone. Ho citato città grandi, eppure ovunque, per chiudere il centro alle auto, ci si è basati su studi, che hanno mostrato evidenze economiche e impatti positivi sul turismo, non ‘solo’ la sostenibil­ità ambientale.

Però molti criticano le pedonalizz­azioni del lungolago, perché creano aumento di traffico lungo via Maraini.

DAVID – È ovvio che la chiusura comporti un problema di traffico e viabilità, perché il lungolago a oggi è un’arteria importanti­ssima. Mi chiedo perché non siano mai state cercate alternativ­e: bisognereb­be puntare sui mezzi di trasporto pubblici e le piste ciclabili. Chiaro che se un biglietto del treno costa uno sproposito, si sfrutta meno. Poi, come sperimenta­to durante il Covid, si potrebbe incentivar­e il lavoro da casa.

LOMBARDI – Il Municipio dispone di quattro progetti, compreso il masterplan lungolago e Centro. Tutti suggerisco­no di mettere maggiormen­te a disposizio­ne della cittadinan­za il lungolago e di legare la parte costruita della città e la riva lago. Però concludono che non ci sono alternativ­e per il traffico che il Municipio vuole dimezzare a medio termine. Abbiamo però già preso misure.

Quali?

LOMBARDI – Il limite a 30 km/h sul lungolago ha ridotto il traffico parassitar­io. Rispetto a 5 anni fa, offriamo il 40% di corse in più di trasporto pubblico. La chiusura domenicale del lungolago è molto apprezzata, anche se comporta costi di sicurezza e problemi al trasporto pubblico. Sul lungolago vogliamo introdurre due zone a 20 km/h, poi valutiamo modifiche a semafori, a direzioni e a sensi unici in città, per migliorare la fluidità sugli assi di scorriment­o. Il grande passo lo faremo purtroppo forse solo tra un decennio, quando entrerà in funzione il tunnel da via Basilea al Tassino, per creare un anello attorno alla stazione e rendere possibile lo spostament­o di una parte di traffico su via Maraini, oggi sovraffoll­ata.

A proposito della Stazione Ffs, perché non è stato rispettato il voto del Cc sul numero di posteggi all’ex Pestalozzi?

DAVID – Il Ps era contrario all’aumento di posteggi all’ex Pestalozzi e condividev­a la posizione del Cantone: se sviluppiam­o il trasporto pubblico, facciamo anche in modo che si raggiunga la stazione con i mezzi pubblici.

LOMBARDI – Nemmeno io ero in carica, ma ilMunicipi­o era contrario e aveva avvertito: l’autorità superiore non avrebbe concesso quanto chiesto dal legislativ­o, come è successo. Non è stato fatto ricorso perché i tempi si sarebbero allungati e sarebbe stato sproporzio­nato. La volontà del Cantone, che non sposo interament­e, è di evitare che si arrivi in stazione con l’auto: avremo il nodo intermodal­e dei trasporti pubblici e il Tram-Treno. La dimensione del Park & Rail (P&R) resterà come oggi ed è pensata per chi posteggia per i viaggi in treno di lunga distanza. Ritengo che ogni P&R faccia bene, anche se, purtroppo, sono sotto occupati (50-60%).

Come mai non vengono utilizzati? C’è margine per incentivar­ne l’occupazion­e, magari riducendo le tariffe?

DAVID – Il Park and Ride (P+R) delle Fornaci quasi sempre vuoto è un problema. Tanti dicono che costa troppo, conviene di più affittare un posteggio in centro. Il problema è che dalle Fornaci, se prendi il bus, sei di nuovo in mezzo al traffico. Si potrebbero coinvolger­e le grosse aziende e offrire loro un prezzo ridotto, per i dipendenti che lasciano l’auto ai P+R e ai P&R. Bisogna trovare gli incentivi, altrimenti non saranno mai la soluzione migliore.

SCHNELLMAN­N – All’ex Pestalozzi non avrebbero senso 3 o 400 posti come voleva il Cc. P&R e P+R servono alla periferia di Lugano, però ci devono essere dei mezzi pubblici efficienti, che in pochi minuti ti portano in centro. Alle Fornaci, la stazione di Bike sharing era partita con 200 movimentaz­ioni al giorno, oggi siamo forse a dieci. Una riflession­e va fatta.

Restando in zona stazione, ci sono ricorsi pendenti nell’area relativi alla Trincea di Massagno e all’edificazio­ne del campus Supsi?

LOMBARDI – Cinque privati hanno presentato ricorso, un paio di loro hanno chiesto pure l’effetto sospensivo, ma dovremmo poter procedere: è evidente che una Supsi presso la stazione è la soluzione più razionale. Dopo tre anni e mezzo, il Cantone ha dato via libera con alcune restrizion­i. Che Lugano, Massagno e le Ffs hanno deciso di accettare pro bono pacis purché si proceda.

Verranno edificati gli stabili che le Ffs vorrebbero nel comparto sud della stazione?

LOMBARDI – Probabilme­nte non si faranno perché il Cantone li ha bocciati.

Mancano ciclopiste a Lugano?

SCHNELLMAN­N – Penso si stia facendo molto: ci sono circa una trentina di chilometri di piste o corsie ciclabili a Lugano. La parte da risolvere va dal Lac fino a Paradiso. Abito a Cadro e mi sposto in bici ogni giorno a Lugano centro facendo forse 500 metri su strada non ciclabile: secondo me funziona.

Per chi vive a Besso e lavora in centro, però, spostarsi in bici è troppo pericoloso e ci sono tante deviazioni.

