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Legge sul CO2 a tetto Senza il sì dei Verdi

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Si conclude oggi con le votazioni finali la sessione primaveril­e delle Camere federali. Le principali decisioni prese ieri:

Non ci sarà alcun sostegno alla realizzazi­one di nuove colonnine di ricarica per veicoli elettrici nella nuova Legge sul CO2. Così ha deciso la Conferenza di conciliazi­one, le cui proposte sono state avallate ieri dagli Stati (38 voti a favore e 3 astenuti) e dal Nazionale (162 a 7 e 21 astensioni). Il progetto mira a dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Contempla incentivi e investimen­ti mirati nei settori dell’edilizia, dell’industria e della mobilità. Dopo il ‘no’ (2021) alla precedente versione in votazione popolare, il parlamento ha escluso nuove tasse o divieti. I Verdi (legge “totalmente insufficie­nte”) annunciano che si asterranno alle votazioni finali.

A causa della situazione instabile in cui versano le finanze federali non è il momento di introdurre l’imposta sul tonnellagg­io applicabil­e alle navi, le cui ripercussi­oni sul gettito fiscale sono ignote. È il parere del Consiglio degli Stati che, per 29 voti a 15, non è entrato in materia su un progetto del Consiglio federale elaborato su richiesta del parlamento. Il dossier torna al Nazionale.

Sì convinto (175 a 12 e 2 astenuti) all’introduzio­ne della nuova identità elettronic­a. Lo ha espresso ieri il Nazionale, approvando le relative basi legali. Dopo il secco rifiuto alle urne, tre anni fa, di un primo progetto, il Consiglio federale ha formulato una nuova proposta. Prevede che, anziché fornitori privati, sia la Confederaz­ione a emettere gli Id-e e a gestire l’infrastrut­tura necessaria, che dovrebbe essere disponibil­e dal 2026. Il documento d’identità sarà gratuito e facoltativ­o.

Il Nazionale ha approvato (134 voti a 24 e 22 astenuti) una mozione di Marcel Dobler (Plr/Sg) che chiede una modifica legislativ­a per fare in modo che l’assicurazi­one sanitaria obbligator­ia rimborsi farmaci e mezzi ausiliari acquistati all’estero. Due le condizioni: il prodotto dev’essere omologato in Svizzera e prescritto da un medico svizzero; dev’essere poi più economico di quello venduto in Svizzera. Gli Stati devono ancora esprimersi.

Il Nazionale ha tacitament­e approvato un postulato della sua Commission­e delle istituzion­i politiche: chiede al governo di redarre un rapporto su un possibile accordo con l’Italia per lo scambio dei dati del casellario giudiziale.

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