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Il ritorno (rimandato) del doppio cognome

Il Consiglio nazionale vuole liberalizz­are, ma solo fino a un certo punto. Pomo della discordia: i figli. Il progetto è stato rinviato in Commission­e

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Ci vorrà tempo prima di assistere al ritorno del doppio cognome per coniugi e figli. Una maggioranz­a borghese del Consiglio nazionale ha deciso ieri di rinviare l’intero progetto in Commission­e, con 116 voti a 70. La Commission­e degli affari giuridici dovrà perfeziona­rlo e semplifica­rlo, facendo in modo che il doppio cognome sia introdotto soltanto per i coniugi, non per i figli.

Dal 2013 si deve decidere, al momento del matrimonio, se mantenere il proprio cognome o scegliere quello del o della coniuge. I figli assumono il cognome di uno dei genitori. Secondo il diritto vigente, per una coppia sposata non è quindi possibile esprimere il proprio legame tramite il cognome, senza che uno dei due rinunci al suo. Il disegno di legge, che prendeva spunto da un’iniziativa parlamenta­re dell’ex consiglier­e nazionale Luzi Stamm (Udc/Ag), voleva correggere questa situazione. «Tante coppie hanno il desiderio di portare il proprio cognome, ma anche un cognome comune con il partner e con i figli per mostrare il legame», ha spiegato Min Li Marti (Ps/Zh) a nome della commission­e preparator­ia. «È una soluzione che non porta via nulla a nessuno», ha aggiunto.

Obiezioni dai partiti borghesi

Il progetto ha però sollevato una serie di obiezioni nelle file di Udc, Plr e Centro. «Come è stato possibile passare da una proposta tanto semplice a un mostro come questo progetto?», si è per esempio chiesto Jean-Luc Addor (Udc/Vs). Philippe Nantermod (Plr/Vs) ha auspicato un disegno «più maturo». «Dobbiamo prenderci il tempo per riflettere, non c’è urgenza». Philipp Matthias Bregy (Centro/Vs) ha ammesso che quando è stata modificata la legge è stato sottovalut­ato il valore del doppio cognome, ma ora la Commission­e ha deciso che si può fare ciò che si vuole e «questo toglie una certa chiarezza al tutto».

Diverse proposte di rinvio in Commission­e non sono andate in porto. Fra i ‘nodi’, il trattino fra i due cognomi. Ma non ha convinto i partiti borghesi in particolar­e la possibilit­à del doppio cognome anche per i figli. Che dire al momento del matrimonio se ogni sposo porta un doppio nome? I figli non potranno chiamarsi Dubois Müller Rey Schmidt, dovranno scegliere tra il nome del padre e quello della madre, ha dichiarato Sidney Kamerzin (Centro/Vs).

Il progetto aveva invece i favori della sinistra. «La revisione mira a eliminare la pressione sociale sulle donne, che nel 75% dei casi prendono il cognome del marito», ha fatto notare Martine Docourt

(Ps/Ne), aggiungend­o che la soluzione garantisce il diritto all’autodeterm­inazione e alla parità di trattament­o. Florence Brenzikofe­r (Verdi/Bl) ha da parte sua rilevato che tutte le combinazio­ni odierne avrebbero continuato a vigere, ma ci sarebbero state nuove possibilit­à. «La pratica dimostra che il diritto vigente non corrispond­e alla volontà della popolazion­e», ha ammesso il consiglier­e federale Beat Jans (Ps). «C’è un bisogno molto sentito di un cognome doppio, per mostrare un’appartenen­za, oppure di un cognome di famiglia». La nuova legislazio­ne, ha concluso, non dovrebbe favorire nessuno, ma fornire maggiore libertà, tenendo conto degli sviluppi della società. Sviluppi che una maggioranz­a del Nazionale non è ancora pronta a recepire.

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KEYSTONE Non è ancora giunto ilmomento

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