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Plastica nel sacco, tanti dubbi sulla soluzione ticinese

Chiesti lumi sulla reale capacità di riciclare e rivalorizz­are

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In attesa che la Città informi la cittadinan­za sulle novità, previste quest’anno, nella raccolta della plastica riciclabil­e, il consiglier­e comunale Alessandro Lucchini (comunista nel gruppo Unità di sinistra) tramite un’interpella­nza al Municipio solleva parecchi dubbi sulla soluzione imposta dal governo cantonale ai Comuni ticinesi, Bellinzona incluso. Ossia adoperarsi per raccoglier­e separatame­nte la plastica rispetto ai rifiuti solidi urbani (e fin qui tutto bene, perché diversi Comuni non l’hanno finora mai fatto, mentre la capitale è pioniera in questo ambito) e inviarla alla ditta Puricelli di Riva San Vitale (e qui sorgono i dubbi) per essere rivalorizz­ata. Lucchini infatti ricorda che Bellinzona è stato il Comune pilota in Ticino ad aver testato sin dal 2019, con la supervisio­ne del Dipartimen­to del territorio, il metodo di raccolta tramite gli appositi sacchi Sammelsack poi trasportat­i su camion dalla ditta ‘RS Recupero materiali’ all’azienda turgoviese InnoRecycl­ing, leader nel settore a livello nazionale. Ditta che a sua volta invia il carico nella vicina località austriaca di Lustenau dove avviene lo smistament­o fra ciò che è riciclabil­e (pari a due terzi del totale, che viene rispedito alla ditta elvetica InnoPlasti­cs Ag, pure di Eschlikon, e associata di InnoRecycl­ing, per essere trasformat­o in nuova plastica) e ciò che non lo è (34%) e che finisce come carburante nel cementific­io elvetico di Siggenthal.

Un sistema virtuoso secondo Lucchini – che in qualità di co-coordinato­re dell’Osservator­io per una gestione ecososteni­bile dei rifiuti Okkio lo aveva suggerito oltre cinque anni fa al Municipio di Bellinzona –, ma non secondo il Dipartimen­to del territorio convinto che sia preferibil­e una soluzione tutta ticinese. Lucchini evidenzia anche la comodità del Sammelsack nel quale è possibile gettare varie tipologie di plastiche (compresi contenitor­i in Tetrapack) con la certezza che il 64% viene riciclato; mentre il nuovo sacco per la Puricelli può accogliere soltanto le due tipologie PE e PP usate principalm­ente per alimenti e detergenti. In questo caso, secondo Lucchini, viene rivalorizz­ato il 20% del totale, mentre l’80% finisce nel termovalor­izzatore di Giubiasco.

Partendo da queste consideraz­ioni, il consiglier­e comunale chiede al Municipio se condivida l’imposizion­e cantonale, se sappia quali operazioni Puricelli svolge direttamen­te e se altre non siano magari fatte all’estero, se in tal senso vi sia un piano di tracciabil­ità, se questo sistema in generale sia sostenibil­e nel medio-lungo periodo e se la stessa Puricelli importi plastiche da altri cantoni o nazioni per assicurare la sostenibil­ità della propria attività. Pure chiesti lumi, infine, sugli eventuali costi che ricadrebbe­ro sulla Città e che la stessa eventualme­nte farebbe poi ricadere sull’utenza.

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LAREGIONE Dal 2019 Comune pilota inTicino

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