laRegione

I quartieri sono la ricchezza della città

- di Tommaso Gianella, candidato per Il Centro a Municipio e Cc di Lugano

La grande Lugano è una creazione istituzion­ale relativame­nte recente e sebbene ci sia la chiara volontà di continuare a essere un bel posto da vivere, sicuro, propositiv­o e faro per un’intera regione, l’organizzaz­ione interna è ancora giovane e deve perfeziona­rsi. Non è un segreto che tra i cittadini, soprattutt­o gli abitanti dei comuni aggregati, serpeggi un certo malcontent­o che non li aiuta a “sentirsi luganesi”.

Il comune è oggi molto di più del suo centro in riva al lago. I quartieri, cittadini o in collina, rendono Lugano bella e mai scontata; è ora di farli sentire parte del tutto, tanto più che l’accentrame­nto progettual­e, decisional­e e amministra­tivo non potrà funzionare poiché non corrispond­e al nostro DNA.

La Svizzera è da sempre gelosa e rispettosa delle autonomie locali. Non siamo un paese accentrato­re. Abbiamo imparato nei secoli a dialogare e a costruire insieme, federando persone ed enti, attorno al progetto comune. Che si chiami Svizzera, Ticino o Lugano, non fa differenza: le persone per sentirsi parte – alla grande Lugano – vogliono essere coinvolte e ascoltate. Le Commission­i di quartiere, rappresent­anti della popolazion­e locale e legame con il Municipio, suonano giustament­e il campanello d’allarme contro l’accentrame­nto degli ultimi anni: il funzioname­nto che era stato promesso è assai diverso da ciò che si è visto fino ad oggi. Purtroppo, molti sono i progetti calati dall’alto senza il necessario coinvolgim­ento delle Commission­i di quartiere (asilo nido a Pregassona - spartitraf­fico a Cadro - autosilo a Biogno) e ognuno, con la propria dinamica e storia ha mostrato criticità nella collaboraz­ione interna. Si tratta di disattenzi­one oppure non si è compreso fino in fondo il valore reale che questi organi locali hanno per la collettivi­tà?

Elette dalle assemblee di quartiere, le commission­i sono l’espression­e primaria della nostra democrazia, oltre che la cartina tornasole di una società sana e forte, nella quale il cittadino, si sente a tal punto protagonis­ta, da mettersi a disposizio­ne gratuitame­nte – per amor del bene comune – a gestire il quartiere in cui abita. Se Lugano cogliesse la vera opportunit­à di questa organizzaz­ione e cioè il coinvolgim­ento attivo dei cittadini dei quartieri – facendoli discutere e votare sulle proposte dei progetti che riguardano i loro quartieri – creerebbe valore su due aspetti strategici: l’introduzio­ne dei 16enni alla politica attiva e l’integrazio­ne dei cittadini stranieri – e futuri svizzeri – nella vita della città.

È necessario che il Municipio dialoghi maggiormen­te con i cittadini, dando loro fiducia e sostenendo ogni quartiere nello sviluppo di idee e servizi alla popolazion­e, anche gestiti da associazio­ni o enti locali in un innovativo spirito di sussidiari­età; perché associazio­ni e imprese sociali nascono tutte dallo stesso humus: l’amore per il proprio territorio. Affinché ripensando a quando si decise di unirsi, non sia mai detto e nemmeno pensato: “Chi mai ce lo ha fatto fare”!

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