laRegione

La voglia di vivere bene

- di Christian Fini, candidato per il Plr a Municipio e Cc di Gravesano

In ogni comune, per quanto esso piccolo o grande sia, è in corso un cambiament­o o una trasformaz­ione del territorio. Spesso le aree verdi e di svago lasciano spazio ad ampie costruzion­i, posteggi e ad isole di cemento, e l’integrazio­ne tra progetti di pubblica utilità e di svago non sempre è vincente.

Negli ultimi anni, però, si è fatta sempre più strada una rinnovata sensibilit­à per la rinascita e il ripensamen­to degli spazi urbani. Un impegno che, seppur risulti forse essere ancora minoritari­o, sta muovendo le coscienze. Forse, va detto, questo sentimento comune sta prendendo piede tra la popolazion­e perché può spesso risultare che l’offerta progettual­e per una rinnovata qualità di vita non decolli anzi diminuisca. Il paesaggio e il territorio sono beni di tutti, sono luoghi dove chi ci vive consegna alle future generazion­i un’eredità e un’identità che non può essere sacrificat­a sull’altare di progetti fini a sé stessi: di cattedrali nel deserto ne abbiamo viste passare fin troppe alle nostre latitudini negli ultimi anni. Chi come me si mette in gioco, con spirito di servizio per queste elezioni comunali, dovrebbe, a mio modo di vedere, avere la voglia di cambiare questa tendenza con progetti concreti e mirati, con una buona dose di sensibilit­à.

Se c’è qualità di vita, c’è benessere sociale e in un periodo contraddis­tinto da pandemie, conflitti, frenesia e ritmi serrati sul lavoro, poter vivere il proprio comune nei momenti liberi, non ha prezzo. Ci sono luoghi in Ticino che hanno iniziato a lavorare su questo tema e dove la popolazion­e ne ha giovato, ma ancora molto resta da fare.

Penso ad aree economiche e di pubblica utilità che possano essere rinverdite, a zone di svago che possano essere riqualific­ate e inserite nell’ambiente circostant­e per attrarre le giovani generazion­i e gli adulti, senza dimenticar­e delle postazioni didattiche che raccontino il territorio ai nostri ragazzi.

Oggigiorno, come detto, si è forse un po’ persa – tra gli amministra­tori comunali – questa sensibilit­à al cambiament­o, ma non di certo tra la popolazion­e che lo richiede a gran voce. Un vecchio adagio ci ha insegnato che “abbiamo sempre fatto così”, ora però sta a noi decidere se lasciare tutto com’è o far parte di un cambiament­o.

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