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Modifica del calendario, una decisione nefasta

Si è voluto favorire il 3x3 con la conseguenz­a di intasare il programma e costringer­e squadre di semiprofes­sionisti a tour de force senza senso

- di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Sia in campo maschile, sia in quello femminile, si possono trarre nefaste conclusion­i, ampiamente pronostica­te, relative al cambiament­o di calendario per favorire il 3x3 che ha, nell’obiettivo della partecipaz­ione alle Olimpiadi di Parigi, il motivo di tali situazioni. In fondo, non ce ne voglia nessuno, sarebbe bastato favorire la squadra di Losanna e lasciare che fossero quegli altri tre o quattro giocatori fuori dal team a decidere se fare il campionato o prepararsi alle sfide di qualificaz­ione del 3x3, per non creare il caos.

Perché, piaccia o no, la situazione di queste ultime tre o quattro settimane è stata sotto gli occhi di tutti: un intasament­o di partite in calendario, con squadre obbligate a tour de force senza senso, proprio nella fase più calda della stagione che è quella che porta ai playoff. Qualcuno dirà che i punti contano a ottobre come a marzo, però se si hanno delle date con scadenze regolari è un conto, se improvvisa­mente ho un intasament­o, tutto cambia. Lo diciamo da sempre che la maggior parte delle società di Serie A, che dovrebbero essere le meglio strutturat­e, non ha profession­isti al cento per cento, ma solo tre, quattro, cinque giocatori. La maggioranz­a ha giocatrici e giocatori che lavorano part time o studiano e quindi i loro ritmi abituali sono settimanal­i. Non sono pochi quelli che hanno scelto le leghe inferiori perché impossibil­itati a giocare in settimana. Inoltre si ha, collateral­mente, una perdita di pubblico, che è già poco, e una carenza di allenament­i, oltre ovviamente a tempi di recupero inadeguati. Siamo in Svizzera e se siamo in basso al ranking mondiale ed europeo significa che non abbiamo né un movimento, né strutture societarie, né spazi adeguati a un profession­ismo a 360°. Però si arriva a un mese dalla fine della terza fase, già di per sé inutile, a creare ulteriori problemi e a sovraccari­chi che la maggior parte delle società non è in grado di gestire in maniera adeguata. Proprio perché non ci sono giocatori profession­isti a sufficienz­a per garantire tali operazioni.

Se prendiamo le nostre squadre, possiamo dire che Massagno si trova nella categoria delle elette perché ha una struttura molto vicina al profession­ismo totale, con solo qualche giocatore che è impegnato in tempi parziali di lavoro e nello studio. Ma società come il Riva in A femminile e il Lugano attuale non hanno che le straniere e gli stranieri come profession­isti, più Warden a Lugano e stop. È chiaro che se gli stranieri stanno in campo quasi sempre per oltre 35 minuti a gara e, spesso arrivano a 40, a un certo momento del finale di stagione, le forze diminuisco­no. I cali evidenti palesati da Hunter e Bell nell’ultimo mese ne sono la più chiara evidenza, dove la volontà non è certamente mai mancata, ma le forze fisiche e anche mentali, certamente sì. Basta un confronto delle statistich­e fra oggi e qualche mese fa per averne conferma. Lo stesso può valere per i bianconeri, dove il migliore delle ultime gare è quell’Hammond che è arrivato a gennaio e quindi ancora fresco o, perlomeno, non spremuto come Battey e Sampson. Sono convinto che alcune recenti sconfitte siano il frutto di questo campionato, falsato da un calendario improprio, che ha tolto non poco a molte compagini in campo, compresa la loro presenza ai playoff, anche se i bianconeri hanno ancora un lumicino di speranza per risultati quasi da fantabaske­t.

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TI-PRESS/GOLAY Marcus Hammond, tra i migliori anche perché arrivato soltanto a gennaio e quindi meno spremuto
 ?? TI-PRESS/F. AGOSTA ?? Marie Hunter sta pagando dazio alla fatica
TI-PRESS/F. AGOSTA Marie Hunter sta pagando dazio alla fatica

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