Le ultime rime del portoghese Nuno Júdice
È morto il poeta portoghese Nuno Júdice, esponente di spicco della poetica del “ritorno al reale”. Lo annuncia la casa editrice Quaderni del Bardo Edizioni, che ha pubblicato la sua ultima raccolta tradotta in italiano, ‘La casa della poesia’. Judice, che avrebbe compiuto 75 anni il 29 aprile, era nato a Mexilhoeira Grande, in Algarve, nel 1949. È stato professore di Letteratura comparata all’Università Nova di Lisbona, dove si era laureato in Letteratura romanza. Nuno Manuel Gonçalves Júdice Glória all’anagrafe, è stato collaboratore delle riviste ‘O tempo e o modo’e ‘Jornal de letras’ e, dal 1996, direttore di ‘Tabacarias’, edita da Casa Fernando Pessoa. Dal 1997 al 2004 è stato addetto culturale presso l’ambasciata portoghese di Parigi. Il suo debutto letterario è avvenuto con ‘Il Concetto di Poesia’ nel 1972. Autore prolifico, scrittore, saggista e critico letterario oltre che poeta, è stato tradotto in diverse lingue. Tra le sue opere uscite in Italia, ‘La poesia corrompe le dita’ e ‘La cospirazione Cellamare’.‘La casa della poesia’, tradotto da Emilio Coco – libro che raccoglie poesie scelte nell’arco della sua vita, da quelle della gioventù alle più recenti – può essere considerato una sorta di suo testamento poetico.
La scrittura rappresentava per Júdice anzitutto una pratica, un concreto “fare”, paragonata al lavoro domestico, al recarsi in un negozio di alimentari per fare acquisti e uscirne senza aver comprato niente “ma con la poesia nella borsa della spesa”, ricorda in una nota la casa editrice italiana. Nei versi di Júdice regna l’essenza del significato che ogni parola acquista magicamente nel verso. “Mi piacciono le parole esatte, quelle che colgono il centro delle cose. E quando le trovo/ è come se le cose uscissero dal loro interno” recita la poesia ‘Il posto delle cose’.