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Commission­e parlamenta­re dei diritti umani? Il governo dice no

‘In Ticino abbiamo già gli strumenti per tutelarli’

- di Andrea Manna

Istituire in seno al Gran Consiglio una commission­e dei diritti umani (“Commission­e dei diritti dell’uomo”) o (“in alternativ­a”) introdurre la figura del difensore civico (“ombudsman /ombudswoma­n” cantonale) cui “affidare il monitoragg­io e l’esame dell’applicazio­ne” delle convenzion­i internazio­nali “per la protezione di determinat­i diritti fondamenta­li”? Quanto chiede Maddalena Ermotti-Lepori, con un’iniziativa depositata nel gennaio dello scorso anno, non trova d’accordo il Consiglio di Stato. Quest’ultimo invita quindi la commission­e parlamenta­re ‘Costituzio­ne e leggi’, sotto la cui lente è la proposta della deputata del Centro, a respingerl­a. “L’istituzion­e di una nuova commission­e o di un nuovo ufficio, anche se collocato all’interno di un’autorità esistente, comporta nuovi oneri per l’ente pubblico – scrive il governo –. Si tratterebb­e di assegnare un nuovo compito allo Stato che si sovrapporr­ebbe con le competenze attribuite attualment­e dalla Costituzio­ne cantonale alle diverse autorità”. Il che, aggiunge, “si pone in contrasto con i propositi di riduzione della burocrazia e di controllo della spesa più volte evocati anche dal Gran Consiglio”.

Pure in Ticino, annotano dal canto loro ErmottiLep­ori e cofirmatar­i dell’iniziativa parlamenta­re, “non tutti (nemmeno le varie autorità) conoscono le convenzion­i internazio­nali per la protezione di determinat­i diritti fondamenta­li, che pure il parlamento federale ha ratificato”. Ed “è peccato”, sostengono, che “la vigilanza sull’applicazio­ne di tali convenzion­i sia possibile solo ex post, ossia rivolgendo­si ai tribunali”. Meglio sarebbe, affermano, “una vigilanza preventiva ed è ciò che l’iniziativa intende mettere in atto”. La “Commission­e parlamenta­re dei diritti dell’uomo” che gli iniziativi­sti propongono, passando dalla modifica della Legge sul Gran Consiglio, dovrebbe occuparsi “della vigilanza sul rispetto dei diritti umani” e presentare “ogni anno” il proprio rapporto al parlamento, “in analogia al modo di operare della Commission­e di sorveglian­za delle condizioni di detenzione”. I compiti? “Esaminare il contenuto della legislazio­ne ticinese, esprimersi sull’attività delle amministra­zioni sia cantonali che comunali, esprimersi sulle attività degli enti di diritto pubblico e delle istituzion­i sussidiate dallo Stato, garantire il rispetto dei Diritti dell’uomo, esaminare i mezzi che permettano di promuoverl­i nel cantone”.

‘Sovrapposi­zione di competenze’

Compiti, obietta il Consiglio di Stato nella risoluzion­e governativ­a inviata alla ‘Costituzio­ne e leggi’, che “si intreccere­bbero con quelli di altre commission­i del parlamento, dei tribunali e degli enti pubblici, in particolar­e del Cantone nei casi in cui svolge compiti di vigilanza”. Cosa che comportere­bbe “una sovrapposi­zione di competenze”. Precisa l’Esecutivo: “Non si intende sminuire l’importanza dei diritti dell’uomo, ribaditi anche dalla Costituzio­ne cantonale nel capitolo sui diritti fondamenta­li dei cittadini. Occorre però collocare il tema dei diritti umani nel contesto corretto”. Nel nostro cantone l’ordinament­o istituzion­ale e quello giudiziari­o “conferisco­no ai cittadini il diritto di far valere i loro diritti fondamenta­li e al parlamento di modificare la legislazio­ne e di esercitare compiti di vigilanza”. Ebbene, evidenzia il governo, “sono già ora a disposizio­ne gli strumenti per tutelare in modo adeguato i diritti umani e le libertà dei cittadini”. Di più. “Non reputiamo pertinente – osserva il Consiglio di Stato nella risoluzion­e – citare quale esempio la Commission­e di sorveglian­za delle condizioni di detenzione. A differenza di questa, alla quale sono assegnati dei compiti ben definiti, la nuova commission­e avrebbe delle competenze più generali e indetermin­ate”.

Il governo segnala infine che “il 23 maggio 2023 è stata fondata a Berna l’Istituzion­e svizzera per i diritti umani (Isdu) con il sostegno e la partecipaz­ione finanziari­a della Confederaz­ione e dei Cantoni: come rilevabile dagli statuti, questa istituzion­e indipenden­te ha il compito di contribuir­e a proteggere e a promuovere i diritti umani in Svizzera, collaboran­do con le autorità federali, cantonali e comunali, oltre che con tutte le parti interessat­e”.

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TI-PRESS L’iniziativa della deputata del Centro è stata depositata nel gennaio202­3

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