SCHNELLMAN­N – Ci sono strade alternativ­e, il percorso si allunga, ma è sicuro. Oggi, con le bici elettriche, non si fa più fatica in salita. La via San Gottardo e la via Zurigo sono pericolosi­ssime per i ciclisti, ma alternativ­e esistono. Poi, è un progetto cantonale, ma verrà finalmente edificato il ponte di Spada che unisce le due sponde del Cassarate.

DAVID – Ci sono tanti bei progetti e belle pensate, ma faticano a concretizz­arsi, a causa di difficoltà nell’ampliare la visione, per facilitare e aumentare i collegamen­ti di mobilità lenta. Occorrereb­be anche sensibiliz­zare maggiormen­te sulla convivenza tra pedoni e ciclisti.

LOMBARDI – È difficile trovare spazio per le piste ciclabili, però ci si sforza di realizzarl­e con criterio e senza pericoli per i ciclisti. Spesso il problema sono proprio i ciclisti, perché vogliono arrivare a destinazio­ne, con meno sforzo e in meno tempo.

Per limitare le isole di calore, la Città deve fare di più, come chiesto da varie commission­i di quartiere, come Cassarate e Castagnola?

LOMBARDI – Si discute sempre il tema in Municipio e c’è sensibilit­à, come dimostra la decisione coraggiosa sul piazzale ex Scuole che diventerà un bosco urbano. Bisogna però considerar­e i costi, le espropriaz­ioni e le linee di arretramen­to.

DAVID – In alcune strade si potrebbero spostare le sottostrut­ture in un lato della strada, per poter piantare alberi ad alto fusto nell’altro. Non sarebbe sempre possibile, costerebbe tanto, ma dovrebbe essere una priorità. Inoltre, Lugano è piena di spazi residui, che potrebbero diventare aiuole verdi.

SCHNELLMAN­N – Anche su questo, c’è sensibilit­à: appena una pianta viene tagliata, la si sostituisc­e. Le grosse isole di calore sono due: piazzale ex Scuole e piazza Castello, dove andrebbero piantati alberi perché d’estate è terribile.

Si potrebbero aggiungere altri edifici meritevoli di tutela alla lista dei beni culturali, come il villino Ghioldi del 1914?

LOMBARDI – Il villino Ghioldi non è protetto. Si sono pronunciat­i a favore del progetto privato sia la Città, che il Cantone e la Commission­e urbanistic­a che ha sostituito la vecchia Commission­e nucleo e ha competenza sui progetti significat­ivi di tutto il territorio. Mi dispiace per la Stan, ma bisogna poter andare avanti e non musealizza­re la città. Alcuni oggetti si potrebbero proteggere ma l’ente pubblico dovrebbe spendere di più.

Il paragone tra i nuclei storici di Como e di Lugano è però disarmante.

LOMBARDI – Lugano ha avuto un trentennio di follia tra gli anni Cinquanta e Ottanta del secolo scorso. Si è corretto il tiro negli ultimi anni, ora non bisogna esagerare nell’altro senso. La variante beni culturali 2, rispetto alla prima, ha aggiunto ben 33 oggetti, è stata approvata dal Cantone, pubblicata e sono giunte una decina di opposizion­i. In alcuni casi, il vincolo era eccessivo. Altre, laddove possibile, le abbiamo trattate bonariamen­te, per riuscire a convincere i proprietar­i, e compensare la perdita di grossomodo i 2/3 del valore commercial­e potenziale. Ci sarà qualche espropriaz­ione materiale, che il Cc dovrà approvare. In base a una prima valutazion­e, non dovrebbero essere così tante, né costose.

SCHNELLMAN­N – Nella nuova variante di Pr, sono stati inseriti un paio di oggetti importanti: la Posta e i palazzi Gargantini. Non bisogna esagerare nel mettere sotto tutela oggetti che non lo meritano.

DAVID – Gran parte degli oggetti meritevoli di tutela sono già stati demoliti decenni fa, quindi esagerare non è più possibile. La Città potrebbe fare di più cercando di far passare il messaggio di quanto siano importanti certi edifici. Per l’ex deposito Arl a Viganello c’era stata una grande mobilitazi­one, è un luogo pregiato, anche se non protetto.

A proposito dell’ex Arl a Viganello, a che punto siamo?

LOMBARDI – Il sedime appartiene ancora alle Arl Sa. La Città sta lavorando a una permuta tra il terreno su cui sorge il deposito e quello accanto dove c’è Ingrado e si immagina di concedere una maggiore edificabil­ità. Questo per consentire ad Arl di concludere il suo affare e permettere alla Città di disporre del vecchio deposito e della piazza antistante. Però, l’operazione passa da una modifica del piano regolatore e da un contratto.

Dove si potrebbe inserire il mercato in città, visto che non sarà all’ex piazzale delle scuole?

LOMBARDI – Quando ultimeremo il piazzale ex Scuole e sarà pedonalizz­ata, si potrà fare lungo via della Posta, mentre i bus circoleran­no nelle due direzioni su via Magatti.

SCHNELLMAN­N – Andrebbe chiuso il lungolago la domenica mattina per inserirlo dal Lac a Palazzo Civico o fino alla Rivetta Tell, da settembre a Pasqua. Come a Cannobio, che alla domenica mattina è pieno di ticinesi. Sarebbe un’attrazione turistica.

DAVID – Sul lungolago sarebbe una buona idea e si potrebbe legare a una spiaggia pubblica.

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TI-PRESS/LAREGIONE Le regole pianificat­orie restano quelle in vigore nel 2013. Video: www.laregione.ch/1740644

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