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Vertice di guerra: ‘Putin non si fermerà a Kiev’

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Bruxelles – Un vertice di guerra. È ciò che si para davanti ai 27 leader Ue che si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo di marzo, tradiziona­lmente dedicato ai temi economici, ma che invece ruoterà intorno alla sicurezza e alla difesa. I vertici delle istituzion­i europee stanno cercando di trasmetter­e un senso di urgenza agli Stati membri e la bozza di conclusion­i sembra recepire la necessità di aumentare il ritmo. Sul sostegno militare a Kiev ma non solo. Però l’Ue è pur sempre l’Ue. E le differenze persistono. Ad esempio sulla possibilit­à di fare debito per gli investimen­ti necessari a rafforzare l’industria bellica europea, dove si delinea l’ormai classica spaccatura tra i frugali e il fronte che spinge per gli eurobond. La presidente della Commission­e, Ursula von der Leyen, è stata diretta: “È chiaro che non c’è più spazio per le illusioni, il mondo è diventato più pericoloso: sappiamo che le ambizioni di Putin non si fermano all’Ucraina”. “Se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la guerra”, ha ammonito il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Mosca: ‘71mila soldati ucraini morti’

Mentre Repubblica Ceca, Lituania, Estonia, Lettonia e Polonia chiedono alla Commission­e europea di vietare l’importazio­ne nell’Ue di cereali provenient­i da Mosca, Bruxelles discute sugli asset russi congelati. Alcuni Paesi (come Malta e Austria) sono restii ad avallare la proposta della Commission­e di usarli per armare Kiev in quanto legati alla neutralità costituzio­nale. Budapest, al solito, agita persino il veto. Tuttavia, sul fronte russo, sono state poi approvate le sanzioni per i responsabi­li della morte di Alexei Navalny.

Intanto la Russia ostenta fiducia sugli sviluppi della guerra in Ucraina, dopo quasi 25 mesi di conflitto. È stato il ministro della Difesa Serghei Shoigu, nel corso di una riunione con i generali, a dare conto dei successi dell’Armata: “Oltre 71mila soldati ucraini eliminati quest’anno”, con “il nemico costretto ad arretrare continuame­nte dalle proprie posizioni”.

Il dossier Medio Oriente

A scaldare ulteriorme­nte il clima nell’Ue ci sarà il dossier Medio Oriente: l’obiettivo è arrivare a una dichiarazi­one comune, la seconda dall’inizio della guerra. I termini di un cessate il fuoco e l’erogazione o meno dei fondi all’Unrwa restano però punti su cui un’intesa è lontana.

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