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Il grande Manuel Raga soffia su ottanta candeline

È stato stella di Varese e della Federale negli anni Settanta

- di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Auguri a Manuel Raga Navarro, che festeggia ottant’anni. Chi non ha mai avuto l’occasione di vederlo in campo può anche non avere emozione alcuna, ma chi lo ha visto e chi lo ha avuto come compagno di squadra o quale avversario, come il sottoscrit­to, Manuel rappresent­a ancora oggi un’essenza del basket: un normodotat­o, fisicament­e parlando, dal tiro micidiale, dalla profession­alità eccelsa e dalla capacità di lottare sempre al massimo.

Manuel fu ingaggiato dall’Ignis Varese nel 1968, al termine delle Olimpiadi messicane dove trascinò i padroni di casa al quinto rango e figurò nel miglior quintetto del torneo: “El mejor de todos”, il “messicano volante” e “l’elicottero” sono alcuni dei nomignoli che Manuel si conquistò in carriera. Con la Nazionale partecipò a 3 Olimpiadi, Tokyo ’64, Messico ’68 e Montréal ’76, e a 3 edizioni dei Mondiali.

Nel 1970 fu il primo giocatore non americano a essere draftato nell’Nba dagli Atlanta Hawks, al 10° giro. Con l’Ignis, dal 1968 al 1975, conquistò 3 campionati, tre Coppe Italia, 3 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Interconti­nentali. Nel 1974, con l’arrivo di Bob Morse a Varese, allora si poteva avere un solo straniero per squadra – Manuel fu ingaggiato dalla Federale diretta da Nino Cescutti in campo e da Chico Frigerio quale presidente, e col compianto Ken Brady come compagno. Con la Federale, dal 1975 al 1977, vinse 3 campionati e una Coppa Svizzera. È stato nominato miglior cestista messicano del 20° secolo e cittadino onorario a Varese. Nel 2016 è entrato nella Hall of fame del basket mondiale. Manuel era un giocatore di grande spessore, uno dei più grandi giunti in Svizzera. Il suo tiro in sospension­e era leggenda, tanto era la sua capacità di librarsi in aria più degli altri: frazioni di secondo in più che gli permetteva­no di scoccare il tiro senza essere stoppato. Da fermo saltava 1,15 metri, cosa che non riesce a molti, neanche fra i profession­isti attuali.

La sua dedizione al basket era assoluta. Capitava di vederlo correre per le strade di Comano o Porza il sabato mattina, dopo un derby tiratissim­o la sera prima e dopo aver fatto le ore piccole al night. Se ne aveva la possibilit­à, andava in palestra anche sul mezzogiorn­o per tirare all’infinito. Era anche un difensore più che bravo, grazie a due gambe fortissime e mobili che costringev­ano l’avversario a fatiche immani. I trionfi raggiunti dalla Federale in quegli anni sono stati in gran parte firmati dalle sue prestazion­i. Ma Manuel, tutti lo hanno sempre riconosciu­to, era ammirato come “el mejor de todos”.

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Il suo leggendari­o tiro in sospension­e

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